Prospettive svizzere in 10 lingue

Intervento della BNS: le reazioni

La decisione odierna della Banca nazionale svizzera (BNS) è generalmente stata bene accolta. Non mancano però le critiche...

L’industria svizzera delle macchine è “sollevata”. Swissmem, l’associazione dei costruttori di macchine, avrebbe tuttavia preferito che la BNS intervenisse prima, ha detto il direttore Thomas Daum. Il settore è infatti fortemente dipendente dalle esportazioni, su cui incide ovviamente il corso del franco.

Anche all’UBS l’economista Hanspeter Hausherr ritiene che la BNS non abbia scelto il miglior momento per intervenire. «Avrebbe dovuto agire quando l’euro era a 1.47 franchi per ampiare il movimento», afferma l’esperto. Un’opinione condivisa dal portavoce dell’Unione sindacale svizzera Pietro Cavadini.

Nessuna recessione in vista

Secondo l’economista del Credit Suisse Group (CSG) Anja Hochberg non c’è motivo di panicare: “non c’è una recessione all’orizzonte”, sostiene. Il CSG ha recentemente rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2002 pronosticando una progressione del Pil dello 0,7%, ma punta ancora su un aumento del 2% per l’anno prossimo.

Presso Pictet & Cie, l’economista Bernard Lambert rileva che occorre ora vedere se il provvedimento adottato dalla BNS avrà realmente l’effetto sperato sul corso del franco. “Se le borse continuano l’andamento al ribasso, ciò non si realizzerà”, pronostica Lambert. Se invece i mercati azionari si riprenderanno, il taglio dei tassi avrà ripercussioni positive.

Un’impressione sbagliata

Per il direttore dell’Istituto di ricerche congiunturali (KOF) del Politecnico di Zurigo Bernd Schips, l’intervento è invece “infelice”, nel senso che dà “l’impressione che l’evoluzione congiunturale è negativa”.

A suo avviso, l’impatto dell’allentamento sul corso del franco e sugli investimenti sarà limitato a breve termine. Lo prova il fatto che i recenti tagli dei tassi hanno avuto poche ripercussioni sulle domande di crediti.

Ora tocca ai tassi d’interesse?

Una cosa sembra comunque certa per inquilini e proprietari: la nuova riduzione del Libor a tre mesi, chiama un calo dei tassi ipotecari. Di opinione diversa però sono gli istituti di credito che persistono sulle posizioni già manifestate giovedì quando Mister Prezzi li aveva esortati a compiere un passo in tal senso.

I responsabili delle banche cantonali e delle Raiffeisen hanno ribadito venerdì che un abbassamento dei tassi ipotecari interverrà solo quando i saggi d’interesse sul mercato dei capitali diminuiranno a lungo termine.

Il preposto federale al controllo dei prezzi Werner Marti giudica invece che la BNS abbia dato un “segnale chiaro” e che le banche non abbiano più motivo di non abbassare i tassi ipotecari.

Il consigliere nazionale socialista glaronese pensa che il suo desiderio sarà esaudito nelle prossime settimane. Finora solo la Banca Migros ha ceduto alle pressioni di inquilini e proprietari.

swissinfo e agenzie

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR