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Industria svizzera zoppicante

Gli ordini tengono per l'industria chimico-farmaceutica. Novartis

Il calo della domanda interna e l'assenza di impulsi provenienti dalle esportazioni hanno compromesso la lieve ripresa delineatasi durante l'estate.

Lo dice un’indagine dell’UBS svolta in oltre 300 aziende.

Esportazioni deboli

In base ai dati raccolti dall’UBS, l’industria svizzera ha subito uno stop nel terzo trimestre dell’anno. I settori particolarmente toccati sono quelli degli orologi, delle macchine, dei metalli e delle materie plastiche.

La situazione di fondo si è contraddistinta per il ritardo della ripresa sui più importanti mercati di sbocco esteri e per la scarsa propensione ad investire. Le vendite hanno subito una flessione su base annua sia sul mercato interno sia al di fuori dei confini nazionali.

Soprattutto i rami orientati alle esportazioni sono stati costretti a concedere ampi ribassi sui prezzi a fronte di una costante debolezza della domanda e del forte apprezzamento del franco, scrive l’UBS nell’«outlook» per il quarto trimestre.

Di conseguenza solo il 20 per cento delle imprese interrogate hanno rilevato una progressione dei ricavi, mentre il 46 per cento ha annunciato un calo.

Qualche schiarita all’orizzonte

Anche se a causa di ordini in portafoglio poco soddisfacenti e del basso livello delle riserve di lavoro la congiuntura nell’industria dovrebbe continuare ad essere debole, sono previste schiarite nel quarto trimestre, che non escluderanno ulteriori riduzioni del personale.

Le imprese si attendono una stagnazione per quanto concerne gli ordinativi esteri. La flessione delle nuove commesse provenienti dal mercato interno rallenterà, secondo i pronostici delle imprese.

Il livello della produzione sarà presumibilmente mantenuto, anche in virtù dello smaltimento delle scorte avviato su vasta scala, mentre gli aggiustamenti degli organici, che evidenziano sempre un certo ritardo rispetto al ciclo congiunturale, non sono ancora conclusi.

Ad eccezione dell’industria chimico-farmaceutica, fino a dicembre tutti settori dell’economia prevedono tagli al personale. Un’impresa su tre si vede costretta ad adottare tale provvedimento, osserva l’UBS.

Nonostante le stime generalmente meno pessimistiche per l’ultimo trimestre 2002, i settori alimentare, tessile e chimico-farmaceutico sono gli unici a prospettare tassi di crescita positivi per quanto riguarda nuovi ordinativi, produzione e fatturato.

swissinfo e agenzie

Esportazione debole e calo della domanda mettono in crisi l’industria elvetica
Toccate soprattutto l’industria orologiera, plastica e metal-meccanica
Previsti altri tagli di personale, salvo nell’industria chimico-farmaceutica

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