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Handicap International e l’orrore delle bombe a grappolo

Una bomba inesplosa su di una strada in Libano Keystone

Il parlamento svizzero si appresta a discutere un'iniziativa per il divieto delle bombe a grappolo, micidiali ordigni che, se inesplosi, uccidono ben oltre la fine di una guerra.

Secondo Handicap international, che ha presentato il primo rapporto sul tema, un divieto di queste armi rafforzerebbe la credibilità della politica umanitaria della Svizzera.

Le bombe a grappolo uccidono soprattutto dopo la fine dei conflitti in cui sono impiegate, denuncia uno studio pubblicato giovedì da Handicap International (HI).

L’organizzazione non governativa (Ong) annuncia contemporaneamente il sostegno ad un’iniziativa per il divieto di queste munizioni in Svizzera. Il testo dovrebbe essere discusso nella prossima sessione delle Camere federali.

Questi strumenti di morte, da alcuni definite come la modernizzazione delle vecchie mine antipersona, sono ritrovati relativamente recenti, messi a punto dopo il bando di sistemi precedenti.

In contraddizione con lo spirito umanitario

La Svizzera possiede 200’000 esemplari di questo tipo di armi “che non hanno posto in una società civile”, ha dichiarato alla conferenza stampa a Berna il direttore di Handicap International Svizzera, Paul Vermeulen.

A livello politico l’opinione dell’Ong è difesa dal consigliere nazionale John Dupraz (del Partito liberale radicale, centro-destra) che chiede il divieto di fabbricazione, esportazione, stoccaggio e utilizzazione di queste armi in Svizzera.

Già il 7 dicembre 2005 il deputato aveva depositato un’iniziativa parlamentare, sottoscritta da altri 42 colleghi, volta a modificare la Legge federale sul materiale bellico (LMB). “Non è possibile predicare nel mondo il rispetto e la difesa dei diritti dell’uomo e mantenere questo tipo di armi”, ha sottolineato il deputato. Il testo attuale della sua iniziativa però è stato bocciato dalla Commissione della politica di sicurezza (CPS) del Consiglio nazionale con 14 voti contro 9.

La maggioranza dei commissari condivide le preoccupazioni umanitarie di Dupraz, ma è del parere che il meccanismo a doppia esplosione delle armi in dotazione all’esercito elvetico costituisca una garanzia sufficiente. La minoranza è invece del parere che una rinuncia alle bombe a grappolo rafforzerebbe la politica umanitaria della Confederazione.

98% di vittime civili

Handicap International ha analizzato 11’044 vittime in 24 Paesi. Alla fine di un conflitto queste bombe inesplose restano sul terreno come una scia di morte: il 98% delle vittime sono civili, non militari o obiettivi primari degli ordigni.

Secondo l’organizzazione, nel mondo sono state finora impiegate 360 milioni di bombe a grappolo, di cui 33 milioni non sono esplosi: ultimamente sono state utilizzate in Afghanistan, Iraq, Libano e Israele.

Lo studio è la prima analisi del genere a livello planetario ed è stato realizzato in collaborazione con un’università libanese e con il Ministero norvegese degli affari esteri.

Secondo Handicap International restano inesplose tra il 15 e il 40% delle bombe. Come le mine antipersona, possono restare attive anche per decenni e saltare in aria al minimo contatto. La bonifica è molto difficile, anche perché diventano meno stabili e più pericolose con il passare del tempo.

I bambini rappresentano un’alta percentuale di vittime, in quanto sono attratti dai colori brillanti e dalla forma curiosa delle “bombette”.

swissinfo e agenzie

Nel suo rapporto, Handicap international ha repertoriato oltre 11’000 vittime di bombe a grappolo in 24 paesi.
98% delle vittime erano civili, di cui il 27% bambini.
La Svizzera dispone di 200’000 bombe a grappolo.
Dal 7 fino al 17 novembre, Ginevra ospita una conferenza per esaminare la Convenzione sulle armi disumane (CCW), tra cui figurano anche le bombe a grappolo.

Sono costituite da un contenitore del peso di circa mezza tonnellata, che una volta sganciato da un aereo o lanciato da un cannone si apre ad un’altezza prestabilita facendo uscire decine di altre piccole bombe al suo interno.

Queste scendono rallentate da un piccolo paracadute. Il sensore di cui sono dotate permette loro di fissarsi su veicoli o altre masse metalliche che si spostano.

Spesso però, le piccole micidiali bombe restano sul terreno inesplose, rappresentando così un pericolo mortale per chiunque le urti inavvertitamente o le raccolga, come succede ai bambini per gioco.

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