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I liberali elaborano la loro piattaforma elettorale

Claude Ruey, presidente dei liberali, in compagnia della deputata Martine Brunschwig Graf Keystone

Riuniti in congresso a Neuchâtel, quasi 150 membri del Partito liberale svizzero (PLS) hanno elaborato le grandi linee della loro piattaforma per le elezioni federali di ottobre.

Le proposte sui temi sanità, formazione e energia saranno avallate in maggio dalla direzione del partito. Le congiunzioni di lista con altri partiti borghesi sono già state decise.

All’inizio della giornata, il presidente del partito Claude Ruey ha ricordato ai delegati che i liberali difendono dei valori immutabili, la cui applicazione può però variare a seconda delle epoche.

Al termine delle loro riflessioni, i membri del PLS hanno deplorato il deficit demografico che si sta profilando in Svizzera. Secondo loro, lo sviluppo famigliare deve essere incoraggiato, grazie alla creazione di asili nido legati alle imprese e indipendenti dallo Stato.

In materia di sanità, i delegati hanno espresso la loro posizione favorevole all’eliminazione degli ostacoli alla concorrenza che sono tuttora presenti nella Legge sull’assicurazione malattia (Lamal).

Parlando di politica energetica, i liberali hanno sostenuto l’idea che si debbano avviare subito le procedure per la costruzione di una nuova centrale nucleare. Questa strategia servirebbe ad assicurare l’approvvigionamento energetico del paese, in attesa di uno sviluppo significativo delle energie rinnovabili.

Sul piano delle finanze pubbliche il PLS, al pari dei suoi alleati radicali, si è detto favorevole ad una soppressione dell’imposta federale diretta. E per quel che riguarda l’educazione, ha sostenuto la liberalizzazione del settore scolastico.

Secondo i liberali infine, le imprese dovrebbero premiare le prestazioni e rinunciare ai paracadute dorati per i manager. Per le nuove imprese il PLS è favorevole ad un’eliminazione degli ostacoli amministrativi.

Atmosfera fiduciosa

Le proposte avanzate a Neuchâtel saranno formalizzate e presentate il 24 maggio alla direzione del partito, ha precisato Claude Ruey. La versione definitiva della piattaforma elettorale sarà sottoposta per l’approvazione definitiva al prossimo congresso del PLS, previsto per il 23 giugno a Aigle (Vaud).

Il presidente dei liberali si è dichiarato fiducioso in vista delle elezioni federali di ottobre. Per l’elezione del Consiglio nazionale (camera del popolo) le congiunzioni di lista con i radicali e con l’Unione democratica di centro (UDC) sono già state decise.

Per l’elezione del Consiglio degli Stati (camera dei cantoni) la strategia non è invece ancora stata elaborata.

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Garanzie contro i rischi

Per Claude Ruey, l’alleanza tra il Partito liberale radicale (PLR) e il PLS nel parlamento federale costituisce una garanzia contro le sorprese negative. I radicali non corrono così il pericolo di perdere un ministro, com’è successo nel 2003 al Partito popolare democratico (PPD).

Il presidente dei liberali ha tuttavia ammesso che nelle elezioni federali gli spazi di manovra per la destra «classica» sono limitati. Dopo la caduta del muro di Berlino, sarebbe venuto a mancare un modello alternativo di società. Questo permetterebbe ai populisti di destra e di sinistra di sfruttare le inquietudini della popolazione, servendosi di temi quali l’immigrazione e l’ambiente.

Da parte sua, il presidente del Partito liberale neocastellano, Jean-Claude Baudouin, ha annunciato sabato la costituzione di una lista Ecologia liberale in vista delle elezioni federali, alleata con le liste radicali e liberali.

swissinfo e agenzie

Il 21 ottobre i cittadini svizzeri rinnoveranno la totalità del Consiglio nazionale (camera del popolo) e buona parte del Consiglio degli Stati (camera dei cantoni). I seggi da occupare sono 243. Due cantoni (Appenzello Interno e Zugo) eleggono i loro consiglieri agli Stati in altra data.

Il nuovo parlamento eleggerà a sua volta il governo. Nel 2003 l’Unione democratica di centro (UDC), forte della sua avanzata, aveva ottenuto un secondo ministero, a scapito del Partito popolare democratico (PPD).

Del governo federale fanno parte attualmente due liberali-radicali, due socialisti, due UDC e un popolare democratico.

Nel 2003, il Partito liberale svizzero (PLS) aveva perso 2 dei suoi 6 seggi al Consiglio nazionale e quindi la possibilità di formare un gruppo parlamentare autonomo. In seguito i deputati liberali si sono uniti al gruppo radicale.

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