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L’e-learning muove i primi passi da noi, ma è solo musica del futuro nel Sud

La Fondazione svizzera di cooperazione allo sviluppo tecnico, Swisscontact, vuole promuovere la formazione attraverso internet e i PC - il cosiddetto «e-learning» - nei paesi in via di sviluppo. Uno studio presentato martedì a Zurigo, che affronta la questione sia a livello svizzero che internazionale, mostra che si stanno facendo soltanto i primi passi.

A livello nazionale è emerso che «sia nella formazione professionale che nel campo della promozione delle piccole e medie imprese esiste ancora un grande potenziale per l’impiego delle nuove tecnologie», ha indicato in una conferenza stampa Hans Peter Ming, presidente del consiglio di fondazione di Swisscontact.

Lo studio ha mostrato che nel settore della formazione esiste una buona disponibilità di PC e di collegamenti alla rete. Questi strumenti vengono tuttavia utilizzati in primo luogo per la trasmissione di conoscenze strettamente informatiche, mentre è ancora molto carente l’offerta di software per l’insegnamento di altre materie. Secondo Emil Wettstein, uno degli autori dello studio, «la rivoluzione che le nuove tecnologie dell’informazione (IT) hanno provocato in altri campi, non hanno ancora raggiunto il settore della formazione». Lo sviluppo in questa direzione avviene in modo più lento del previsto, sia in Svizzera che altrove.

Nei programmi di formazione a distanza rivolti ad ampie cerchie di popolazione nei paesi in via di sviluppo si fa ad esempio ancora ricorso in primo luogo alla radio. In molti di questi paesi, soprattutto in Africa, mancano infatti le infrastrutture di base necessarie per l’impiego delle nuove tecnologie.

L’impiego delle IT nel settore della formazione è limitato agli ambienti universitari o a progetti con la collaborazione di partner occidentali, ha affermato Matthias Jäger, autore della parte internazionale dello studio.

Le nuove tecnologie hanno una certa importanza anche per le organizzazione non governative (NGO), che attraverso internet hanno la possibilità di collegarsi tra loro o di accedere a banche dati esterne. In base al rapporto annuale pure pubblicato martedì, Swisscontact ha aumentato la sua attività nel 2000: i fondi a disposizione sono saliti rispetto da 25,2 (1999) a 29,7 milioni di franchi. Più dell’80 per cento delle spese sono coperte dalla Confederazione. Gli investimenti hanno raggiunto i 26 milioni di franchi, di cui il 42 per cento in progetti in America latina. L’anno scorso Swisscontact ha lanciato nuovi progetti in Kosovo, Albania, India e Honduras.

swissinfo e agenzie

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