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I delegati PLR pensano alla famiglia

Il presidente Gerold Bührer guarda con fiducia al futuro del partito Keystone

Il PLR svizzero raccomanda di votare sì al freno all'indebitamento della Confederazione, in votazione il prossimo 2 dicembre, respinge l'imposta sui guadagni in capitale e guarda alla famiglia, proponendo un congedo maternità di 14 settimane finanziato dalle indennità per perdita di guadagno. In apertura dell'assemblea dei delegati, il presidente dei liberali-radicali svizzeri Gerold Bührer ha lanciato un appello a favore di «riforme fondate sui valori borghesi liberali».

Con 176 voti contro 27, i delegati hanno preferito la proposta di congedo maternità avanzata dal consigliere nazionale Pierre Triponez a quella presentata dal comitato direttivo del partito. Secondo la variante Triponez, l’indennità per le madri sarebbe pari all’80 per cento del loro reddito. Ne potranno beneficiare le donne assicurate all’indennità perdita di guadagno (IPG), sia dipendenti sia indipendenti. La proposta del comitato direttivo prevedeva invece un congedo maternità da 8 a 14 settimane in funzione dell’anzianità di lavoro della donna e a carico del datore di lavoro. Per compensare i costi, le quote dell’IPG sarebbero state ridotte dello 0,1 per cento.

Sì a freno all’indebitamento

Il delegati PLR si sono poi espressi in massa contro eventuali ammorbidimenti in materia budgettaria. Con 136 voti senza opposizione, i delegati hanno deciso di raccomandare il sì al decreto federale sul freno all’indebitamento della Confederazione

Prima del voto dell’assemblea, il consigliere federale Kaspar Villiger ha messo in guardia contro l’euforia in materia di politica finanziaria. È sbagliato credere che la Svizzera sia oramai fuori pericolo perché è tornata nelle cifre nere, ha detto. Bisogna restare prudenti. Il freno all’indebitamento prevede che le spese iscritte in bilancio non superino le entrate previste, tenendo conto della congiuntura. Secondo il ministro delle finanze questo strumento permette al Consiglio federale e al Parlamento di resistere «al canto delle sirene delle lobby» e di impedire il ritorno ai deficit cronici. Contro nuovi balzelli

Abbastanza scontata è apparsa pure la votazione sull’iniziativa per l’imposizione dei guadagni in capitale, in votazione il 2 dicembre. I radicali hanno sottolineato a chiare lettere di non volere nuove imposte. Con 126 voti senza opposizione hanno respinto il testo. A nulla è valsa l’argomentazione del consigliere nazionale socialista Rudolf Strahm, sostenitore del testo lanciato dall’Unione sindacale svizzera (USS), che ha ricordato che i guadagni in capitale sono un reddito e che non c’è ragione che non vengano tassati.

Il consigliere federale Kaspar Villiger ha sostenuto che la tassa penalizzerebbe la Svizzera, dove già si preleva un’imposta sulla sostanza. Inoltre l’applicazione sarebbe troppo complicata e le entrate irregolari, ha spiegato il ministro della finanze.

Bührer: crescita duratura e politica estera responsabile

Nel discorso di apertura il presidente del PLR Gerold Bührer ha sottolineato l’impegno del suo partito a favore della crescita economia duratura e di una politica estera «responsabile e sicura».

Secondo Bührer, la crescita economica passa per la formazione, l’apertura dei mercati, finanze pubbliche sane e una riduzione mirata delle tasse. La nuova perequazione finanziaria, che il PLR sostiene «con tutte le sue forze», è pure essenziale a questo scopo. Per quanto riguarda la politica estera, il presidente radicale ha sottolineato che gli accordi bilaterali con l’Unione europea sono la «migliore via possibile» poiché permettono la «difesa legittima dei nostri interessi nazionali».

A due anni dalla prossime elezioni federali e malgrado i sodaggi favorevoli, Bührer ha esortato le sue truppe a lavorare duro e ha messo l’accento sull’importanza della responsabilità, della sensibilità e dell’integrità personale per assicurarsi la fiducia degli elettori. «I politici sono solo uomini e possono commettere errori. Ma quando tali errori emergono, non è possibile giustificarsi unicamente sul piano giuridico poiché la credibilità dei responsabili politici va ben al di là», ha detto facendo allussione al caso Aliesch.

swissinfo e agenzie

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