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Henry Dunant: i panni dell’eroe

Henry Dunant guida il convoglio dei feriti in mezzo al campo di battaglia. tsr.ch

«Henry Dunant – Du rouge sur la croix» è il titolo del film che ha aperto il 4° Festival Internazionale del Film sui Diritti dell'uomo di Ginevra.

Una coproduzione internazionale consacrata al fondatore della Croce Rossa. Appassionante anche se, per convincere il grande pubblico, non esita a rimodellare un poco la Storia…

Giugno 1859. Solferino, Italia del nord. Ad ogni angolo di strada austriaci e francesi si affrontano con tanta perseveranza quanto odio.

Improvvisamente all’orizzonte si scorge uno strano convoglio. Su dei carri tirati da cavalli un ammasso di feriti, di tutte le nazionalità, in stato pietoso. Alla testa del convoglio un giovane uomo, lo sguardo fiero, sventola un drappo bianco a croce rossa, dipinta col sangue dei feriti.

Il tempo si ferma. E i fucili? I soldati rispetteranno i loro compagni feriti e il simbolo della croce? La risposta è si. La Storia dà così ragione a un giovane svizzero, smarrito in mezzo a questo campo di battaglia, il ginevrino Henry Dunant.

Un momento intenso, che basta per riassumere la forza e al contempo la debolezza del film: da un lato la forza del romanzo e un’emozione vera, dall’altro un approccio semplicista nei confronti della realtà storica.

«Henry Dunant, l’ho voluto rendere luminoso e utopista. Anche se in verità era più ruvido, scuro e senza dubbio più complesso», dichiara il regista Dominique Othenin-Girard.

Una coproduzione ambiziosa

«Henry Dunant – Du rouge sur la croix » è un grande progetto, nato da un’iniziativa elvetica. Costo della produzione: 8,5 milioni di franchi, non poco per un film per la televisione.

Girato in Svizzera, Austria e Algeria, unisce quattro produttori privati, altrettanti paesi coproduttori e ha beneficiato della manna portata dalle 18 reti televisive che l’hanno già acquistato, grazie anche al lavoro dell’UER (Unione europea di Radio-Televisione).

La regia è stata affidata allo svizzero Dominique Othenin-Girard. Il cast è formato da numerosi volti noti del cinema francese, tra cui Thomas Jouannet (Dunant) e, fatto raro per una coproduzione, una pleiade di attori svizzeri: Noémie Kocher, Jean-François Balmer, Vincent Winterhalter, Samuel Labarthe, etc.

Una realtà « adattata »

Il film è un « libero adattamento » della vita di Henry Dunant. Gli autori non hanno ad esempio voluto dare troppo risalto all’impegno cristiano di Dunant negli anni della gioventù. “Collegare sentimento di compassione e fede cristiana avrebbe intaccato la portata universale del film”, dichiara Dominique Othenin-Girard nel dossier di presentazione della pellicola.

Alcuni momenti forti della vita di Dunant sono tuttavia presenti. Come la sua opera in Algeria, dove ha fondato la Société des Moulins di Monsignor Djèmila.

Henry Dunant è un uomo d’affari quando nel 1859 si reca in Italia per incontrare Napoleone III, dal quale intende ottenere un’autorizzazione per la costruzione di una diga. Ma l’orrore di Solferino sconvolgerà lui e il suo percorso.

Seguiamo dunque Dunant dall’Algeria all’Italia, dove lavora presso il dispensario di Castiglione, poi a Ginevra, dove il miscuglio di pacifismo e di ambizione che lo caratterizza urta con la morale borghese conformista dell’epoca.

Un amico del «Journal de Genève» è comunque lì per sostenerlo e pubblica «Un souvenir di Solferino», che tanto farà per la causa portata avanti sulle proprie spalle dall’uomo d’affari convertitosi in eroe della pace.

Tra i suoi alleati anche la Società ginevrina di pubblica utilità, della quale fanno parte il generale Dufour ed il giurista Gustave Moynier. Quest’ultimo, nella realtà, contribuirà largamente alla fondazione della Croce Rossa, che dirigerà per diversi anni.

Un eroe legittimo

Dunant dallo sguardo di ghiaccio. Dunant fermo, collerico. Dunant tormentato e determinato. Questo Dunant, interpretato dallo spumeggiante Thomas Jouannet, ha tutte le qualità dell’eroe. La trasformazione dei personaggi storici in eroi cinematografici non è certamente una novità, sia nei film americani che in quelli europei.

Non così però a livello svizzero. Posare una corona d’alloro sulla testa di una personalità elvetica non rientra negli usi di questo paese, invero piuttosto incline all’autoflagellazione, alla ricerca della propria identità e alla – spesso finta – umiltà.

Questo approccio commerciale verso la Storia disturberà certamente alcuni. D’altro canto si applica ad un personaggio che ha gettato le basi della prima ONG (organizzazione non-governativa) del mondo, denunciato la tratta degli schiavi, militato in favore dell’uguaglianza tra uomo e donna e lottato appassionatamente contro l’assurdità della guerra.

« Non lasciate cadere nel silenzio le grida di dolore dei vostri popoli », esclama Henry Dunant davanti ai rappresentanti delle 14 nazioni riuniti il 26 ottobre 1863 al palazzo dell’Athénée a Ginevra, i quali esitano a firmare le risoluzioni che gli sono state sottoposte…

swissinfo, Bernard Léchot
(Traduzione: Michel de Marchi)

1828: Henry Dunant nasce a Ginevra
1853: Primo viaggio in Algeria
1859: Battaglia di Solferino
1863: Fondazione della Croce Rossa
1864: 1a Convenzione di Ginevra
1901: Premio Nobel per la pace
1910: Henry Dunant muore

«Henri Dunant – Du rouge sur la croix» (90′), realizzato da Dominique Othenin-Girard.

Con Thomas Jouannet, Emilie Dequenne, Noémie Kocher, Michel Galabru, Jean-François Balmer, Tom Novembre.

Versione originale francese. Tradotto in italiano, inglese, tedesco, spagnolo, arabo e sottotitolato in altre 20 lingue.

Una coproduzione Bohemian Films (Svizzera), Dune (Francie), Pale Blue Productions (Austria) alla quale hanno partecipato numerose reti televisive (Televisione Svizzera Romanda, Televisione Algerina, Arte, France 2), e sostenuta da diverse istituzioni: ministero svizzero della cultura, autorità ginevrine, Unione Europea.

La prima mondiale di è svolta il 10 marzo 2006 all’apertura del 4° Festival Internazionale del Film sui Diritti dell’uomo di Ginevra.

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