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I sindacati vogliono la formazione continua per tutti

Secondo i sindacati, la formazione dei dipendenti rappresenta il capitale più importante delle imprese Keystone

Tutti i dipendenti devono avere il diritto di perfezionare la loro formazione professionale, per almeno 3 giorni all'anno. È quanto chiede la federazione sindacale Travail.Suisse, secondo la quale verrebbe migliorata in tal modo anche la concorrenzialità della piazza economica svizzera.

La richiesta viene respinta invece dai datori di lavoro, contrari all’introduzione di un obbligo legale.

Benché l’importanza della formazione permanente sia incontestata in Svizzera, le possibilità di beneficiarne sono molto diverse. Per questo motivo Travail.Suisse ritiene indispensabile che venga ancorato un minimo obbligatorio per tutti nella futura legge sulla formazione professionale.

Secondo i rappresentanti della federazione sindacale, che hanno tenuto lunedì una conferenza stampa a Berna, in un’economia moderna e competitiva è primordiale che tutti i lavoratori completino e approfondiscano le loro competenze.

Solo così potranno garantire la loro capacità competitiva sul mercato del lavoro a lungo termine e potranno rispondere alle esigenze del loro impiego.

Tre giorni almeno per tutti

Travail.Suisse chiede quindi alle autorità di istaurare l’obbligo di accordare tre giorni all’anno di formazione permanente a tutti i salariati. A detta della federazione dei sindacati cristiano sociali, questo provvedimento rappresenta un investimento che andrebbe a vantaggio dell’intera economia elvetica.

“La carriera tradizionale dal tirocinio al pensionamento nella stessa azienda e nello stesso campo professionale non esiste più”, ha osservato la responsabile della politica economica di Travail.Suisse Susanne Blank.

Oggi è impossibile una vita professionale senza svolte e cambiamenti. Ciò comporta capacità di adattamento e di flessibilità, ha proseguito la sindacalista. Per far fronte a un mondo lavorativo che evolve a grande velocità, la formazione continua diventa dunque un imperativo.

Il principio di una politica nazionale in materia di formazione continua è iscritto nella Costituzione federale dal maggio 2006. Il governo deve ora decidere come darvi seguito: con una nuova legge specifica sulla formazione permanente o con un semplice adattamento della legge esistente.

L’esecutivo “discuterà ancora quest’anno del tema”, ha indicato la portavoce del Dipartimento federale dell’economia Evelyn Kobelt.

Investimento per le imprese

Secondo i rappresentanti della federazione sindacale, la formazione continua rappresenta anche un’opportunità per le imprese: rappresenta infatti un investimento che aumenta le possibilità di beneficiare di dipendenti produttivi, motivati e innovatori.

Il personale e il suo know-how sono il capitale più importante di un’azienda, ha sottolineato Hugo Fasel, presidente di Travail.Suisse e consigliere nazionale del Partito cristiano sociale.

Secondo il parlamentare friburghese, l’iscrizione nella legge del carattere obbligatorio della formazione permanente è una necessità. Ciò garantisce infatti “pari opportunità a tutti i lavoratori”, ma anche alle aziende. Parte di queste infatti non investono in questo campo, ma approfittano degli investimenti effettuati da altre imprese, ha osservato Fasel.

Datori di lavoro contrari

Da parte loro, i datori di lavoro si sono finora opposti ad iscrivere nella legge il diritto dei dipendenti alla formazione continua.

“La formazione permanente è una questione che riguarda le aziende e i contratti collettivi di lavoro. Prescrizioni legali in quest’ambito non possono essere una soluzione globale valida”, ha dichiarato a swissinfo Thomas Daun, direttore dell’Unione padronale svizzera.

“La nostra associazione dei datori di lavoro non si oppone al principio della formazione continua. Ritiene però indispensabile che questa possibilità venga offerta ai dipendenti che intendono veramente farne uso”.

swissinfo e agenzie

Secondo la Costituzione, la Confederazione deve promuovere una politica coerente in materia di formazione.

Il nuovo articolo sulla formazione, approvato dall’85% dei votanti nel maggio 2006, chiede alle autorità federali e cantonali di coordinare le loro attività e di cooperare nel settore dell’istruzione, dalle scuole primarie fino all’università.

Nell’autunno prossimo, il governo dovrebbe affidare all’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia il compito di elaborare una nuova legge.

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