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Il mito del fossato economico si affievolisce

Il fiume Sarine, nei pressi di friborgo, è il simbolo della divisione linguistica del paese (wikipedia.org) http://de.wikipedia.org (large); swissinfo video doc (small)

Uno studio realizzato dal Credit Suisse evidenzia che la Romandia beneficia di un potenziale economico equivalente a quello della Svizzera tedesca.

Smentita dunque l’immagine di un “Röstigraben” nell’economia, che vedeva un dominio delle regioni germanofone sui cantoni romandi.

Benchè sussitano delle variazioni cantonali, nella Svizzera francese il passaggio dall’industria tradizionale ad una società basata sul sapere, dominata dai servizi e dall’industria di punta, si è svolto in modo più che positivo.

La crescita economica che ha caratterizzato la Romandia non ha così nulla da invidiare a quella registrata nel resto del paese.

Le condizioni quadro della regione non sono tuttavia ottimali, in particolare per quel che riguarda l’esplosione della spesa pubblica in seguito alla debolezza congiunturale degli anni ’90.

Sono queste le conclusioni di uno studio del Credit Suisse pubblicato martedì, che ha analizzato le caratteristiche delle 28 regioni che compongono i sei cantoni romandi.

Molto bene Ginevra e Vaud

Nella Svizzera romanda abitano oltre 1,8 milioni di persone, pari al 25% della popolazione elvetica.

In base al potenziale di crescita a lungo termine, calcolato tenendo conto di cinque criteri (tassazioni di persone e ditte private, presenza di personale altamente qualificato, livello di formazione della popolazione e vie di comunicazione), Ginevra si situa al quarto rango in Svizzera, dopo Zugo, Zurigo e Nidwaldo.

Grazie soprattutto alla favorevole posizione a livello geografico ed alla forte presenza di personale altamente qualificato, il canton Vaud presenta, come il vicino ginevrino, un potenziale leggermente superiore alla media nazionale.

Friborgo, Neuchâtel, Vallese e Giura si collocano invece al di sotto della linea, penalizzati dal sistema di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani. Per Friborgo, Vallese e Giura il livello della formazione è inoltre più basso della media del paese.

Tutti i cantoni romandi sono caratterizzati da una forte imposizione fiscale delle persone fisiche e giuridiche. Soltanto il Vallese si distingue dal gruppo, grazie ai minori carichi fiscali che impone alle proprie imprese.

Queste tendenze sono state osservate per tutte le 28 regioni.

A Nyon si guadagna di più e si spende di meno

Grazie alle tassazioni relativamente basse ed alla presenza di numerosi lavoratori qualificati, Nyon – cittadina vodese ai bordi del lago Lemano – si posiziona in cima alla lista.

Seguono Ginevra, Morge/Rolles, Losanna e Vevey/Lavaux.

Con un reddito annuo di circa 38’000 franchi, le economie domestiche romande presentano un livello inferiore alla media nazionale (41’000 franchi).

I meglio piazzati sono ancora una volta gli abitanti di Nyon, che possono vantare un’entrata annua di oltre 50’000 franchi.

Struttura eterogenea dei settori

Anche osservando la struttura settoriale si riscontrano numerose differenze fra una regione e l’altra.

Queste differenze sono rilevabili nei diversi livelli di creazione del valore aggiunto per impiegato.

Il livello più elevato è stato registrato a Ginevra, grazie al settore bancario e alle altre categorie di servizi.

Vaud approfitta invece della presenza del settore dei servizi alle imprese e dei rami dell’informazione, mentre Neuchâtel, con le sua industria di punta, si posiziona tra i cantoni industriali che generano il più alto valore aggiunto.

Le ditte attive nel settore chimico consentono invece al Vallese di precedere il canton Friborgo ed il Giura, ancora ancorati ad un’industria tradizionale.

Forte urbanizzazione

Lo studio del Credit Suisse sottolinea inoltre che il processo di urbanizzazione della Romandia è stato molto più accentuato rispetto alle altre regioni del paese.

Al giorno d’oggi, l’85% dei francofoni vive all’interno di agglomerazioni.

Parallelamente, il miglioramento della rete dei trasporti ha favorito la mobilità dei pendolari e circa il 60% dei lavoratori svolge la propria attività professionale al di fuori del comune di domicilio.

Futuro difficile per le periferie

Assieme alla forte presenza del ramo bancario, dei servizi alle imprese e dell’industria di punta, il dinamismo demografico consente un certo ottimismo per quel che riguarda lo sviluppo economico della Svizzera Romanda.

Il suo potenziale rimane però concentrato nelle zone lungo il lago Lemano.

Il futuro si presenta dunque più difficoltoso per le regioni periferiche, le quali dovranno imperativamente imporsi in quei settori dove dispongono di un vantaggio competitivo o di conoscenze particolari.

Lo studio suggerisce che l’alleggerimento dell’imposizione “potrebbe costituire una strategia per dare un impulso alle regioni svantaggiate dalla loro topografia”.

Risanare le finanze

Gli economisti del Credit Suisse sottolineano infine l’importanza di rimediare alla “pericolosa situazione finanziaria” dei cantoni romandi, creatosi dopo la debolezza congiunturale intervenuta all’inizio degli anni’90.

Le casse di Vaud e Ginevra sono addirittura “in uno stato allarmante”.

Solamente il risanamento delle finanze permetterà ai cantoni francofoni di migliorare i fattori di localizzazione ed il finanziamento di investimenti importanti per il futuro.

swissinfo e agenzie

La struttura settoriale e l’attuale andamento congiunturale della Svizzera romanda non sono più deboli che nella Svizzera tedesca.

Benché sussistano variazioni cantonali, il passaggio da un’economia contrassegnata dall’industria tradizionale a una società basata sul sapere, dominata dai servizi e dall’industria di punta, si è svolto in modo ottimale.

La qualità della localizzazione e la salute delle finanze pubbliche oscurano tuttavia questi buoni risultati.

La Romandia conta oltre 1,8 milioni di abitanti, ciò che rappresenta il 20% della popolazione elvetica.
La crescita demografica negli anni ’90 è stata dello 0,8%.
0,7% l’aumento medio in Svizzera.
38’000 franchi il reddito annuale dei romandi.
41’000 franchi la media nazionale.

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