Prospettive svizzere in 10 lingue

L’impegno dei partiti tutt’altro che virtuale

Presenza non solo in rete, ma anche fisica. Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz fra gli svizzeri di Monaco di Baviera nel 2005 Keystone

Che si tratti di agire in favore della Quinta Svizzera o di essere presenti all'estero, i partiti svizzeri pronunciano in coro la parola magica: Internet.

In questo anno elettorale desiderano tuttavia che i loro rappresentanti siano fisicamente presenti ai congressi degli Svizzeri all’estero e che la loro visibilità sia fissata a chiare lettere sulla carta.

Più pratico, più rapido, meno caro. I partiti di governo hanno, a quanto pare, trovato la soluzione ideale per essere presenti all’estero in questo anno di elezioni federali. Tutti sono unanimi nel citare Internet al primo posto degli strumenti di comunicazione che consentono loro di far conoscere candidati e programmi agli svizzeri e alle svizzere residenti all’estero.

Anche la loro rispettiva azione politica in favore della Quinta Svizzera, ruota attorno al perno di Internet. Dal partito socialista (PS) al partito liberale radicale (PLR, destra), passando dal partito popolare democratico (PPD,centro destra), tutti sottolineano il loro impegno parlamentare in favore dell’introduzione del voto elettronico.

Una rivendicazione prioritaria per il Consiglio degli svizzeri dell’Estero (CSE). Riunito alla fine dello scorso mese di marzo a Berna, il consiglio ha auspicato che per le elezioni federali del 2011 si passi all’era elettronica.

Facilitare, semplificare

“Da parte dei politici – puntualizza Marc Demierre, responsabile della comunicazione dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) – ci aspettiamo che siano attivi sul dossier del voto elettronico, ma anche presenti nella difesa della rete sconsolare, delle scuole svizzere e della facilitazione alla mobilità”.

Rivendicazioni tutte oggetto di interventi parlamentari, nell’attuale legislatura, da parte di diversi partiti. Nel campo della ciber-amministrazione, per esempio, è il PPD che si è ritagliato un profilo più netto rispetto agli altri, esigendo dal Consiglio federale uno specifico rapporto.

“Gli sportelli virtuali – sottolinea Alexandra Perina-Werz, portavoce del PPD – sarebbero molto pratici per gli svizzeri e le svizzere residenti all’estero, ma anche per coloro che vivono in patria. Nel capitolo delle misure utili tanto sul piano interno quanto per gli espatriati, la portavoce menziona anche le procedure semplificate nel campo delle assicurazioni sociali.

Un terreno sul quale il PLR è ugualmente ben profilato. “All’interno del nostro partito –evidenzia Guido Schommer, segretario generale del PLR – sono numerosi i parlamentari che hanno un’esperienza all’estero: conoscono bene i problemi e agiscono per facilitare gli scambi, in particolare sul piano dei bilaterali”.

Sotto la Cupola di Palazzo federale

In maniera generale i partiti ritengono di consocere bene le difficoltà riscontrate e vissute dagli svizzeri e dalle svizzere all’estero. E anche su questo piano, Internet gioca un ruolo importante grazie all’apertura di comunità virtuali. Socialisti e Verdi hanno pure puntato sui blog.

Ma è specialmente attraverso le rispettivi sezioni internazionali, che i partiti si preoccupano e si occupano della loro “anima estera”. Con 60 membri per la sezione del PS e 150 per quella dell’UDC, queste strutture permettono ai parlamentari di prestare maggiore attenzione ai remi che interessano gli espatriati.

“I nostri parlamentari – indica Miriam Dagai, del segretariato centrale dell’UDC (destra dura) – ascoltano i suggerimenti della nostra sezione internazionale. E il contatto è buono”.

Questo sistema di contatti in rete è uno dei cardini dell’azione del PPD – di cui la deputata Thérèse Meyer presiede il gruppo interpartitico “Svizzeri all’estero” in Parlamento – del PLR del PS in favore della Quinta Svizzera.

Strumenti più classici

I socialisti hanno tuttavia compiuto un passo supplementare. Per migliorare la rappresentanza degli svizzeri e delle svizzere all’estero, presenteranno un’iniziativa parlamentare che chiede una specifica attribuzione dei seggi alle Camere federali. L’idea, già presentata dal PLR nel 2003, non figura tuttavia tra le priorità dell’OSE, che la giudica di difficile applicazione dal profilo politico.

L’organizzazione ritiene che siano comunque necessari degli sforzi supplementari per avvicinare alla politica gli svizzeri e le svizzere all’estero. Il manifesto elettorale dell’OSE esige un invio generalizzato del materiale di informazione dei partiti. I bernesi e gli argoviesi che vivono all’estero ne sono, per esempio, privati.

Se Internet rappresenta davvero uno strumento ideale di comunicazione, i partiti non snobbano, per la campagna elettorale, il ricorso a sistemi classici e tradizionali. Distribuita a 400 mila esemplari, la “Revue Suisse” resta un veicolo di informazione privilegiato per raggiungere svizzeri e svizzere residenti all’estero.

Quanto alla reale e concreta presenza dei politici ai diversi congressi dell’OSE, nessun partito la trascura. In questo anno elettorale, la sfida consiste non solo nel sedurre i circa 111 mila espatriati iscritti nei registri elettorali. Ma anche nel convincere gli oltre 600 mila svizzeri all’estero a prendere parte più attivamente alla vita politica del Paese.

swissinfo, Carole Wälti
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Il numero degli svizzeri e delle svizzere all’estero iscritti nei registri elettorali è in aumento: nel 1992 erano 15 mila, nel 2006 erano 111 mila.
Il 22,5% degli espatriati in età di votare sono iscritti sui registri.
Gli svizzeri e le svizzere residenti all’estero che figurano nei registri elettorali rappresentano più del 2% dell’insieme dei cittadini elvetici.

Dal 1992 gli svizzeri e le svizzere all’estero hanno, sul piano federale, gli stessi diritti politici dei compatrioti che vivono in Svizzera.

Possono votare per corrispondenza o essere eletti nel loro precedente luogo di domicilio o nel loro comune di origine.

Inoltre certi cantoni e certi comuni accordano loro il diritto di partecipare agli scrutini che organizzano.

Dei quattro partiti di governo, soltanto l’UDC costituirà delle liste specifiche per gli svizzeri e le svizzere all’estero. Una sarà proposta a Zurigo e l’altra a Sciaffusa. Una terza potrebbe vedere la luce a Ginevra.

Il PS, il PLR e il PPD hanno invece aperto le loro rispettive liste agli svizzeri e alle svizzere all’estero. Il PPD ha, per ora, dei candidati iscritti nei cantoni di Vaud, Berna e Ginevra.

Al PS non sono giunte, per ora, iscrizioni di candidati espatriati.

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