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Jean Ziegler nel Consiglio dei diritti umani

I membri del Consiglio per i diritti dell'uomo dell'ONU hanno nominato il sociologo svizzero Jean Ziegler nel Comitato consultativo. Un'elezione che già alla vigilia aveva sollevato critiche.

I 47 Stati membri del Consiglio dei diritti umani, con sede a Ginevra, hanno eletto mercoledì i 18 rappresentanti del nuovo Comitato consultativo, un gruppo di riflessione destinato a sostituire l’ex sottocommissione dissolta nel 2006.

Jean Ziegler, che dovrà lasciare la funzione di relatore speciale dell’ONU per il diritto all’alimentazione che ricopre dal 2000, è stato nominato con 40 voti, grazie in particolare al sostegno di tutti i paesi non allineati, latino-americani, africani e asiatici.

Il gruppo occidentale aveva presentato sette candidati per tre posti. Assieme a Ziegler sono stati eletti il francese Emmanuel Decaux e il tedesco Wolfgang Stefan Heinz.

I criteri per l’elezione sono «la competenza e l’esperienza riconosciute nell’ambito dei diritti umani, una sviluppata moralità, l’indipendenza e l’imparzialità», indica un comunicato delle Nazioni Unite. I membri del Comitato avranno un mandato di tre anni e potranno ripresentarsi una sola volta. La loro prima sessione è prevista dal 4 al 15 agosto.

Una candidatura contestata

La candidatura di Ziegler, sostenuta dal Dipartimento federale degli affari esteri dallo scorso anno, aveva suscitato non poche critiche. Organizzazioni non governative (ONG) e parlamentari esteri avevano tentato di far pressione sulla Svizzera affinché ritirasse la candidatura.

Il capo della delegazione del parlamento europeo per le relazioni con l’ONU, Alexander Graf Lambsdorff, aveva inviato una lettera di protesta all’ambasciatore elvetico a Bruxelles, nella quale accusa Ziegler di aver sostenuto dittatori come Mengistu in Etiopia, Robert Mugabe in Zimbabwe, Fidel Castro a Cuba e Muammar Gheddafi in Libia.

Anche la parlamentare americana Ileana Ros-Lehtinen, di origine cubana, si era rivolta alla consigliera federale Micheline Calmy-Rey, accusando l’ex professore di «relazioni con i dittatori» e «antisemitismo».

Una ventina di ONG avevano inoltre indirizzato un appello al presidente della Confederazione Pascal Couchepin e a Calmy-Rey, in cui criticavano la recente visita del relatore speciale dell’ONU a Cuba, dove «si è rifiutato di incontrare i dissidenti».

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