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Il Parlamento al completo

Il nuovo Parlamento inizierà a lavorare il prossimo 1° dicembre con l'apertura della sua sessione invernale Keystone Archive

Con la riconferma di Dick Marty e Filippo Lombardi al Senato, tutti i seggi delle Camere federali sono stati occupati dopo le elezioni di ottobre.

Il nuovo Parlamento sarà chiamato già tra pochi giorni ad affrontare la sessione invernale e una forse burrascosa elezione del governo.

Tutto come previsto nell’ultimo appuntamento con le urne, atteso per conoscere la composizione definitiva del nuovo Parlamento svizzero.

Nel voto di ballottaggio tenuto questa fine settimana nel Canton Ticino, gli elettori hanno riconfermato in carica i due senatori uscenti: Dick Marty del Partito liberale radicale (PLR) e Filippo Lombardi del Partito popolare democratico (PPD).

Marty, già membro del Consiglio degli Stati dal 1995, ha ottenuto il miglior risultato con oltre 33mila voti.

Più di 30mila voti sono andati invece a Filippo Lombardi, entrato nella Camera alta nel 1999.

Il senatore del PPD non è stato quindi penalizzato per le sue “vicende automobilistiche e giudiziarie”, venute alla luce poche settimane orsono, che sembravano dover ostacolare la sua carriera politica.

Il candidato del Partito socialista (PS), Marco Maurizio, ha sfiorato i 20mila voti, mentre quasi 12mila preferenze sono state assegnate al presidente della Lega dei ticinesi, Giuliano Bignasca.

Sinistra e destra in ascesa

Con i risultati del Canton Ticino, gli effettivi del Camere federali sono quindi di nuovo al completo.

Un parlamento più “rinnovato” del solito quello che emerge dalle elezioni del 19 ottobre e dai successivi ballottaggi di novembre.

Tra i cambiamenti principali spicca chiaramente il successo dell’Unione democratica di centro che ha conquistato ben 12 nuovi mandati e diventa il primo partito svizzero con 63 seggi (55 al Consiglio nazionale e 8 al Consiglio degli Stati).

Confermando la crescente polarizzazione dello scacchiere politico svizzero, anche il Partito socialista ha registrato una nuova progressione, passando da 57 a 61 seggi (52 CN e 9 CS).

Assieme, PS e UDC disporrebbero praticamente di oltre la metà dei seggi del Consiglio nazionale e perfino dell’Assemblea federale. Ma si trovano su posizioni troppo contrapposte per approfittarne e per allacciare una qualsiasi alleanza strategica.

Centro in calo

A fare le spese di questa polarizzazione sono chiaramente i due schieramenti di centro, che avevano dominato la vita politica svizzera per oltre un secolo.

Il PLR subisce la sua più grave sconfitta dal 1919 e scende da 61 a 50 seggi (36 CN e 14 CS).

Di nuovo in perdita di consensi anche il PPD che vede la sua rappresentanza parlamentare assottigliarsi nuovamente, passando da 50 a 43 mandati (28 CN e 15 CS).

Diventato il più piccolo dei 4 partiti di governo già nel 1999, il PPD vede ora seriamente minacciato il suo secondo seggio in Consiglio federale. Un seggio che l’UDC rivendica con grande clamore dopo il successo del 19 ottobre.

Anche il PLR in pericolo

Ma, a seconda dei giochi politici, l’agguerrita candidatura del leader dei centristi, Christoph Blocher, potrebbe togliere uno dei due seggi governativi al PLR.

Pur essendosi schierati rapidamente a sostegno delle pretese dell’UDC, i radicali vedono la loro presenza governativa indebolita dalle dimissioni di Kapar Villiger.

Socialisti, ecologisti ed evangelici potrebbero dare un colpo di mano al PPD. Assieme dispongono di un voto in più della maggioranza dell’Assemblea federale, chiamata a designare la composizione dell’esecutivo il prossimo 10 dicembre.

E neppure i socialisti sembrano in realtà al riparo da un “tiro mancino” da parte dei tre schieramenti borghesi che, unendosi, rimangono determinanti in Parlamento, con 164 rappresentanti su 246.

59 volti nuovi

Chiamato a riunirsi già il prossimo 1° dicembre per la sessione invernale delle Camere, il Parlamento si presenta con 67 volti nuovi: 59 al Nazionale e 8 agli Stati.

Le donne continuano a rappresentare soltanto un quarto dei membri del Parlamento: 50 rappresentanti femminili figurano nella Camera bassa (+1) e 11 nella Camera alta (+2).

Da notare, per concludere, che dalle ultime elezioni esce un legislativo leggermente invecchiato. L’età media degli eletti è salita a 52 anni, contro 50 nel 1999.

swissinfo, Armando Mombelli

La nuova composizione del Parlamento:

Unione democratica di centro 63 seggi (55 Consiglio nazionale e 8 Consiglio degli Stati).

Partito socialista 61 (52 e 9).

Partito liberale radicale 50 (36 e 14).

Partito popolare democratico 43 (28 e 15).

Verdi 13 (solo Consiglio nazionale).

Partito liberale 4.

Partito evangelico 3.

Partito del lavoro 3.

Unione democratica federale 2.

Partito cristiano sociale 1.

Alternativa socialista-verde 1.

Lega dei ticinesi 1.

Democratici svizzeri 1.

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