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La battaglia di Kloten

Il nodo principale dell'accordo è la limitazione dei sorvoli e il divieto dei voli notturni Keystone

L'accordo aereo firmato dalla Germania e dalla Svizzera passa mercoledì davanti al Consiglio nazionale. Le possibilità che sia approvato sono minime.

Di primo acchito, la questione può apparire puramente tecnica e locale. Si tratta di regolamentare il sorvolo della Germania meridionale da parte degli aerei in arrivo o in partenza dell’aeroporto di Zurigo-Kloten. Ma il tema è al centro di un vivace dibattito politico.

Prima di tutto perché riguarda le relazioni della Svizzera con il suo potente vicino del nord. Ma anche perché è il traffico aereo è un tema sensibile, dopo il fallimento di Swissair e i 2 miliardi di franchi investiti dallo stato per garantire l’esistenza di una compagnia aerea nazionale.

Riassumendo, lo scorso ottobre la Germania e la Svizzera hanno firmato un accordo aereo, al termine di un lungo e difficile negoziato. Punto cruciale: la limitazione del sorvolo del territorio tedesco da parte degli aerei in avvicinamento a Kloten. L’accordo fissa un limite massimo di 100’000 sorvoli, il che equivale ad una riduzione di circa un terzo. Dovrebbe entrare in vigore nel 2005.

Prima di allora, si prevedono altre restrizioni: il divieto di sorvolo notturno tra le 22 e le 6 durante la settimana e dalle 20 alle 9 nei fine settimana e nei giorni festivi. A Berlino l’accordo è già stato approvato dal Bundestag, la camera bassa del parlamento, contro il parere dell’opposizione di centro destra.

Il sì ha poche possibilità

In Svizzera invece il processo di ratifica è partito male. Prima ancora della firma, Unique – la società che gestisce l’aeroporto di Zurigo – si è schierata contro l’accordo. Seguita da altri operatori del settore aereo, tra cui la nuova compagnia Swiss.

Il testo è affrontato mercoledì dal Consiglio nazionale. Ma neppure il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger ci crede più, dopo che il governo zurighese si è schierato con gli oppositori, a fine maggio, pur avendo sostenuto in precedenza l’accordo.

“Ormai non argomento più con l’idea di ottenere un sì in parlamento”, ha ammesso domenica nelle colonne del settimanale NZZ am Sonntag. “Lo faccio perché più tardi nessuno mi possa rimproverare di non avere indicato le conseguenze di un no.”

In effetti, le discussioni in seno ai gruppi parlamentari hanno già rivelato un ampio fronte contrario fra i partiti di governo. Il no domina sia fra i radicali, sia fra i democristiani, sia fra i democratici di centro. Solo i socialisti sono per il sì.

Un accordo discriminatorio

Gli oppositori criticano prima di tutto che l’accordo si basi su una limitazione dei voli e non su sulle effettive emissioni foniche. Cosa che impedirà a Kloten di approfittare dell’evoluzione tecnica, poiché gli aerei commerciali tendono a fare sempre meno rumore.

L’altro principale rimprovero verte sulla natura discriminatoria dell’accordo, in quanto impone all’aeroporto di Zurigo-Kloten delle restrizioni più severe di quelle imposte agli aeroporti tedeschi. I concorrenti, Monaco e Francoforte, sono così favoriti.

L’accordo comporta inoltre, secondo gli oppositori, una discriminazione nei confronti della popolazione svizzera, obbligato a subire maggiori immissioni foniche, mentre i vicini tedeschi sono meglio protetti.

Rischi elevati

Completamente diversa, ovviamente, l’interpretazione fornita dal dipartimento di Moritz Leuenberger: “L’accordo aereo costituisce al momento la miglior soluzione per l’aeroporto di Zurigo, la compagnia Swiss e l’insieme della popolazione svizzera.”

Il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e della comunicazione (DATEC) sottolinea in particolare i rischi nell’eventualità che l’accordo sia respinto. I responsabili tedeschi hanno in effetti già fatto sapere che in tal caso imporranno delle misure unilaterali.

Con restrizioni ancora più severe: un limite di 80’000 voli e il divieto notturno prolungato. In più, i tedeschi minacciano di riprendere il controllo dello spazio aereo nella Germania meridionale, un controllo attualmente delegato alla Svizzera.

Swiss in pericolo

Una misura che “avrà delle considerevoli ricadute negative sull’efficacia delle gestione dei voli”, nota Skyguide, la società incaricata del controllo aereo in Svizzera. “Un problema che non concerne il solo aeroporto di Zurigo, ma anche uno dei crocevia più importanti d’Europa, che si trova in quest’area di frontiera.”

Rischi che hanno spinto Moritz Leuenberger a mettere in guardia i responsabili di Unique, ma anche della nuova compagnia aerea nazionale, sui rischi di un rifiuto.

“Swiss potrebbe andare incontro a grosse difficoltà”, ha dichiarato al settimanale Cash. “Nella fase attuale, che è delicata, la qualità delle prestazioni, per esempio della puntualità, è determinante.”

Le prospettive di una battaglia giuridica

Dal canto loro, gli oppositori ritengono che il DATEC sopravvaluti i rischi di un confronto con la Germania. Unique in testa, sono persuasi che un’azione giudiziaria contro le limitazioni tedesche potrebbe riuscire, almeno parzialmente.

Sono ben decisi a lanciarsi nella lotta, a livello nazionale, davanti alla giustizia tedesca e anche a livello europeo, facendo valere presso la Commissione europea a Bruxelles il principio di non discriminazione, pienamente applicabile alla Svizzera dopo l’entrata in vigore degli accordi bilaterali.

Ora, come rileva Paul Kurrus, consigliere nazionale radicale e membro della direzione di Swiss, “se il parlamento respinge l’accordo, le possibilità di successo presso i tribunali tedeschi o la Commissione europea aumentano di molto.”

Pierre Gobet, Zurigo

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