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Gli USA non necessitano più dell’aiuto svizzero

Il materiale preparato dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione rimarrà in Svizzera Keystone

Washington ha declinato l'offerta della Svizzera di inviare materiale di soccorso nelle zone devastate dall'uragano Katrina.

L’ambasciata americana a Berna, che aveva inoltrato la richiesta alle autorità elvetiche, ha fatto sapere giovedì che la «generosa offerta» non è più necessaria.

A due settimane dalla catastrofe provocata dall’uragano Katrina, gli Stati Uniti hanno ufficialmente declinato l’offerta di aiuto della Svizzera.

Gli aiuti urgenti – che Berna aveva immediatamente messo a disposizione – non sono più necessari, ha indicato il portavoce dell’ambasciata americana a Berna Daniel Wendell, precisando che gli Usa sono «riconoscenti per la generosa offerta» elvetica.

Una riconoscenza confermata anche dal presidente della Confederazione Samuel Schmid, dopo l’incontro di giovedì con il presidente statunitense George W. Bush.

50 tonnellate di materiale già pronte

Alcuni giorni dopo il passaggio dell’uragano, Washington aveva chiesto aiuto alla comunità internazionale, tra cui la Svizzera: l’ambasciata americana a Berna aveva trasmesso alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) una lista di materiale necessario ai soccorsi.

La DSC aveva quindi preparato 50 tonnellate di materiale – coperte, tende e prodotti per l’igiene – da inviare negli Stati Uniti assieme a otto esperti e ad alcuni medici. Da allora Berna è rimasta in attesa del via libera definitivo di Washington.

Le dimensioni della catastrofe e le numerose offerte di aiuto – giunte da 121 Stati – hanno messo fortemente sotto pressione i responsabili della logistica negli Stati Uniti.

«Negli ultimi dieci giorni gli Stati Uniti si sono focalizzati sull’aiuto d’urgenza, ma ora la situazione è cambiata perché il sistema logistico ha iniziato a lavorare a pieno regime», ha dichiarato a swissinfo Wendell.

«Oggi gli Stati Uniti hanno dei bisogni a medio e lungo termine e il materiale offerto dalla Svizzera non rientra più in questa categoria, essendo un aiuto d’urgenza».

«All’inizio della settimana la FEMA (l’agenzia federale americana per le situazioni d’emergenza, ndr) ha fermato tutte le operazioni, non solo la nostra», ci ha spiegato il portavoce della DSC Andreas Stauffer. «Ogni tipo d’aiuto è stato messo in ‘stand-by’ e nel corso della settimana hanno analizzato quali aiuti avrebbero accettato. Sono stati molto selettivi».

«Grazie per la pazienza»

Daniel Warner, statunitense e vicedirettore dell’Istituto di alti studi internazionali di Ginevra non è sorpreso dal rifiuto americano: «Visto il loro ego, gli Stati Uniti hanno molta difficoltà ad accettare l’aiuto degli altri».

Daniel Wendell, dal canto suo, ha affermato che gli USA sono «riconoscenti per la pazienza dimostrata dalla Svizzera».

Il presidente americano George W. Bush – stando a Wendell – ha recentemente ricevuto alla Casa Bianca l’ambasciatrice statunitense a Berna Pamela Willeford, assicurandole di apprezzare enormemente gli aiuti proposti dalla Svizzera, soprattutto tenuto conto che anche la Confederazione si è trovata di recente a dover fare i conti con il maltempo.

swissinfo e agenzie

121 paesi hanno offerto il loro aiuto agli Stati Uniti dopo l’uragano Katrina.

L’aiuto svizzero (50 tonnellate di materiale) era composto principalmente di coperte, contenitori di plastica, tende e prodotti igienici.

Otto esperti svizzeri (logistica, medicina e acqua) erano pronti a partire per gli USA.

Finora i morti accertati sono stati 710; tra i dispersi figura pure un cittadino svizzero.

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