In pericolo i corsi di lingua e cultura italiana in Svizzera
La comunità italiana in Svizzera è in collera contro la Farnesina: i ritardi nei versamenti dei contributi minacciano i corsi delle circoscrizioni consolari.
Il grido d’allarme è stato lanciato sabato in una conferenza stampa di protesta a Berna, durante la quale è pure stata manifestata la volontà di mobilitazione.
La situazione è tragica, ha sintetizzato Luciano Alberucci, presidente del Comitato attività scolastiche e culturali italiane (CASCI) della Circoscrizione consolare di Berna. Oltre al fatto che il contributo del Ministero italiano degli esteri viene solitamente concesso solo a gennaio, mentre i corsi iniziano già in agosto, i ritardi che si registrano nei versamenti, obbligano il CASCI a ricorrere a crediti bancari e quindi a pagare interessi passivi.
Il problema esiste da vent’anni, ma ora la situazione è precipitata. Nel 2001 il CASCI di Berna ha ricevuto solo un acconto in agosto, che non è bastato a coprire i costi di gestione. Il saldo non è ancora pervenuto e l’importo del contributo per il 2002 è ancora ignoto, ha spiegato Alberucci. È così aumentato l’indebitamento e di conseguenza anche gli interessi passivi.
Insegnanti e personale amministrativo senza stipendio
I primi a farne le spese sono i docenti e il personale amministrativo, che da gennaio non ricevono più lo stipendio. Ancora peggio sono gli arretrati degli oneri sociali: il CASCI-BE non ha più versato i contributi AVS-AI-AD dall’ottobre 2001 e quelli della cassa pensione dal gennaio 2001.
A nome degli insegnanti, Francesco Margarone ha chiesto che lo «Stato italiano assolva quello che è un suo dovere istituzionale» nei confronti dei suoi cittadini all’estero, ossia che finanzi i corsi come dovuto. Dopo aver rilevato che i salari dei docenti di lingua e cultura italiana sono già particolarmente bassi, Margarone ha ricordato che oltretutto gli insegnanti hanno famiglie a carico.
Membri del CASCI devono pagare di tasca propria
L’indebitamento del CASCI ha gravi conseguenze anche per i suoi membri, i quali si sono fatti garanti di fronte alle banche e di fronte alla legge. «Siamo noi che firmiamo la richiesta di credito e di conseguenza dobbiamo pagare. Così come siamo noi che dobbiamo rispondere del corretto versamento degli oneri sociali», ha puntualizzato Luciano Alberucci.
Il caso di Berna non è isolato: nelle stesse difficoltà si trovano tutti i CASCI, hanno confermato numerosi rappresentanti di altre circoscrizioni consolari presenti sabato nella capitale federale. Comune anche la determinazione a chiedere con forza il rispetto dei propri diritti allo Stato italiano. Per esercitare pressioni su Roma, i rappresentanti dei CASCI hanno sollecitato l’intervento dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES) e del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE). L’appello a tutta la comunità italiana in Svizzera è alla mobilitazione.
swissinfo e agenzie
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.