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Il governo vuole tagliare le rendite LPP

Entro il 2011, i pensionati rischiano di percepire rendite sensibilmente più basse Keystone

Per garantire il futuro della previdenza professionale, il Consiglio federale propone di abbassare entro 5 anni le rendite versate agli assicurati.

Il progetto governativo, che prevede di ridurre dal 7,2 al 6,4% il tasso di conversione in rendita dei capitali, è criticato dai sindacati e sostenuto dagli assicuratori.

Le rendite del secondo pilastro rischiano di essere ulteriormente ridotte.

Il governo ha infatti incaricato il Dipartimento federale dell’interno di elaborare, entro la fine di gennaio 2006, un avamprogetto per la revisione della Legge sulla previdenza professionale (LPP), che prevede una marcata riduzione dell’aliquota di conversione minima del capitale costituito fino al pensionamento.

Secondo la proposta del Consiglio federale, il tasso di conversione dovrebbe gradualmente scendere entro il 2011 dal 7,2 al 6,4 per cento.

In altre parole, per ogni 100’000 franchi di capitale costituito al momento del pensionamento, gli assicurati riceveranno soltanto 6400 franchi di rendita annuale, invece dei 7200 attuali.

Tasso previsto troppo elevato

La proposta governativa va ancora oltre la riduzione contenuta nell’ultima revisione della LPP, che prevedeva una contrazione del tasso dal 7,2 al 6,8 per cento entro il 2015.

Secondo il Consiglio federale, anche dopo questa riduzione, il tasso di conversione rimarrebbe troppo elevato tenendo conto della situazione sui mercati finanziari.

Gli esperti di economia prevedono infatti che l’inflazione e i tassi d’interesse nominali resteranno relativamente bassi nei prossimi anni.

Per garantire il finanziamento delle rendite a lungo termine, minacciate dall’invecchiamento della popolazione, è quindi necessario ridurre l’aliquota in modo più drastico di quanto previsto dalla legislazione in vigore, ritiene il Consiglio federale.

Soltanto così, a detta del governo, si potrà impedire che gli istituti di previdenza si trovino in futuro a dover versare rendite insufficientemente finanziate, mettendo così in pericolo la stabilità finanziaria della previdenza professionale.

Nessun aumento dei contributi

Per contro, il Consiglio federale respinge la proposta di aumentare i contributi versati dagli assicurati alla previdenza professionale, come richiesto da alcune parti per evitare una riduzione troppo forte delle rendite al momento del pensionamento.

Secondo il governo, anche con un’aliquota di conversione più bassa potrà essere raggiunto l’obbiettivo principale del secondo pilastro, ossia garantire assieme alle rendite dell’AVS (Assicurazione statale per la vecchiaia e i superstiti) il 60 per cento dell’ultimo salario percepito prima del pensionamento.

Il Consiglio federale vuole tra l’altro evitare che un aumento dei contributi versati per la previdenza professionale si traduca in una diminuzione dei salari degli assicurati.

Come in passato, il governo intende quindi lasciare alla discrezione degli istituti di previdenza l’applicazione e il finanziamento di eventuali misure d’accompagnamento adeguate alle caratteristiche specifiche dei singoli istituti e alla loro situazione finanziaria.

La procedura di consultazione sull’avamprogetto sarà aperta presumibilmente nel gennaio del 2006. Alla fine dell’anno prossimo, il governo dovrebbe quindi sottoporre le proposte al parlamento.

Critiche dei sindacati

Come era prevedibile, le misure proposte dal governo sono state accolte positivamente dagli assicuratori, secondo i quali si tratta di un passo nella buona direzione.

Secondo Hanspeter Konrad, direttore dell’Associazione svizzera degli istituti di previdenza, sarebbe addirittura auspicabile una riduzione più accentuata del tasso di conversione, sui livelli del 6,1 o 6,0 per cento.

L’Associazione svizzera degli assicuratori chiede perfino un abbassamento più rapido e forte del tasso , fino al 5,8 per cento per gli uomini e al 5,4 per le donne.

Da parte loro, le organizzazioni dei lavoratori hanno reagito immediatamente per manifestare il loro malcontento.

Per l’Unione sindacale svizzera la proposta del governo è avventata e non fondata sulla realtà.

Gli esperti di finanza ed economia pronosticherebbero infatti un’inversione di tendenza sul mercato dei capitali. Un aumento dei tassi d’interesse permetterebbe di rafforzare la capitalizzazione del secondo pilastro.

swissinfo e agenzie

Il governo propone di ridurre dal 7,2 al 6,4 per cento il tasso di conversione della LPP entro il 2011.
Per ogni 100’000 franchi di capitale accumulato al momento del pensionamento, gli assicurati riceveranno soltanto 6’400 franchi di rendita annuale, invece degli attuali 7’200.
In base alla legge attuale, il tasso di conversione dovrebbe scendere al 6,8 per cento entro il 2015.

Il sistema di sicurezza sociale svizzera si basa su tre pilastri:

L’assicurazione statale AVS/AI, le cui rendite devono coprire il minimo esistenziale.

La previdenza professionale (LPP) per tutte le persone attive in Svizzera.

La previdenza individuale facoltativa tramite conti di risparmio, proprietà immobiliare, ecc.

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