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Il governo presenta la manovra da 3,4 miliardi

Ha presentato i dettagli della manovra: Kaspar Villiger Keystone

La situazione finanziaria della Confederazione peggiora drammaticamente. Il ministro delle finanze cerca consensi per tagliare 3,4 miliardi di franchi.

La manovra è formulata, ma non soddisfa la destra che vuole misure ancora più incisive.

Il ministro delle finanze si appella alla necessità di risanare le casse pubbliche. «Non possiamo applicare la strategia dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia», afferma con coraggio.

La manovra, annunciata già da qualche settimana, è la più rigorosa della storia dello Stato federale e prevede un risanamento dei bilanci entro il 2006. Adesso sono stati presentati i dettagli: con una settantina di misure che coinvolgono tutti i settori d’attività della Confederazione si vuole colmare il dissesto finanziario.

Il progetto si compone essenzialmente di tagli alle attività pubbliche. Ora viene sottoposto ad una procedura di consultazione rapida che si concluderà il 20 giugno. Partiti, cantoni e organizzazioni possono esprimere le loro opinioni. Il Consiglio federale intende presentare alle Camere il piano definitivo ancora prima della pausa estiva.

I primi effetti del progetto del Consiglio federale, ossia risparmi dell’ordine di 800 milioni, dovrebbero farsi sentire già dall’anno prossimo, sempre che il pacchetto non venga modificato dalle Camere. Le altre misure dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2005.

Risparmi ovunque

Il catalogo sembra infinito ed è riassunto in un rapporto di 150 pagine. Si risparmia su tutto: sui richiedenti l’asilo, sugli asili nido, sugli investimenti e sulle strade, sull’aiuto allo sviluppo e sull’agricoltura. Al peggio la difesa nazionale.

Una voce importante riguarda le assicurazioni sociali. Il governo propone di compensare soltanto il rincaro delle rendite vecchiaia e invalidità, senza tener conto dell’indice dei salari. La rendita minima salirebbe così a 1085 franchi al posto di 1095 e quella massima a 2170 al posto di 2190.

I crediti per il settore formazione, ricerca e tecnologia dovrebbero registrare una crescita del 4,5 per cento, malgrado il Consiglio nazionale nella sua ultima sessione abbia voluto mantenere il tasso di crescita del 6 per cento. Si tratta dunque di una posizione di compromesso, in quanto il governo desiderava in un primo momento «fermarsi» al 4 per cento.

Tasse sull’energia?

Contemporaneamente al programma di sgravio il Consiglio federale pone in consultazione anche misure sostitutive per la soppressione degli aiuti finanziari al programma SvizzeraEnergia.

Vengono messe in discussione disposizioni più severe in materia di consumo di energia di apparecchi, di veicoli a motore ed edifici che, da un lato, richiedono modifiche dell’ordinanza (apparecchi, veicoli a motore) e, dall’altro, un adeguamento della legge sull’energia (edifici).

Inoltre, viene proposta una tassa di incentivazione sull’energia a destinazione vincolata che dovrebbe produrre un reddito di circa 60 milioni l’anno (0,04 ct/kWh).

Le misure sono legate al pacchetto ambientale formulato per raggiungere traguardi definiti dai protocolli di Kyoto. Questa soluzione è già prevista dalla legge nel caso i risultati del programma di risparmio energetico non vengano realizzati.

Svizzeri all’estero

Anche gli svizzeri all’estero vedranno il loro paese meno presente nella cultura (ci saranno tagli ai centri culturali presenti in numerose città europee e Pro Helvetia disporrà di meno fondi), le scuole (i contributi per le sedi all’estero verranno ridotti), nell’informazione (per swissinfo/SRI si cerca attualmente un nuovo sistema di finanziamento).

Licenziamenti

Tra i risparmi previsti, 350 milioni di franchi dovrebbero coinvolgere il personale. Il Consiglio federale intende agire sui salari e le rendite, riducendo la compensazione del rincaro e sopprimendo definitivamente 400 posti di lavoro. Altri 200 posti saranno attribuiti alla riserva del Consiglio federale e destinati all’adempimento di nuovi compiti prioritari.

A questi si aggiungono 2’500 posti che il Dipartimento della difesa (DDPS) intende tagliare entro il 2010. Nel limite del possibile i tagli dovrebbero avvenire senza licenziamenti.

Comitato borghese vuole di più

Secondo un comitato interpartitico, composto di parlamentari di destra, il piano di risanamento delle finanze federali, illustrato lunedì da Kaspar Villiger, è «un primo passo necessario, ma non sufficiente». Il bisogno di tagli – dicono – ammonta a oltre 5 miliardi di franchi.

Il governo propone inoltre di analizzare la possibilità di aumentare puntualmente la pressione fiscale. Ma l’opposizione è decisa: «Occorre respingere con chiarezza gli aumenti di imposta o nuove fonti di entrate: non farebbero che differire e accentuare il problema», hanno già affermato i borghesi.

A lungo termine, afferma questo comitato, si impongono riforme strutturali. Ma anche la sinistra ha già fatto sentire la sua voce: si combatterà contro uno smantellamento dello Stato sociale.

«La sfida maggiore rimane comunque l’evoluzione demografica del paese», ha affermato però Villiger. Invecchiamento e substrato fiscale devono rimanere sotto controllo per evitare l’esplosione delle uscite e il crollo delle entrate.

swissinfo e agenzie

Lo Stato è un importante motore dell’economia. Vista la difficile situazione congiunturale e la crescita vicino allo zero, si pone il problema: la manovra ritarderà la ripresa?

Secondo Villiger non sarà così. L’attuazione graduale del programma di sgravio consentirebbe di ridurre le conseguenze.

In tal modo, la Confederazione può seguire l’andamento anticiclico della sua attuale politica finanziaria espansiva e applicare gli impulsi restrittivi solo quando l’economia registrerà una nuova ripresa.

Uno studio dell’istituto BAK Basel Economics ritiene che le misure di risparmio attenueranno solo minimamente la crescita economica negli anni 2004-2006.

Se le misure di risparmio ammontassero a 5 miliardi ed oltre, l’effetto frenante sarebbe decisamente maggiore.

Questi effetti sarebbero controbilanciati da tre vantaggi: meno costi per gli interessi sul debito, minore necessità di capitali per finanziare la gestione e, a lungo termine, sgravio per le generazioni future.

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