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La Bulgaria sul banco di prova degli svizzeri

André Gribi (a destra) fornisce utili indicazioni ai clienti bulgari del suo ristorante che scoprono la fondue al formaggio Chalet Suisse

Mentre alcune grandi società elvetiche sono presenti in Bulgaria, le piccole e medie aziende si fanno piuttosto notare per la loro assenza dall'economia di questo paese balcanico. I lavoratori bulgari sembrano inoltre poco interessati alla Svizzera.

Lo dimostrano le cifre dell’Ufficio federale della migrazione. Nel 2008 i cittadini provenienti dalla Bulgaria e dalla Romania avevano a disposizione un contingente di 282 permessi di lavoro annuali. Ne hanno richiesti solamente 100.

Il dibattito attorno all’estensione a Bulgaria e a Romania degli Accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea sulla libera circolazione delle persone, potrebbe aver risvegliato l’interesse svizzero per questo paese, che dista solo due ore di volo da Zurigo.

Un ponte verso l’Asia

È quanto si augura la Camera di commercio Svizzera-Bulgaria (BSCC), il cui ruolo è di promuovere le relazioni commerciali tra i due paesi. “Gli svizzeri sono persone prudenti, una qualità che personalmente apprezzo molto” dichiara a swissinfo il presidente Kiril Drensky incontrato in un albergo di Sofia. E Drensky conosce il fatto suo, visto che molti anni ha rappresentato gli interessi della multinazionale elvetica ABB in Bulgaria.

“In qualità di paese membro dell’UE – precisa Kiril Drensky- la Bulgaria rappresenta per gli investitori svizzeri un grosso potenziale, tanto per la produzione in loco, quanto per l’esportazione. La situazione geografica della Bulgaria, costituisce un importante ponte verso l’Asia”.

Sulle potenzialità di sviluppo tra i due paesi concorda anche la Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Finora le imprese svizzere che hanno investito in Bulgaria occupano più di seimila persone. Alla fine del 2006 la Svizzera era all’11esimo posto degli investitori stranieri in questo Paese.

Sapori elvetici in terra balcanica

Se il futuro delle relazioni commerciali tra Svizzera e Bulgaria è ancora tutto da scrivere, c’è chi ha già pensato di portare a Sofia un tocco molto elvetico. Due imprenditori svizzeri hanno infatti aperto nella capitale un ristorante dove gustare la quintessenza della tradizione: la fondue al formaggio.

Nel “Châlet Suisse” – il locale di Hannes Rosenmund e André Gribi, aperto lo scorso mese di dicembre con alcuni partner bulgari – si possono gustare piatti tradizionali svizzeri e specialità bulgare. “I bulgari – assicura Rosenmund – adorano il formaggio”.

Rosenmund conosce molto bene la Bulgaria. Dopo aver lavorato, negli anni Novanta, per Swissair, ha deciso di tornare nel paese balcanico dove ha aperto un agenzia di viaggio per bulgari e espatriati che lavorano all’estero. Il nuovo ristorante rappresenta piuttosto una via di mezzo tra professione e passione.

Un’eccessiva prudenza

L’uomo d’affari non nasconde una certa delusione: da parte del mondo economico si sarebbe infatti aspettato maggiore interesse per la Bulgaria, dopo il suo ingresso nell’UE. “Credo che le piccole e medie imprese svizzere avrebbero dovuto esplorare meglio le opportunità offerte dalla Bulgaria, dove la presenza svizzera – rispetto alla Germania o all’Austria – è davvero ridotto all’osso”.

Anche André Gribi, consulente nel settore dei viaggi, non si spiega questa eccessiva prudenza. “Eppure in Svizzera è terribilmente difficile fare soldi; qui in Bulgaria ci sono invece molte opportunità. Perché non coglierle e poi fare ritorno a casa”.

Comunque, chi dovesse decidere di tentare la carta bulgara, trova nella BSCC un valido interlocutore. Radoslav Varbanov, direttore della Camera di commercio, è pronto a fornire i necessari consigli. “Favoriamo i contatti, mettiamo in rete le persone e assistiamo le aziende interessate nelle pratiche amministrative e burocratiche. Quando si avvia un’azienda – puntualizza – le conoscenze locali sono importantissime. In Bulgaria sono addirittura cruciali”.

La diffusa corruzione a tutti i livelli, ammette Hannes Rosenmund, rappresenta un problema reale. Non solo perché tocca direttamente i cittadini, ma perché ipoteca lo sviluppo del paese.

swissinfo, Clare O’Dea, Sofia
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

La Bulgaria, membro dell’Unione europea dal 1° gennaio 2007, è un partner sempre più importante con il quale si intensificano le relazioni in ambito economico, politico e culturale. La Bulgaria è il secondo partner commerciale della Svizzera nell’Europa sud orientale.

Dal 1992, la Cooperazione svizzera (tramite la Segreteria di Stato dell’economia e la Direzione dello sviluppo e della cooperazione) è attiva in Bulgaria con interventi di aiuto alla transizione, soprattutto nell’ambito del miglioramento dei servizi sociali e della salute, dello sviluppo del settore privato e di quello delle infrastrutture ambientali e della gestione sostenibile delle risorse naturali, con investimenti totali pari a 211 milioni di franchi.

Gli scambi commerciali tra la Svizzera e la Bulgaria hanno conosciuto una fase di espansione nel corso dell’ultimo decennio, durante la quale sono più che triplicati.

L’anno scorso la Svizzera ha importato beni provenienti dalla Bulgaria per 112 milioni di franchi (-10 % rispetto al 2006) e ha esportato merci per 296 milioni (- 8 % rispetto al 2006).

Rispetto al primo semestre 2007, nel primo semestre 2008 le nostre esportazioni hanno registrato un aumento del 32%, e ammontano a un totale di 214 milioni di franchi.

Per quanto riguarda le importazioni, esse sono diminuite nello stesso periodo del 3%, facendo registrare un volume complessivo pari a 65 milioni di franchi.

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