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Il dibattito sul risanamento delle finanze in Ticino

Alla ricerca di un compromesso

Il preventivo 2004, adottato dal Gran Consiglio ticinese nel dicembre 2003, prevede un deficit di 326,3 milioni di franchi.

Il 23 giugno 2004 il Gran Consiglio ha approvato il consuntivo 2003 con un deficit da record di 235 milioni di franchi. E, stando alle dichiarazioni del presidente del Governo ticinese Gabriele Gendotti, nel 2004 il deficit effettivo potrebbe addirittura superare i 430 milioni.

Per far fronte a tale situazione il Governo cantonale ha per ora optato soprattutto per un contenimento della spesa pubblica attraverso i tagli in tutti i settori dello Stato.

Secondo il Governo, negli scorsi anni c’è stato un aumento massiccio della spesa cantonale ed è innanzitutto in questo ambito che occorre agire.

Ciò ha portato a un duro scontro politico. All’inizio dell’anno sono stati lanciati quattro referendum contro i tagli nell’ambito scolastico e sociale: il 16 maggio 2004 i cittadini ticinesi ne hanno accettato due mentre altri due sono stati respinti.

Nello stesso giorno, esprimendosi sugli oggetti federali in votazione, i ticinesi hanno pure rifiutato un’ulteriore diminuzione dell’onere fiscale: il pacchetto di sgravi federali è stato infatti bocciato da due terzi dei votanti.

In seguito al voto del 16 maggio i quattro partiti di Governo (Partito liberale radicale, Partito popolare democratico, Partito socialista e Lega dei Ticinesi) hanno dimostrato la volontà di sedersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione di compromesso e per risanare i conti dello Stato. La parola d’ordine è la “concertazione”.

Ma dopo un primo incontro il presidente della Lega ha annunciato il proprio ritiro dalla tavola rotonda. Gli altri tre partiti di Governo continuano invece sulla strada della concertazione.

Per ora si sta profilando una disponibilità comune di entrare in materia su tutti e tre ambiti in cui è possibile intervenire per risanare le finanze cantonali: aumento controllato del debito pubblico, risparmi nella spesa pubblica, aumento delle imposte.

swissinfo, Nenad Stojanovic, Lugano

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