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I Cantoni ricchi a sostegno di quelli poveri

Luigi Pedrazzini e Hans-Rudolf Merz (a destra) lanciano la campagna della nuova perequazione finanziaria Keystone

Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha lanciato venerdì la campagna sulla Nuova perequazione finanziaria in vista delle votazioni del 28 novembre.

La riforma ridefinisce le competenze di Confederazione e cantoni e considerare la capacità finanziaria dei singoli stati. I più ricchi dovranno contribuire maggiormente.

La Nuova perequazione finanziaria (Npc), su cui il popolo si pronuncerà il 28 novembre, è necessaria poichè ottimizza la collaborazione tra Confederazione e cantoni, tra gli stessi cantoni – che disporranno di un maggiore margine politico e finanziario – e fissa la solidarietà tra le regioni su basi più eque.

Lo ha detto venerdì il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz, aprendo di fatto la campagna di votazione.

“La Npc, che dovrebbe entrare in vigore nel 2008, non è né un nuovo programma di sgravi budgetari, né un piano di risparmio, né tanto meno un pacchetto di misure fiscali”, prosegue Merz.

Il gran tesoriere della Confederazione precisa che “si tratta invece di una riforma che si prefigge di migliorare le condizioni di lavoro delle collettività pubbliche e di incoraggiare la collaborazione intercantonale”.

Sistema inadeguato

L’attuale sistema di perequazione finanziaria, introdotto nel 1959, non è più gestibile. “È un coacervo inestricabile di competenze, privo di trasparenza e che richiede un pesante impegno amministrativo”, rileva Merz.

Lo scarto tra cantoni finanziariamente forti e deboli non cessa di aumentare, generando ingiustizie, tensioni e squilibrio.

“Quanto più un progetto è caro, tanto più i cantoni si vedono assegnare sovvenzioni”, indica il consigliere federale.

Un esempio aiuta a capire meglio l’inadeguatezza dell’attuale sistema: al posto dell’indispensabile rifacimento stradale si decide per la sua ricostruzione completa, perché i costi a carico del cantone sono praticamente identici per le due soluzioni.

Diversa è invece la situazione per la Confederazione, che nel caso di una nuova costruzione deve sostenere la regione con fondi tre volte superiori.

Federalismo consolidato

Discussa nella sessione estiva dal Consiglio federale, la revisione ha l’ambizione di rafforzare il federalismo svizzero.

La riforma della ridistribuzione delle risorse permetterà di sostenere maggiormente i cantoni confrontati a problemi particolari, come è il caso per quelli di montagna e per i cantoni con grandi città.

I cantoni ricchi saranno chiamati a contribuire in misura maggiore e quelli più poveri riceveranno aiuti più sostanziali. Risulteranno così “penalizzati” Basilea Campagna, Ginevra, Nidvaldo, Svitto, Zugo e Zurigo.

Ridistribuire i compiti

La Npc prevede di attribuire una competenza esclusiva ai cantoni in undici settori (tra cui ad esempio l’assistenza agli andicappati), mentre sette (compresa la difesa nazionale) saranno completamente centralizzati.

Le alte scuole, la gestione dei rifiuti e la medicina di punta sono tre dei nove campi che saranno invece gestiti secondo un piano intercantonale.

Il nuovo testo sostituisce così un groviglio di una trentina di misure scoordinate con due strumenti trasparenti di ridistribuzione: la nuova perequazione delle risorse (2,7 miliardi di franchi, di cui 1,6 a carico della Confederazione e 1,1 a carico dei cantoni più ricchi) e la compensazione degli oneri eccessivi dovuti a fattori geo-topografici o socio-demografici (600 milioni forniti da Berna).

Opinioni divergenti

Solo i delegati del Partito liberale radicale si sono pronunciati finora a favore della Npc, mentre la direzione dei socialisti ha optato per il “no”.

La sinistra teme che la decentralizzazione si manifesti con uno smantellamento delle prestazioni sociali.

A preoccupare maggiormente è la “cantonalizzazione” delle prestazioni complementari per l’Assicurazione vecchiaia superstiti (Avs) e l’Assicurazione invalidità (Ai): la Confederazione si occuperebbe di coprire i bisogni vitali, mentre ai cantoni rimarrebbe la competenza delle case di cura e degli istituti specializzati.

La riforma è pure contestata dalle organizzazioni di andicappati, dall’Unione democratica di centro (Udc) di Zurigo e dal Sindacato svizzero dei servizi pubblici.

Economiesuisse, favorevole, comunica invece che “la nuova perequazione finanziaria e il nuovo ordinamento finanziario porteranno più autonomia ai cantoni”.

Cantoni favorevoli

Nella lista dei cantoni, soltanto Zugo – che sarà chiamato a contribuire in maniera importante – si oppone. La Npc obbligherà il cantone svizzero tedesco a versare 121,4 milioni di franchi in più all’anno.

“Tutti gli altri stati giudicano il progetto equilibrato”, ricorda il consigliere di stato ticinese Luigi Pedrazzini.

Riprendendo il discorso degli andicappati, che temono uno smantellamento sociale, Pedrazzini, presidente della Conferenza dei governi cantonali, sottolinea che “i cantoni sono capaci e disposti ad assumersi questi compiti”.

swissinfo e agenzie

La vigente perequazione finanziaria è costituita da circa tre dozzine di singole misure che, in gran parte, non sono coordinate tra loro.

La riforma mira ad una modernizzazione e ad un rafforzamento del federalismo, tramite una chiarificazione e una dissociazione delle competenze tra Confederazione e cantoni.

Il nuovo testo vuole inoltre livellare le disparità cantonali riguardo alla capacità finanziaria e agli oneri fiscali.

Se accettata il prossimo 28 novembre, la nuova perequazione dovrebbe entrare in vigore nel 2008.

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