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L’ombra di Swissair sul bilancio dell’UBS

Per l'opinione pubblica, il numero uno dell'UBS Marcel Ospel figura tra i responsabili della fine di Swissair swissinfo.ch

Calo dell'utile netto e perdita di immagine in seguito alla bancarotta della Swissair: sono i due dati significativi del bilancio 2001 della maggiore banca svizzera.

Il ruolo dell’UBS nel fallimento della compagnia di bandiera Swissair ha danneggiato l’istituto bancario. Globalmente, 800 milioni di franchi hanno abbandonato l’UBS in seguito alla vicenda.

Dopo la bancarotta di Swissair, un grosso cliente istituzionale ha preferito abbandonare l’UBS, che ha così perso 300 milioni. Una moltitudine di piccoli clienti ha inoltre chiuso i conti presso l’UBS, sottraendo all’istituto mezzo miliardo di franchi.

UBS e Credito svizzero si erano attirate aspre critiche per il loro comportamento nei confronti di Swissair, lo scorso ottobre. L’opinione pubblica aveva indicato nelle due banche i principali responsabili del blocco a terra dei velivoli della defunta compagnia aerea.

Utili dell’UBS in calo del 36%

Confrontata ad una situazione congiunturale mondiale difficile, la maggiore banca svizzera ha subito nel 2001 una marcata erosione dei profitti. L’utile netto è sceso a 4,973miliardi di franchi, rispetto ai 7,79 miliardi del 2000 (- 36%).

Per il solo quarto trimestre, il colosso elvetico dei servizi finanziari ha realzzato un utile netto di 1,106 miliardi di franchi, superiore del 22 per cento al terzo trimestre ma nettamente inferiore (-24 per cento) al quarto trimestre del 2000 (1,45 miliardi). Questi risultati superano comunque le previsioni più ottimistiche degli analisti, che calcolavano per il quarto trimestre una somma compresa fra 642 milioni e 1,02 miliardi.

PaineWebber pesa sui risultati

Il patrimonio complessivo gestito dall’UBS ammontava alla fine del 2001 a 2.457 miliardi di franchi, cifra praticamente invariata rispetto ad un anno prima.

Oltre al difficile contesto economico internazionale, vari fattori straordinari hanno pesato sui risultati del gruppo bancario ed influito sensibilmente sulla flessione dell’utile netto: fra gli eventi eccezionali, l’UBS ricorda gli accantonamenti cui la banca è stata costretta per i risarcimenti delle vittime della Seconda Guerra mondiale, le provvigioni e gli oneri di ristrutturazione in relazione con l’acquisizione della banca americana PaineWebber nonché le perdite subite nel segmento del «private equity» (investimenti in società non quotate).

Soddisfazione malgrado tutto

Malgrado queste traversie, l’istituto di credito è soddisfatto dell’esercizio appena trascorso: le attività principali continuano ad essere redditizie, osservano i responsabili della banca, e globalmente il gruppo registra nuovi importanti progressi.

Nel 2001 gli afflussi netti di nuovi capitali sono ammontati a 102 miliardi di franchi, di cui 22,5 miliardi raccolti dalsegmento di Private Banking (gestione patrimoniale), 36 miliardi generati da UBS PaineWebber e 34,9 da UBS Asset Management.

I proventi operativi sono progrediti a 37,114 miliardi di franchi, in rialzo del 2 per cento rispetto al 2000. Nello stesso periodo sono pure nettamente aumentati gli oneri operativi, raggiungendo 30,396 miliardi, vale a dire quattro miliardi in più del precedente esercizio, ma anche in questo caso la situazione è sotto controllo, sottolinea la direzione dell’UBS.

Tagli contenuti dell’organico

Le condizioni di mercato rimanendo difficili per l’incertezza e la volatilità che deprimono la fiducia degli investitori e i bilanci aziendali, l’UBS continuerà a vegliare attentamente sui costi, effettuando investimenti soltanto nei segmenti strategicamente più importanti.

La gestione accorta degli ultimi due anni ha permesso di evitare finora drastici tagli dell’organico. Malgrado il sensibile deterioramento del quadro congiunturale mondiale, alla fine del 2001 l’UBS impiegava 69.985 dipendenti e collaboratori, una cifra solo lievemente inferiore al personale di un anno prima (71.076).

Prudenza per il 2002

Per il 2002, l’UBS rimane prudente. «Le condizioni congiunturali rimangono difficili: l’incertezza dominante, la volatilità dei mercati e lo scetticismo diffuso degli investitori istituzionali continueranno probabilmente a pesare sulle attività».

Data questa situazione «precaria» – la ripresa economica è prevista soltanto «più tardi» nell’anno – le aspettative di una progressione dei risultati nel 2002 «sono limitate», ammette l’UBS.

swissinfo e agenzie

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