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Gli ecologisti vogliono aderire ad un’Europa più verde

La presidente dei verdi europei Ulrike Lunacek (a sin.) e la sua omologa svizzera Ruth Genner Keystone

I verdi svizzeri continuano a sostenere l'adesione elvetica all'Unione europea (Ue), ma solo a determinate condizioni.

Le conquiste ecologiche ottenute in Svizzera non vanno sacrificate alla causa europea. Di questo e di altro si discuterà in ottobre a Ginevra nel corso del secondo congresso dei verdi europei.

I verdi credono nell’Europa unita, ma rimangono critici nei confronti del suo funzionamento. È quanto dichiarato lunedì a Berna dalla deputata austriaca e presidente dei verdi europei Ulrike Lunacek.

Ospite dei verdi svizzeri, che in ottobre a Ginevra organizzeranno un congresso dedicato al «futuro verde dell’Europa», Ulrike Lunacek ha parlato dell’Europa come di un progetto di pace per la cui riuscita è importante l’estensione ai Balcani e l’adesione di paesi come la Svizzera e la Norvegia.

La presidente dei verdi europei auspica un’Europa maggiormente impegnata nella difesa dei diritti civili e più democratica. A questo proposito, Ulrike Lunacek ha accennato all’introduzione nel modo di funzionamento dell’Ue dei diritti d’iniziativa e referendum.

A Ginevra, dove tra il 13 e il 15 ottobre si riuniranno 800 delegati provenienti da 36 paesi, si discuterà un documento comune «per un’Europa verde». Oltre ai temi già citati, il documento dovrebbe portare ad una politica ambientale più forte e alla creazione di standard sociali.

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La Svizzera ha qualcosa da offrire

La Lunacek è convinta che la Svizzera – aderendovi – possa apportare molto all’Ue. Quest’opinione è condivisa anche dalla presidente dei verdi svizzeri Ruth Genner che, a titolo d’esempio, ha citato l’esperienza elvetica in materia di democrazia diretta, di sussidiarietà e di multiculturalismo.

La consigliera nazionale zurighese ha colto l’occasione per criticare la politica «esclusivamente basata sugli interessi economici» portata avanti dal governo svizzero.

A suo modo di vedere, la via bilaterale è poco sicura e inefficace. A differenza degli accordi bilaterali, un’adesione piena permetterebbe alla Svizzera di potersi esprimere in tutti i settori. «Non vogliamo solo adeguarci», ha detto Ruth Genner, «vogliamo anche decidere».

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Senza rinunciare ai propri valori

Tuttavia, i verdi non intendono lanciarsi nell’adesione a capofitto. Essi esigono, in caso di negoziati d’adesione, che vengano fissate condizioni chiare: mantenimento della neutralità, dei diritti popolari, delle conquiste democratiche e di una certa indipendenza agricola.

I verdi svizzeri non intendono rinunciare ad alcuni dei loro maggiori successi. Non sono disposti a rimettere in discussione la tassa sui trasporti pesanti legata alle prestazioni e, in generale, le decisioni popolari, come la moratoria sugli organismi geneticamente modificati (OGM) o l’Iniziativa delle Alpi, che prevede il trasferimento dei trasporti merci dalla strada alla ferrovia.

swissinfo e agenzie

Secondo il Partito ecologista svizzero, il processo d’integrazione in atto in Europa esercita un grande influsso sulla situazione politica in Svizzera.

L’armonizzazione della legislazione europea riduce anche il margine di manovra della Svizzera.

I verdi svizzeri sostengono l’integrazione della Svizzera all’Unione europea sulla base dei seguenti motivi:

– i problemi ecologici e sociali richiedono soluzioni che superano i confini nazionali;

– la Svizzera deve poter partecipare alle decisioni che la riguardano;

– la globalizzazione economica deve essere affrontata con una cooperazione internazionale;

– grazie alle sue strutture democratiche e federali, come pure alle sue esperienze di convivenza tra culture diverse, la Svizzera può fornire un contributo importante alla costruzione europea;

– la Svizzera fa parte dell’Europa ed è strettamente legata al resto del Continente.

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