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I giovani potranno lavorare la notte dai 18 anni

La Svizzera si allinea all'UE per quanto concerne la protezione dei giovani lavoratori Keystone

Dopo i senatori, anche i deputati hanno approvato giovedì la revisione della Legge sul lavoro che prevede la riduzione dell'età di protezione degli apprendisti e dei giovani lavoratori.

Essi potranno lavorare la notte e la domenica già a partire dai 18 anni, contro i 20 attuali. Decisione inaccettabile per i sindacati.

La modifica è stata approvata dal Consiglio Nazionale (camera bassa del parlamento) con 100 voti a 72.

Lo schieramento rosso-verde si è inutilmente battuto per il mantenimento dello statu quo, ritenendo questo abbassamento dell’età pericoloso per la salute dei giovani lavoratori, in particolare per gli apprendisti chiamati ad affrontare simultaneamente lavoro e formazione.

Il compromesso della sinistra, volto a mantenere l’età minima a 20 anni solo per gli apprendisti, è stato respinto con 91 voti contro 79.

Per il presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS) Paul Rechsteiner le disposizioni attuali sono già di gran lunga più flessibili che in altri paesi. «L’apprendistato deve restare una formazione e gli apprendisti non devono diventare manodopera a buon mercato», ha aggiunto la socialista zurighese Chantal Galladé.

Mercato del lavoro

«Non si tratta di sfruttarli, ma di introdurli nel mercato del lavoro», ha dal canto suo replicato il senatore liberale radicale Eduard Engelberger.

Per i borghesi, la riduzione dell’età di protezione a 18 anni offre ai giovani la possibilità di lavorare come gli adulti e, di conseguenza, d’essere più concorrenziali.

«Per finanziarsi, gli studenti potranno lavorare la sera o durante il fine settimana. Tutto ciò contribuirà a ridurre il tasso di disoccupazione tra i giovani», ha aggiunto il deputato democristiano Josef Leu.

Preservare la salute dei giovani

Secondo il sindacalista Jean-Claude Rennwald si tratta invece di una falsa argomentazione. «La lotta contro la disoccupazione – ha dichiarato – passa prima di tutto attraverso una politica economica al servizio della crescita e misure d’incitamento in favore della creazione di posti di tirocinio».

La sinistra ha tentato di convincere i borghesi soprattutto facendo leva sui pericoli per la salute rappresentati da una flessibilizzazione del lavoro tra i giovani.

«Sebbene vadano integrati nel mercato del lavoro, occorre prima di tutto preservarne la salute», ha affermato la deputata dei Verdi Ruth Genner. «I giovani – ha aggiunto – sono molto vulnerabili, in particolare dal profilo psichico».

Adeguamento al sistema europeo

«Se necessario, il Consiglio federale potrà sempre ancora promulgare nuove disposizioni sul lavoro», ha precisato il ministro dell’economia Joseph Deiss. Per esempio, il governo potrebbe determinare il numero massimo di notti lavorative all’anno per gli apprendisti di determinati settori.

«Non è molto logico ammettere che i giovani possano trascorrere, senza restrizioni, notti intere in rumorose discoteche, pretendendo nel contempo di proteggerli nell’esercizio della loro professione», ha detto a nome della commissione Jean-François Rime, rappresentante dell’Unione democratica di centro (destra populista).

Per i borghesi, infine, ridurre l’età di protezione significa adeguare il diritto svizzero a quello in vigore nell’Unione europea, ma soprattutto farla coincidere con la maggiore età civile. A 18 anni, infatti, un giovane può sposarsi, votare ed essere eletto.

Sindacati e datori di lavoro divisi

La revisione approvata dal parlamento ha sollevato l’indignazione del mondo sindacale, che ha già auspicato il lancio di un referendum.

«Questo nuovo attacco contro i giovani svizzeri è puramente e semplicemente scandaloso», si legge in un comunicato congiunto della Gioventù sindacale e della Gioventù socialista.

Per l’USS, la decisione delle Camere deteriorerà le condizioni dei giovani lavoratori, in particolare degli apprendisti. Un controsenso, afferma, visto che gli incidenti sul lavoro che coinvolgono i ragazzi e le ragazze sono doppiamente più frequenti di quelli che capitano agli adulti. Un degrado della formazione professionale che il sindacato giudica «inaccettabile».

Toni opposti invece nel campo dell’Unione padronale, per la quale la legge sul lavoro contempla sufficientemente la protezione della salute. L’abbassamento dell’età a 18 anni – indica l’associazione mantello dei datori di lavoro – contribuisce a lottare contro la disoccupazione tra i giovani.

swissinfo e agenzie

I giovani lavoratori di meno di 18 anni e gli apprendisti di età inferiore a 20 anni vengono protetti in modo particolare dalla legge.

I giovani possono essere impiegati per un lavoro “regolare” soltanto a partire da 15 anni. L’assunzione per un periodo limitato e per lavori leggeri o commissioni è possibile a partire da 13 anni.

La salute dei giovani lavoratori necessita di una protezione particolare. Essi non possono perciò svolgere lavori pericolosi (lavori a elevato rischio d’incendio, di esplosione o d’infortunio, lavoro in miniera).

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