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L’incredibile epopea del Frauenverein di Zurigo

L'Oval, il ristorante del Letzigrund, uno dei fiori all'occhiello del Frauenverein FZV

Ex capofila della proibizione d'alcol, il "Frauenverein" di Zurigo è oggi un vero e proprio impero gastronomico che annovera, tra l'altro, il ristorante dello stadio del Letzigrund.

Fondato alla fine del XIX secolo da gentildonne della buona società zurighese, la cooperativa ha autorizzato l’alcol solo nel 2001. Presto gestirà anche il caffè di Palazzo federale.

Per il signor Horber, commerciante di bratwurst (salsicce tipiche della Svizzera tedesca), una cosa è certa: le donne non sono all’altezza di gestire una buvette. Lunghe file, mancanza di cibo: dieci giorni fa, in occasione del primo incontro di calcio nel nuovo stadio del Letzigrund, era il caos.

Il concorrente del signor Horber è lo «Zürcher Frauenverein» (l’associazione delle donne di Zurigo) o, secondo il suo nome moderno, il gruppo gastronomico «ZFV-Unternehmungen», che gestisce il ristorante del Letzigrund, l’«Oval», e le buvette dello stadio.

Il Frauenverein ha comunque alla sue spalle un passato intenso. La sua storia combacia come poche altre con quella della città di Zurigo. Nato quasi come un coronamento sacerdotale dei valori cari a Ulrico Zwingli, fondatore della Chiesa riformata svizzera, l’associazione si è vieppiù adeguata alla società contemporanea del divertimento.

Contro l’alcol, per le donne

Fondata nel 1894 da dame della buona società zurighese, la cooperativa si è distinta nel corso del secolo passato per la sua lotta contro l’alcolismo, vero e proprio flagello, e per il miglioramento della condizione femminile.

Il rigore imposto dal Frauenverein era estremo: divieto dell’alcol nei suoi ristoranti, ma anche proibizione imposta agli impiegati di bere pure durante il tempo libero e agli inquilini dei suoi immobili di consumare bevande alcoliche!

«L’apertura è avvenuta progressivamente», ricorda Regula Pfister, direttrice del ZFV e presidente del consiglio d’amministrazione. «Nel 1975/76 la cooperativa è stata aperta agli uomini e ciò ha avuto effetti molto positivi poiché, bisogna ammetterlo, il lavoro, molto spesso sotto forma di volontariato, non era a volte molto professionale».

Ristoranti di lusso

Oggi il ZFV conta tre tipi di esercizi pubblici (100 in totale): quelli in cui l’alcol è ancora vietato (ad esempio delle mense), quelli in cui si vende del vino e quelli in cui sono proposti anche superalcolici.

Il gruppo gestisce dei fiori all’occhiello della ristorazione chic di Zurigo, come il Rigiblick, degli alberghi reputati come lo Zürichberg o il Seefeld, una catena di panetterie o ancora la celebre confetteria Schurter.

Sviluppo prodigioso

L’accettazione dell’alcol nel 2001 è stata una delle condizioni di sopravvivenza del ZFV. E, sotto la guida di Regula Pfister, uno dei motivi del suo sviluppo folgorante.

Dai 400 impiegati nel 1995, il gruppo è passato a 1’500 nel 2006. Nello stesso lasso di tempo, la cifra d’affari è progredita da 49 a 136 milioni di franchi. Il Frauenverein rivendica però ancora lo spirito dei pionieri.

Ogni anno versa un contributo alla lotta contro l’alcolismo e attribuisce un premio di 100’000 franchi a un progetto sociale, nonché 250’000 franchi a diversi altri progetti.

È forse un caso che anche l’altro grande paladino della proibizione dell’alcol, il fondatore della Migros Gottlieb Duttweiler, fosse pure lui zurighese? «Duttweiler era guidato dal medesimo romanticismo sociale – spiega Regula Pfister. Penso del resto che pure la Migros un giorno dovrà adattarsi allo spirito dell’epoca».

«No, è assolutamente chiaro che nei prossimi anni non vi saranno cambiamenti per quanto concerne la vendita di alcol», risponde Peter Naef, portavoce della più grande società di commercio al dettaglio svizzera. «Rinunciamo a queste entrate poiché i nostri clienti lo accettano e perché i nostri statuti autorizzano negozi che ci appartengono, ma che non hanno l’insegna Migros, a vendere alcol».

Ora di polizia

I tempi durante i quali il Frauenverein aveva la reputazione di battersi per far anticipare la cosiddetta «Polizeistunde» (l’ora di polizia, ossia l’ora alla quale bar e ristoranti dovevano chiudere i battenti) appartengono ormai al passato. “Questa reputazione era più forte in Svizzera romanda che in Svizzera tedesca, dove non ha mai suscitato grande fermento”, racconta Regula Pfister.

Non è certo Marie-Claude Bétrix, architetto di origine neocastellana installata a Zurigo dal 1972, che dirà il contrario: «Avevo sentito parlare del Frauenverein, sinonimo di ora di ‘Polizeistunde’, ancor prima di arrivare a Zurigo. All’epoca qui era difficile bere un bicchiere la sera. Arrivando da Neuchâtel, cantone con una lunga tradizione di circoli notturni aperti tutta la notte, lo choc è stato grande!»

Gli abiti neri a pois bianchi sono ormai racchiusi negli armadi: «Era la loro uniforme – si ricorda Urs Peter Naef. Mia nonna è stata presidente. Ci portava nelle cucine di grandi ristoranti. È un ricordo che mi affascina ancora oggi!». E forse presto questo fascino conquisterà anche i parlamentari, che in dicembre scopriranno il nuovo caffè del rinnovato Palazzo federale, ormai nelle mani del Frauenverein.

swissinfo, Ariane Gigon Bormann, Zurigo
(traduzione di Daniele Mariani)

Il “Frauenverein für Massigkeit und Volkswohl” (Associazione femminile per la sobrietà e il benessere pubblico) nasce nel 1894 a Zurigo, su iniziativa di Susanna Orelli-Rinderknecht, della sorella e di altre 13 signore della borghesia locale.

I primi 16’000 franchi raccolti permettono all’associazione di aprire un primo caffè, il “Zum kleinen Martahof”.

Negli anni successivi Susanna Orelli effettua un’intensa lobbying in seno alle autorità per rompere il monopolio delle birrerie sui ristoranti e i caffè.

Nel 1909 l’associazione, che gestisce ormai 10 ristoranti, cambia nome e diventa lo “Zürcher Frauenverein für alkoholfreie Wirtschaft”.

L’associazione, ribattezzata ZFV-Unternehmungen, gestisce attualmente un centinaio di ristoranti, mense, bar, caffetterie…

Nel 2001 Il gruppo ha deciso di accettare anche l’alcol in alcuni dei suoi ristoranti. In 41 locali l’alcol è ancora oggi vietato.

Lo ZFV ha investito 2,5 milioni di franchi nell’infrastruttura del ristorante del Letzigrund, che rappresenta un elemento importante nella strategia di diversificazione del gruppo.

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