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In parlamento cognome non rima con parità

La riforma del diritto di famiglia riguardo al cognome sarà verosimilmente ridotta al minimo. La Camera bassa mercoledì ha rinviato il progetto alla competente commissione.

Una stretta maggioranza conservatrice, composta di deputati dell’Unione democratica di centro, Partito popolare democratico e alcuni liberali radicali, ha giudicato che la riforma debba limitarsi alle modifiche imposte dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani del 1994. In altri termini, anche il marito deve avere la possibilità di scegliere un doppio cognome.

Le altre opzioni previste dal progetto – come la possibilità per i coniugi di mantenere ciascuno il proprio cognome e quella di portare un doppio cognome senza il trattino fra i due – sono state considerate inopportune perché possibili fonti di discordie familiari. Gli avversari della riforma hanno sostenuto che la parità dei sessi non deve prevalere sull’unità familiare e sulle sorti dei figli.

Dopo un tentativo fallito di una larga minoranza conservatrice di seppellire tutto il progetto, la Camera del popolo ha deciso, con 99 voti contro 92 e 2 astensioni, di rinviare il disegno di legge alla sua commissione con il mandato di ridurre la riforma ai minimi termini.

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