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L’Unione dei contadini vuole il test obbligatorio per la mucca pazza

L'Unione svizzera dei contadini (USC) ha accolto favorevolmente le misure prese mercoledì dal Consiglio federale per far fronte al clima d'insicurezza sul problema della mucca pazza. Come prossimo passo comunque - indica l'USC - il test di depistaggio dell'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) deve diventare obbligatorio.

La Confederazione di depistaggio sistematico invece per il momento non ne vuol sapere. Giovedì ha preso due misure per sostenere il mercato: ha deciso di acquistare carne per 7 milioni di franchi – destinata all’aiuto alimentare nella Corea del Nord – e di promuovere una campagna d’informazione per ulteriori due milioni.

Soddisfatta per le misure prese, l’Unione svizzera dei contadini vuole però l’estensione del test anti-BSE a tutte le mucche di oltre 20 mesi. «Si tratta di riconquistare la fiducia dei consumatori e di aumentare la sicurezza alimentare», si legge nella nota dell’USC.

Per affrontare la crisi della mucca pazza la Confederazione deve impegnare ulteriori mezzi finanziari. «Molti contadini si trovano in pericolo per il crollo dei prezzi e la continuità di molte aziende è minacciata».

Oltre al rapido risarcimento dei grossi produttori di carne da macello, l’USC ritiene inoltre necessari l’introduzione di un certificato di origine per la merce importata e un aumento dei controlli doganali.

Infine, l’USC auspica l’introduzione di un programma di sostegno per l’introduzione di proteine vegetali in sostituzione di quelle animali nei foraggi.

swissinfo e agenzie

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