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Greenpeace fa ritirare a Coop la polenta transgenica

Le farine di polenta, acquistate da Greenpeace in diversi negozi Coop di tutta la Svizzera, sono risultate alle analisi contaminate con il mais transgenico «GA 21» della Monsanto. Keystone

Con un'azione spettacolare Greenpeace ha costretto mercoledì la Coop a ritirare dagli scaffali diverse farine per polenta contenenti mais transgenico.

Il mais transgenico, vietato in Svizzera, è stato prodotto illegalmente in Argentina. L’organizzazione ambientalista vuole ora intervenire presso le autorità argentine e la multinazionale Monsanto.

Intervento di protesta

Gli attivisiti di Greenpeace si sono presentati mercoledì mattina, alle 11, con un camion all’entrata della filiale Coop che si trova davanti alla stazione centrale di Zurigo ed hanno scaricato un enorme pacco di farina di polenta con la scritta «Attenzione: mais transgenico illegale! Rispedire al produttore: Monsanto e Co., Argentina».

Il grande pacco conteneva farine di mais acquistate in diversi negozi Coop di tutta la Svizzera. Analisi effettuate per conto di Greenpeace dal laboratorio tedesco Genescan, hanno mostrato che tre miscele di farina per polenta della Coop sono risultate contaminate con il mais transgenico «GA 21» della Monsanto. La vendita del prodotto transgenico – osserva Greenpeace in una nota – è proibita in Svizzera e nell’UE, come pure la produzione in Argentina.

«Coop ha reagito con prontezza», ha dichiarato il portavoce di Greenpeace Yves Zenger. Nel giro di due ore il grande distributore ha ritirato dagli scaffali le farine per polenta incriminate. «Non eravamo al corrente che questi prodotti contenessero mais illegale», ha affermato il portavoce di Coop Karl Weisskopf. «Dopo aver visto i risultati delle analisi abbiamo deciso che era necessario ritirarli».

Mais transgenico argentino

Rappresentanti di Greenpeace intendono consegnare domani all’ambasciata di Argentina a Berna una lettera all’attenzione del Ministero dell’agricoltura di Buenos Aires, per esortarlo a mantenere fede alla promessa data un anno fa di distruggere il granoturco transgenico illegale e di obbligare la Monsanto a rispettare le leggi.

«Siamo coscienti che l’Argentina ha in questo momento gravi problemi da risolvere», ha affermato al proposito l’attivista argentina di Greenpeace Daniela Montalto, che ha partecipato all’azione di Zurigo. «In una simile crisi economica l’Argentina non può tuttavia permettersi di mettere a repentaglio tutte le sue esportazioni di mais a causa di quello transgenico della Monsanto».

Le analisi effettuate per conto di Greenpeace non hanno rivelato contaminazioni con mais illegale nelle farine vendute da altri distributori. Alla Coop le miscele contaminate erano vendute con i marchi «Polenta Dorata», «Volgarona Polenta Rapida» e «Volgarona Polenta Rustica». Soltanto la polenta «Bio Bramata» non conteneva resti di granoturco geneticamente modificato «GA 21».

swissinfo e agenzie

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