Prospettive svizzere in 10 lingue

Gli ecologisti vogliono azzittire i jet militari

Franz Weber mentre consegna le firme a Berna Keystone

Alle autorità svizzere è stata consegnata un'iniziativa popolare che mira a far tornare la calma nelle zone turistiche costrette a sopportare i rumori dei caccia.

Se l’iniziativa promossa da Franz Weber sarà dichiarata valida, il popolo dovrà decidere se vietare o meno i voli degli aerei nelle regioni turistiche in tempo di pace.

Corredata da 134’600 firme, di cui 113’441 autentificate, l’iniziativa popolare battezzata «Contro il rumore degli aerei da combattimento a reazione nelle zone turistiche» è stata consegnata giovedì alla Cancelleria federale a Berna.

L’iniziativa è stata depositata un giorno prima della scadenza legale per la raccolta delle 100’000 firme necessarie.

Il testo chiede di vietare, in tempo di pace, le esercitazioni militari con questi apparecchi nelle aree di svago.

F/A 18 indesiderati

A lanciare l’iniziativa, nel maggio del 2004, è stato l’ecologista Franz Weber, fondatore dell’associazione Helvetia Nostra. Da 40 anni difensore accanito dell’ambiente e della protezione dei siti, Franz Weber, 78 anni, tre settimane fa aveva depositato un’altra iniziativa federale intitolata «Salvare la foresta svizzera», corredata da circa 115’500 firme.

Weber aveva iniziato a raccogliere le firme dopo l’arrivo degli F/A-18, i principali caccia utilizzati dalle forze aeree svizzere, nell’aerodromo di Meiringen, nel canton Berna. Questi aerei sono molto più rumorosi degli F5 Tigers, un apparecchio più vecchio in dotazione all’esercito.

L’iniziativa mira in particolare a vietare il sorvolo della regione del lago di Brienz, dove si trova Meiringen. Nella zona, la fondazione creata da Franz Weber possiede un albergo quattro stelle.

La regione dipende molto dal turismo, ma è anche un’area strategica importante per l’esercito, che da mezzo secolo circa utilizza una base aerea.

Franz Weber ha criticato l’«arroganza» dei militari, ma non ha nascosto che il testo vuole anche essere uno strumento di pressione. Se l’esercito farà delle concessioni, i promotori dell’iniziativa potrebbero ritirarla.

Concentrazione in quattro aeroporti

Con la prevista ristrutturazione dell’esercito, le forze aeree diminuiranno il numero di voli, ma li concentreranno in soli quattro aeroporti: Meiringen, Payerne, nel canton Vaud, Sion, nel canton Vallese, ed Emmen, nel canton Lucerna.

I timori di una crescita dell’inquinamento fonico sono elevati pure a Sion. Anche in questo cantone il turismo riveste un’importanza particolare.

Alcuni specialisti ritengono che i pernottamenti potrebbero diminuire del 10% a causa del rumore.

Le autorità locali sono però assai reticenti nel domandare ai militari di ridurre i voli: l’aeroporto è utilizzato anche dal traffico commerciale e se lo scalo dovesse essere abbandonato dall’esercito verosimilmente non potrebbe sopravvivere.

swissinfo e agenzie

L’iniziativa popolare chiede che nella Costituzione sia iscritto il seguente articolo sull’inquinamento fonico:
“In tempo di pace, nei luoghi di riposo turistici sono vietati gli esercizi militari con velivoli da combattimento”.

Le forze aeree svizzere prevedono di diminuire entro il 2010 il numero annuo dei movimenti di volo nei quattro aeroporti militari dagli attuali 51’000 a 25’000 circa.

Oggi, gli aerei non possono decollare durante i fine settimana e sul mezzogiorno. I voli con aerei a reazione possono essere effettuati solo dopo le 8 e si concludono nel tardo pomeriggio. Voli serali (fino alle 22) sono autorizzati solo una volta la settimana.

I voli supersonici sono autorizzati solo a quote superiori ai 10’000 metri. In Svizzera ne vengono effettuati circa 300 all’anno. In parte simili esercitazioni si svolgono all’estero.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR