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Gli errori di Ebner

Dalle stelle alla polvere per il guru della finanza elvetica Keystone Archive

"Non avevamo un portfolio abbastanza diversificato". Ma il maggior responsabile della crisi del gruppo BZ resta per Ebner il calo della borsa.

La situazione finanziaria di Martin Ebner continua ad essere al centro delle speculazioni, soprattutto dopo che il «guru della finanza elvetica» ha ceduto mercoledì alla Banca cantonale di Zurigo (BCZ) la maggioranza delle azioni deelle quattro società di investimento «Visionen» appartenenti al suo Gruppo BZ.

Secondo la stampa domenicale svizzera tedesca, Ebner – che in passato aveva guadagnato oltre 3 miliardi di franchi grazie alle commissioni incassate sulle operazioni delle quattro società d’investimento – avrebbe debiti per circa 10 miliardi di franchi con una dozzina di banche.

Galline dalle uova d’oro

In passato le quattro società di investimento BK Vision, Pharma Vision, Specialità Vision e Stillhalter Vision erano state più che redditizie per il finanziere di Freienbach (nel Canton Svitto).

Stando al «SonntagsBlick», «il clan di Ebner ha incassato tra il 1992 e il 1998 circa 3,2 miliardi di franchi di onorario, a carico degli investitori». Da oltre un anno invece le società di partecipazioni «Visionen» non registrano più guadagni record: non sono sfuggite alla crisi dei mercati finanziari. Secondo il domenicale svizzero tedesco, il calcolo delle attuali entrate è presto fatto: i fondi dei circa 20-30 000 azionisti delle «Visionen» ammontano attualmente a «circa 800 milioni di franchi». Ebner incassa una commissione dello 0,5 %: 4milioni di franchi, ai quali va aggiunto un milione per le spese di gestione. «Una bazzecola», sottolinea il settimanale zurighese, sottolineando che «l’uomo con il papillon è caduto davvero in basso».

A rimetterci – sottolinea il giornale – sono soprattutto gli investitori, «piantati vergognosamente in asso» proprio nel bel mezzo della crisi. Chi ha investito all’inizio del 2000 circa 20 000 franchi nella BK Vision, si ritrova ora con poco meno della metà della somma iniziale.

Mina vagante

I problemi del «guru della finanza», in passato segnalatosi come alfiere del meno stato e del liberismo ad oltranza, non finiscono qui. Stando alla «Sonntagszeitung», Ebner avrebbe debiti per circa 10 miliardi di franchi nei confronti di una dozzina di banche, che gli avevano concesso crediti miliardari in cambio di rendite elevate.

I dodici istituti hanno firmato mercoled sera, dopo l’annuncio della cessione delle «Visionen» alla BCZ, un accordo che le mantiene unite: la decisione di una sola delle banche di agire autonomamente rischierebbe infatti di portare il gruppo BZ al tracollo, con gravissime ripercussioni sul mercato azionario. «Le partecipazioni di Ebner in titoli importanti quali quelli del Credit Suisse e dell’ABB sono talmente alte da mettere in gioco la stabilità del mercato finanziario stesso», sottolinea la «SonntagsZeitung», precisando che della vicenda si stanno occupando anche la Commissione federale delle banche e la Banca nazionale.

Interrogativi sul salvataggio BCZ

Continuano a suscitare interrogativi anche le motivazioni alla base dell’operazione condotta in porto dalla BCZ, un istituto di credito pubblico. «Con l’acquisizione abbiamo colto al volo un’ottima occasione. Il nostro scopo è di ampliare l’offerta, non limitandoci più ai crediti ipotecari e diventare una banca di investimenti credibile», ha affermato il presidente della direzione generale della banca Hans Vögeli in dichiarazioni riportate dal «SonntagsBlick».

Non si è trattato – ha ribadito – di un’azione di salvataggio. Ma nel settore regna lo scetticismo: «nessuno acquista volontariamente le «Visionen» di Ebner», ha indicato un anonimo banchiere.

Reputazione alle ortiche

In seguito alla cessione dei quattro fondi d’investimento alla BCZ, secondo il «SonntagsBlick» anche le cariche di Ebner quale presidente del Consiglio di amministrazione della Lonza e di membro del CdA della ABB non sono più sicure.

Ebner detiene ora solo il 19,8% delle partecipazioni della Lonza ed il 9,7 % di quelle di ABB. «Non ha perso solo potere a livello di voti, ma ci ha anche rimesso moltissimo in quanto a reputazione», sottolinea la stampa domenicale svizzera tedesca.

In barba alla trasparenza, tanto decantata da Martin Ebner, rimangono poi sempre sconosciuti i particolari della transazione. E infine c’è chi si chiede perché la banca, molto presente sul mercato ipotecario, non sfrutti gli spazi di manovra finanziari per abbassare i tassi ipotecari, invece che per lanciarsi in avventure sui mercati finanziari e della gestione azionaria.

Wall Street Journal

Stando al Wall Street Journal di lunedì, il gruppo di Ebner ha ricevuto una boccata d’ossigeno da parte delle banche creditrici che lo hanno esonerato da alcuni pagamenti su prestiti per circa 3 miliardi di franchi.

Il giornale cita delle fonti che hanno confermato che otto banche, compreso il Credit Suisse, hanno accordato un’estensione del pagamento di un anno. La mossa fa parte di un pacchetto di misure che dovrebbero aiutare il gruppo BZ ad uscire dall’attuale crisi di liquidità.

Le altre banche che hanno accordato un periodo di grazia a Ebner sono HSBC Holdings, la Banca centrale Raiffeisen Austriaca, la banca tedesca del Baden-Wuerttenberg, la Banca Cantonale di Zurigo e due banche regionali svizzere, scrive il Wall Street Journal.

swissinfo e agenzie

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