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In piazza contro le operazioni militari a Gaza

La manifestazione di Berna, a cui hanno partecipato anche alcuni parlamentari, si è svolta nella calma Keystone

Diverse migliaia di persone - 7000 secondo gli organizzatori - hanno manifestato sabato pomeriggio a Berna, come in molte altre città europee, contro l'intervento dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza.

I dimostranti, convocati da una cinquantina di organizzazioni tra cui il Gruppo per una Svizzera senza esercito, i Verdi e il Partito socialista svizzero, chiedono la cessazione immediata delle ostilità.

Il corteo pacifista è partito dalla Schützenmatt, presso la stazione, e ha percorso le vie della città vecchia per raggiungere la piazza della cattedrale.

I manifestanti – tra di loro molte famiglie con bambini – hanno agitato bandiere palestinesi e portato striscioni con scritte come «Peace now» («Pace ora») e «Killing is not a solution» («Uccidere non è una soluzione».

I dimostranti hanno anche scandito slogan come «Siamo tutti paletinesi» e «Israele, terroristi».

Solidarietà con i palestinesi

Il consigliere nazionale del Partito del lavoro Joseph Zisyadis ha lanciato un appello alla solidarietà con il popolo palestinese.

«Non c’è una soluzione militare a questo conflitto», ha affermato nel suo discorso alla folla, e ha concluso: «Palestina, perché la comunità internazionale ti ha abbandonata?»

Guy Bollag, dell’organizzazione «Voce ebraica per una pace giusta tra Israele e Palestina», ha assicurato che nel mondo intero ci sono ebrei contrari a questa guerra.

Condanna anche di Hamas

«Siamo preoccupati, tristi e arrabbiati per questa escalation della violenza», ha dichiarato, condannando anche gli attacchi dei fondamentalisti islamici palestinesi di Hamas contro Israele.

Ueli Leuenberger, presidente dei Verdi svizzeri, ha affermato: «Deploriamo qualsiasi violenza militare che colpisce civili». Il Consiglio federale – ha aggiunto – deve intervenire presso il governo israeliano per chiedere la fine della violenza.

Londra, Parigi, Berlino, Milano, Torino

Migliaia di persone hanno manifestato anche in altre città europee contro l’offensiva dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. A Londra si sono riunite nei pressi di Hyde Park 100’000 persone secondo gli organizzatori, 12’000 secondo la polizia.

A Parigi alcune decine di migliaia di persone hanno cominciato a manifestare a metà pomeriggio, scandendo slogan come «Israele assassino» e «Stop al massacro». Per evitare gli atti di vandalismo e gli scontri avvenuti sabato scorso, nella capitale francese sono stati mobilitate 3800 poliziotti.

In Francia sabato si sono svolte manifestazioni anche in un’altra ottantina di località, in seguito all’appello del Collettivo nazionale per una pace giusta e duratura tra palestinesi e israeliani, che riunisce associazioni, partiti di sinistra e sindacati.

In Germania circa 10’000 persone, soprattutto membri della comunità turca, hanno sfilato per le strade di Duisbrug. Un’altra marcia si è svolta a Berlino. Alcune migliaia di persone, tra cui molti palestinesi residenti in Italia, sono scese in piazza anche a Milano e Torino.

Altre manifestazioni si sono svolte ad Atene (2000 persone), Stoccolma (4000 persone), Oslo e Copenhagen. In queste ultime due città si sono registrati delle scaramucce tra manifestanti e polizia.

swissinfo e agenzie

25 gennaio 2006: Hamas vince le elezioni nei Territori palestinesi, conquistando 76 seggi contro 43 assegnati a al-Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas).

8 febbraio 2007: Hamas e al-Fatah raggiungono un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale.

14 giugno 2007: Abu Mazen destituisce il governo diretto da Ismail Haniyehl, leader di Hamas, e proclama lo stato d’emergenza nella Striscia di Gaza.

15 giugno 2007: le forze di Hamas sconfiggono i fedeli di Abu Mazen e assumono il controllo di tutte le istituzioni a Gaza.

28 ottobre 2007: dopo averla dichiarata «entità ostile», Israele impone sanzioni economiche contro la Striscia di Gaza .

27 novembre 2007: ad Annapolis, negli Stati Uniti, rappresentanti dello Stato ebraico e dell’Autorità palestinese si impegnano ad avviare trattative per risolvere il conflitto entro la fine del 2008. I negoziati si insabbiano nuovamente.

27 febbraio – 3 marzo 2008: oltre 120 palestinesi perdono la vita nel corso dell’operazione «Inverno caldo», condotta dalle forze armate israeliane a Gaza.

27 dicembre 2008: in seguito a nuovi lanci di razzi e colpi di mortaio sparati da militanti di Hamas verso Israele, l’esercito israeliano dà avvio ad un intenso bombardamento aereo nella Striscia di Gaza.

3 gennaio 2009: le forze armate dello Stato ebraico lanciano un’offensiva terrestre nel Territorio palestinese.

Dall’inizio dell’operazione «Piombo fuso», condotta da Israele, circa 800 di palestinesi sono rimasti uccisi e più di 3’000 sono stati feriti. 13 le vittime israeliane.

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