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L’Europa vuole ridiventare il primo continente del cinema

La commissaria europea Viviane Reding a Soletta Keystone

A Soletta il consigliere federale Pascal Couchepin e la commissaria europea Viviane Reading hanno tracciato un bilancio positivo del programma Media dell'UE, a cui la Svizzera partecipa dal 2006: questa iniziativa ha permesso di rilanciare il cinema europeo di fronte alla forte concorrenza americana.

“Quando ho cominciato ad occuparmi del programma Media, 9 anni fa, negli ambienti del cinema europeo regnava un clima di grande rassegnazione. ‘Non ce la faremo mai a contrastare la concorrenza dell’industria cinematografica americana’, si sentiva dire da ogni parte. Oggi credo che molte cose sono cambiate e l’Europa vuole ridiventare il continente più importante per il cinema”, ha dichiarato Viviane Reding nel corso di un dibattito organizzato questa settimana in margine alle Giornate cinematografiche di Soletta.

Nel giro di un decennio la produzione cinematografica continentale è praticamente raddoppiata, ha sottolineato la commissaria europea incaricata della società dell’informazione e dei media. Mentre all’inizio degli anni ’90 si realizzavano meno di 500 lungometraggi all’anno in Europa, oggi la produzione annuale si aggira sui 1’000 film e permette al cinema europeo di assicurarsi una quota di mercato del 40% nelle sale di proiezione.

Mercato troppo frammentato

Il rilancio del cinema europeo, a detta di Vivian Reding, è stato indubbiamente favorito dal programma Media, lanciato nel 1991 dall’Unione europea. Questo programma, a cui la Svizzera ha aderito nel 2006 con l’entrata in vigore del secondo pacchetto di Accordi bilaterali, mira a promuovere la creazione e la distribuzione di opere audiovisive europee, penalizzate da mercati troppo esigui, frammentati dalle barriere linguistiche e dalle differenze culturali che caratterizzano il Vecchio continente.

“Negli Stati uniti l’industria cinematografica può accedere ad un mercato di diverse centinaia di milioni di persone. In Europa, senza gli aiuti alla distribuzione transfrontaliera concessi dal programma Media, molte pellicole potrebbero rivolgersi soltanto ad un pubblico nazionale alquanto ristretto”, ha spiegato il ministro elvetico della cultura Pascal Couchepin durante il dibattito.

Dotato di un budget di 1,24 miliardi di franchi nel periodo 2007-2013, il programma Media sostiene innanzitutto la promozione all’estero delle pellicole, ma anche la formazione dei professionisti del cinema, le coproduzioni e i doppiaggi. Oggigiorno 9 pellicole europee su 10 che superano le frontiere nazionali beneficiano di contributi del programma dell’UE.

Sete di cultura europea

Aldilà delle cifre, agli occhi di Viviane Reding, si tratta innanzitutto di valorizzare il patrimonio culturale di ogni paese europeo. “Il cinema, fatto di emozioni, ci permette meglio di ogni altra cosa di esprimere e di far conoscere la nostra diversità e la nostra ricchezza culturale”.

La commissaria europea respinge il concetto di “eccezione culturale”, coniato in Francia per far valere la necessità di aiutare la produzione artistica nazionale a fronteggiare la potente concorrenza americana. “Ogni cultura è un’eccezione”, ha sottolineato Viviane Reding.

Secondo la rappresentante dei Ventisette, in tutti i paesi del Vecchio continente la popolazione è assetata di cultura europea. A titolo di esempio ha citato il successo della biblioteca digitale Europeana, lanciata il 20 novembre scorso dalla Commissione europea. “Il giorno in cui Europeana è stata messa online, milioni di persone si sono riversate in poche ore sul suo sito, mandando in tilt tutta la piattaforma internet”.

Vertenza sulla pubblicità

Pascal Couchepin ha quindi ricordato l’importanza dell’accordo Media per la promozione del cinema elvetico in Europa. La Svizzera figura tra l’altro al quinto posto tra i 29 paesi partecipanti per quanto concerne i contributi concessi dal programma europeo alla distribuzione dei film all’estero.

La riconduzione dell’accordo per il periodo 2009-2013 è però minacciata da una vertenza sulla diffusione transfrontaliera di pubblicità televisiva. Mentre la direttiva comunitaria “Televisione senza frontiere” autorizza tutte le emittenti televisive a trasmettere finestre pubblicitarie di alcol in altri paesi, la legislazione svizzera vieta la pubblicità televisiva di queste bevande a livello nazionale.

Per permettere alla Svizzera di continuare ad approfittare dell’accordo Media, entro la fine dell’anno il parlamento dovrà autorizzare le televisioni nazionali a diffondere a loro volta pubblicità di alcol oppure accordare questo diritto soltanto alle emittenti estere, penalizzando l’ente pubblico nazionale, che resterebbe privato di introiti pubblicitari stimati a 7 – 8 milioni di franchi all’anno.

“Si tratta più che altro di una controversia provinciale”, ha dichiarato il ministro della cultura. “Quando si vive in un paese con 4 lingue e culture diverse non si può rinunciare a partecipare a questo programma dell’UE che vuole rafforzare la diversità e la ricchezza culturale in Europa”.

swissinfo, Armando Mombelli

Il programma Media è stato avviato nel 1991 dall’Unione europea per aiutare la produzione audiovisiva europea a fronteggiare la concorrenza dell’industria cinematografica americana.

Media promuove la formazione dei cineasti, lo sviluppo di progetti cinematografici, il doppiaggio e la promozione transfrontaliera dei film.

Il programma Media 2007 – 2013 dispone di un budget di 1,245 miliardi di franchi, di cui due terzi vengono attribuiti alla distribuzione di opere audiovisive al di fuori del paese d’origine.

I contributi del programma Media permettono di sostenere ogni anno oltre 300 lungometraggi europei, un centinaio di festival del film e 670 cinema indipendenti che privilegiano film europei.

La Svizzera, che ha aderito al programma Media nel 2006, partecipa ai finanziamenti con un importo di circa 10 milioni di franchi all’anno.

In seguito a divergenze con l’UE sulle finestre pubblicitarie trasmesse sul mercato elvetico dalle emittenti televisive dei paesi vicini, nel 2007 il parlamento ha rinnovato la partecipazione della Confederazione all’accordo Media solo fino al 2009.

Per permettere alla Svizzera di approfittare anche nei prossimi anni al programma europeo, il governo propone al parlamento di modificare la legge federale sulla radiotelevisione, adeguando le disposizioni sulla pubblicità delle bevande alcoliche alla legislazione europea.

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