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In discussione il ruolo dell’aeroporto di Kloten

Sala d'imbarco del nuovo dock costato 764 milioni di franchi ed inaugurato lo scorso 5 dicembre. Unique/Ralph Bensberg

Le critiche degli esponenti zurighesi dell'Unione democratica di centro. Sospetti di manovre pre-elettoralistiche.

Il ridimensionamento chiesto dal partito di Blocher in contrapposizione ai piani di sviluppo del governo cantonale zurighese.

L’aeroporto intercontinentale di Zurigo-Kloten va ridimensionato.

A sostenerlo, in netta controtendenza rispetto al Consiglio di Stato zurighese ed agli ambienti politici ed economici, l’UDC zurighese.

La reazione degli altri partiti oscilla tra il sospetto di una manovra elettoralistica e la pura incredulità, visto che dietro la provocazione s’è rivelato esserci lo stesso Christoph Blocher.

Sasso nello stagno

A prestarsi al gioco di tirare il classico sasso nello stagno è stato il candidato Udc al governo cantonale, Hans Rutschmann (le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Stato e del Parlamento di Zurigo sono in programma per il 6 aprile), spalleggiato dal suo compagno di partito e consigliere nazionale Hans Kaufmann.

In una conferenza stampa tenuta la scorsa settimana, i due uomini politici hanno sostenuto che la discussione intorno all’hub zurighese ed al traffico aereo si è arenata.

Il ministro cantonale competente, Ruedi Jeker, e i suoi colleghi non sanno più che pesci pigliare, mentre tra la popolazione cresce la protesta per il rumore provocato dal traffico aereo.

“Stop al gigantismo”

Secondo Rutschmann, quello di Kloten deve diventare un aeroporto più piccolo, commisurato agli interessi economici del cantone, che riduca il numero dei collegamenti intercontinentali e rinunci al suo ruolo di hub.

Nettamente da respingere sarebbe il «predominante gigantismo» ispirato unicamente agli interessi della società areoportuale Unique e della compagnia di bandiera Swiss.

Le grandi dimensioni, secondo Rutschmann, non possono essere un obiettivo auspicabile; e l’aeroporto oggi è semplicemente troppo grande: il concetto di hub è sorto in una fase di euforia economica, per cui le sovraccapacità create costituiscono un grande rischio finanziario.

In effetti, un’impressione nettamente negativa hanno suscitato le immagini del nuovo dock d’imbarco, costato 764 milioni di franchi ed inaugurato lo scorso 5 dicembre, ma ancora chiuso e desolatamente vuoto: è certo che non sarà utilizzato ancora per parecchi mesi.

“Il cantone si ritiri”

Il cantone di Zurigo è azionista e finanziatore dell’aeroporto: il suo impegno sfiora ormai i due miliardi di franchi, considerate le perdite non recuperate (per il fallimento di Swissair) di 611 milioni di franchi, le partecipazioni a Unique (92 milioni) ed a Swiss (81 milioni), come pure una linea di credito (826 milioni, di cui 400 già versati) per i lavori di ampliamento dell’aeroscalo.

Rutschmann propone che il canton Zurigo venda il 49 per cento delle azioni Unique o riduca la partecipazione ad un terzo del capitale, e che non investa più denaro nell’aeroporto.

Chiede inoltre il ripristino delle rotte di avvicinamento e di allontanamento utilizzate prima del recente accordo con la Germania, che è da respingere perché «discrimina la Svizzera ed ostacola il traffico aereo europeo».

Il numero massimo dei movimenti (decolli e atterraggi) non dovrebbe superare i 320.000 all’anno (attualmente sono 280.000, ma il tetto massimo è fissato a 350.000).

I tenori della politica

Fin qui il sasso lanciato da Rutschmann, che non avrebbe attirato grande attenzione se non fosse intervenuto lo stesso Christoph Blocher a giustificarne e sostenerne le affermazioni.

«Da tempo dubitavamo dell’hub», ha detto il presidente dell’Udc zurighese, «ma ora, con le elezioni alle porte, i cittadini elettori vogliono una chiara presa di posizione.

“Perciò abbiamo insediato un gruppo di lavoro, di cui anche Rutschmann fa parte. Io vi ho collaborato solo marginalmente, ma posso dire che la direzione è giusta. La convinzione a cui siamo giunti è che l’aeroporto è troppo grande».

Le reazioni a Blocher

Questa affermazione di Blocher ha sollevato una (forse finta) sorpresa degli altri partiti zurighesi, i cui rappresentanti non hanno lesinato anche un certo sfottò verso l’Udc.

Alcuni democristiani hanno giudicato l’uscita di Rutschmann e le dichiarazioni di Blocher come una «gag elettorale», che ha l’unico scopo di scatenare la «caccia ai voti» nelle zone del cantone dove lo sviluppo dell’aeroporto viene mal sopportato a causa del rumore.

Per la socialista Dorothee Jaun, «che Unique sia un caso da sanare lo si sapeva da tempo».

La parola ai partiti

Balz Hösly, presidente dei deputati cantonali radicali, precisa: «Il mercato esige il ridimensionamento di Unique e Swiss, che vi stanno già riflettendo sopra, mentre l’Udc annuncia ora come una grande scoperta un processo che è già in atto».

Più asciutto e diretto il capogruppo dei verdi, Daniel Vischer: «Blocher è semplicemente saltato sul treno in corsa».

Il treno già partito, spiega Hösly, è che «l’aeroporto di Zurigo non sarà un megahub. I sogni di grandezza di Unique e di Swiss non sono più attuali».

Svizzera ed autonomia

Attuale è invece la questione di come la Svizzera possa mantenere la propria autonomia, cioè se Swiss e Unique possano continuare ad assicurare i collegamenti intercontinentali; e l’Udc «si sta sottraendo alla responsabilità di affrontare tale questione».

La socialista Jaun aggiunge: «L’Udc agisce come se lo stato dovesse rovinarsi a causa dell’aeroporto e dei posti di lavoro che dipendono da esso.

“Si può certo lasciare l’aeroporto a competere sul mercato, ma non lo si può abbandonare al fallimento. Il cantone di Zurigo non lo permetterà mai», conclude.

Ma Blocher replica: «Il Consiglio di Stato e l’aeroporto devono ora esaminare in modo imparziale e dire che cosa è necessario e che cosa non lo è. Indipendentemente da un’eventuale riduzione di personale».

swissinfo, Silvano De Pietro

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