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In Svizzera, i Neri si sentono malvisti

Sebbene con un lavoro, i membri della comunità nera si sentono esclusi dalla società elvetica Keystone

La comunità di colore residente in Svizzera non si considera accettata dalla società ed auspica una maggiore promozione del multiculturalismo.

Secondo uno studio realizzato per conto della Commissione federale contro il razzismo, i Neri si sentono vittime di stereotipi, di pregiudizi, di discriminazione e di atti razzisti.





I Neri nella Confederazione, compresi quelli con un lavoro ed amici svizzeri, non si sentono accettati dalla società. Pregiudizi, luoghi comuni, discriminazione e atti razzisti sono un’esperienza comune per questa minoranza della popolazione.

Lo indica uno studio presentato mercoledì a Berna realizzato per conto della Commissione federale contro il razzismo (CFR).

Per il suo presidente Georg Kreis, «la realtà dei Neri che vivono in Svizzera non è abbastanza conosciuta dalla maggioranza bianca, che vive in un contesto bianco».

«Lo studio è dunque una buona premessa per abbattere i pregiudizi che avvolgono la popolazione di colore e che condizionano tutti gli ambiti della loro quotidianità», sottolinea Kreis nella prefazione alla ricerca.

Vecchi stereotipi sempre attuali

Dopo aver interrogato 27 persone con il metodo delle «interviste qualitative», le due autrici dello studio – Carmel Fröhlicher-Stines e Kelechi Monika Mennel – evidenziano che le persone di colore in Svizzera, che costituiscono lo 0,6% della popolazione totale residente, sono considerate un gruppo omogeneo e gli stereotipi di cui sono oggetto risalgono in gran parte all’epoca del colonialismo e della schiavitù.

«Coloro che soffrono maggiormente di questa immagine sono le persone di pelle scura con passaporto rossocrociato, le quali si sentono derubate della propria patria perché considerate straniere e delinquenti», scrivono le due autrici.

Insulti per strada e abusi della polizia

Tra le situazioni che provocano maggiore malessere, quelle più spesso menzionate sono lo sguardo della gente in strada o nei ristoranti o il fatto che nei trasporti pubblici il posto accanto agli intervistati rimane spesso libero.

Più grave ancora, molti denunciano forme di razzismo manifesto. «Una persona interrogata su due è stata insultata più di una volta a causa del colore della pelle», scrivono le autrici. Aggressioni verbali che a volte possono sfociare in atti di violenza fisica.

Secondo gli intervistati, particolare biasimo va alla polizia. «I soprusi delle forze dell’ordine, siano essi verbali o fisici, sono le forme di violenza razzista subite più frequentemente dalla comunità nera», afferma lo studio.

La responsabilità della scuola

Enti pubblici o parastatali raccolgono spesso critiche da parte degli interrogati, che li accusano di lassismo e di minimizzare il carattere razzista di determinate azioni.

Ma, avvertono le ricercatrici, se le rimostranze di bambini e genitori sono liquidate dagli insegnanti con risposte del tipo «è normale che i bambini si comportino così, non è niente di grave», la fiducia nell’istituzione scolastica rischia di sgretolarsi.

Promuovere una società multietnica

Mediando i desideri degli interrogati, le autrici formulano alcune raccomandazioni, soprattutto rivolte alle autorità, le quali dovrebbero impegnarsi a promuovere una società multiculturale, in particolare nella scuola.

Una sensibilizzazione mirata sarebbe pure auspicabile per la polizia, mentre i mass media dovrebbero svolgere un ruolo più attivo di informazione sulla diversità culturale.

Un occhio di riguardo dovrebbe essere rivolto anche al rispetto della dignità umana in ambiti come il mercato del lavoro e dell’alloggio, per evitare ogni forma di discriminazione.

I nuovi arrivati in Svizzera dovrebbero inoltre godere rapidamente di informazioni loro specialmente destinate. A questo scopo è fondamentale sostenere le organizzazioni di neri già attive nel campo dell’integrazione e contro il razzismo.

Nel 2003, la comunità di colore rappresentava lo 0,6% della popolazione in Svizzera.

La cifra rappresenta il 2,4% degli stranieri.

Lo studio “I Neri in Svizzera. Una vita tra integrazione e discriminazione” è stato realizzato tra febbraio e ottobre 2003 da Carmel Fröhlicher-Stines e Kelechi Monika Mennel, due ricercatrici di colore.

27 persone di pelle nera, di cui 20 con il passaporto svizzero, sono state interrogate in base a criteri come il sesso, l’età, la regione linguistica di residenza, la professione, la durata del soggiorno in Svizzera e il Paese d’origine.

Sebbene il lavoro non abbia rappresentatività statistica, esso rivela ad ogni modo fattori sociali oggettivamente valutabili e fornisce indicazioni sul vissuto emotivo della popolazione di colore in Svizzera.

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