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Il polverone di Chirac sul segreto bancario

Il presidente francese ha trasmesso da Parigi il suo messaggio agli ospiti di Davos Keystone

L’idea del presidente francese provoca l'ira dei banchieri e del ministro delle finanze e la gioia delle ONG.

La sua proposta: tassare i flussi di capitali in entrata e in uscita nei paesi che praticano il segreto bancario per raccogliere fondi per la lotta contro l’aids.

Presentata in occasione del Forum economico mondiale di Davos (WEF), l’idea viene definita “ottima” dalle ONG e “strampalata” dall’Associazione svizzera dei banchieri (ASB). Il suo portavoce James Nason, interpellato da swissinfo, parla fuori dai denti.

Che la Francia tassi i dittatori!

“Un’idea migliore sarebbe se i francesi, così buoni, imponessero una tassa sui salvadanai dei dittatori che investono in proprietà immobiliari sulla Costa Azzurra. E magari ci aggiungano pure una tassa sui prestiti bancari e la vendita di armi ai regimi brutali e repressivi”.

Seccata anche la reazione del ministro delle finanze elvetico, Hans-Rudolf Merz: “Si tratta di un’ingerenza in questioni interne del nostro paese. Il presidente francese ha il diritto di esprimersi su questi argomenti, ma deve accettare il fatto che noi abbiamo le nostre procedure interne e una politica chiara sul segreto bancario. Di queste cose si può parlare nell’ambito di negoziati bilaterali, durante i quali noi difenderemo il segreto bancario così com’è”, ha detto il ministro ai microfoni della RSI.

Secondo il segretario generale dell’ASB, Michel Dérobert: «Jacques Chirac sbaglia bersaglio, la sua proposta mescola cose che non vanno mescolate. L’evasione fiscale dei paesi in via di sviluppo, che spesso hanno problemi di corruzione, non va forzatamente in Svizzera, ma verso numerosi paesi che non hanno il segreto bancario», e menziona direttamente la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.

ONG: “un’ottima idea”

Le associazioni non governative elvetiche (ONG) esprimono invece soddisfazione per la proposta dal presidente francese.

“E’ un’ottima idea”, ha affermato Andreas Missbach, della Dichiarazione di Berna (DB), durante una conferenza stampa sulla giustizia fiscale, a margine del Public Eye on Davos.

Questa proposta farà aumentare la trasparenza nel movimento dei capitali, secondo Bruno Gurtner, della Comunità di lavoro delle organizzazioni svizzere di cooperazione internazionale.

Per Matthias Herfeldt (DB) la proposta di Chirac dimostra che il legame tra fiscalità e povertà comincia a far breccia nelle coscienze.

Tutta questa tematica è stata approfondita in una conferenza stampa di «Tax Justice Network», una rete di ONG messa in piedi nel 2002 al Forum sociale di Firenze per iniziativa di associazioni elvetiche, quali DB, enti assistenziali e Attac.

Numerose multinazionali si sono attrezzate per evitare di pagare imposte nei Paesi in cui operano, dicono le ONG. Si tratta di un’evasione fiscale «aggressiva» che ostacola fortemente il raggiungimento degli obiettivi del Millennio, fissati dall’ONU nel 2000 e che prevedono di dimezzare la povertà entro il 2015.

Tassa già prevista dagli accordi bilaterali bis

Quanto a nuove eventuali pressioni sul segreto bancario, il portavoce del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Dieter Leutwyler non ha voluto lanciarsi in speculazioni.

Gli accordi bilaterali bis preconizzano già la tassazione dei redditi dei risparmi dei residenti dell’Unione europea, al fine di ostacolare possibili fughe di capitali verso la Confederazione. Il provvedimento entrerà in vigore il primo luglio.


swissinfo e agenzie

Secondo l’ONG “Tax Justice Network”, l’evasione fiscale fa perdere circa 50 miliardi di dollari all’anno ai paesi in via di sviluppo.
Secondo questa ONG e l’ONG “Dichiarazione di Berna” ogni anno l’evasione fiscale porta nelle banche svizzere cinque volte la somma messa a disposizione dalla Svizzera per l’aiuto allo sviluppo.

Per fornire nuovi mezzi alla lotta all’aids, Chirac ha ventilato una tassa di solidarietà internazionale – sulle transazioni finanziarie, sui biglietti aerei o sui paradisi fiscali.

La tassa consentirebbe di mobilitare fino a dieci miliardi di dollari all’anno.

La sua iniziativa, annunciata mercoledì al WEF di Davos, si concretizzerà in una proposta dettagliata che verrà presentata all’ONU in settembre.

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