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La Francia ha deciso di cambiare

Sarkozy raggiante ringrazia gli elettori swissinfo.ch

Per la stampa elvetica è chiaro: il nuovo presidente francese Nicolas Sarkozy ridarà nuovi slanci al paese. Ma il suo non sarà un lavoro facile.

I francesi hanno optato per le riforme. Ma se Sarkozy non dovesse mantenere le promesse non potrà evitare proteste e conflitti.

L’elezione, domenica, di Nicolas Sarkozy alla presidenza francese è vista dalla stampa elvetica come un momento di svolta politica.

I giornali parlano di “rottura” o di “scelta di società” e si attendono che malgrado le resistenze il nuovo capo di Stato rimetta come promesso durante la campagna elettorale “la Francia al lavoro”, anche se sul suo cammino dovrà affrontare le resistenze dell’opposizione.

Rompere con il passato

“La fine della paralisi” – commenta il Tages Anzeiger all’indomani dall’elezione del candidato dell’UMP – e tanta voglia di cambiamenti. Dopo dodici anni di presidenza Chirac, costellati da delusioni e crisi politiche – dalla sconfitta del referendum sulla Costituzione Europea, dalle crisi nelle periferie (banlieues), e dalle proteste di massa contro la modifica delle normative sul mercato del lavoro -, i francesi avevano voglia di girare pagina. La socialista Ségolène Royal avrebbe potuto assumersi questa responsabilità, ma non è riuscita nell’intento.

I francesi le hanno preferito Nicolas Sarkozy, l’uomo “che porta con sé la speranza di rinnovo”, commenta l’editorialista di 24 Heures. Un uomo capace di determinazione e tenacità nell’affrontare ogni prova, il tutto servito con un’eloquenza e una dialettica efficaci, gli fa eco il Quotidien Jurassien.

“Cambiare senza rompere”, propone dal canto suo La Tribune de Genève al leader della “brillante retorica”. “Non vi è alcun dubbio che Sarkozy saprà andare oltre questa Francia arcaica lasciata da Jacques Chirac”.

Aldo Sofia, su La Regione Ticino, afferma che Sarkozy è l’uomo che, almeno nelle intenzioni, prende le distanza dal gollismo classico, col contagocce fa riferimento al generale-padre della Quinta Repubblica mentre non c’è stato comizio (meglio: cinque anni di comizi pre-elettorali) in cui non abbia parlato di “rottura”.

Sulla stessa linea d’onda anche Le Temps. Per il quotidiano romando l’Esagono diverrà la “Sarkofrancia”, sottolineando che con il candidato gollista i francesi hanno scelto di allinearsi al suo programma chiaro e in rottura rispetto al passato: “Quello di una Francia riunita e fiera di esserlo, (…), quello di una cultura dell’ordine, del merito, della morale e del lavoro; quelli del liberalismo ambivalente ma risoluto nel mettere le imprese al centro della sua azione”.

Scetticismo

Tante promesse, fatte in una campagna condotta in modo migliore, più professionale ed efficace rispetto alla sua avversaria Ségolène Royal, commenta dal canto suo la Basler Zeitung, che tuttavia si chiede se sia veramente possibile rispettare quanto detto, risolvere ed avere comprensione per ogni problema: “Ora Sarkozy deve dimostrare ai suoi cittadini pieni di speranza cosa è realmente fattibile”.

Nel programma del nuovo presidente c’è un po’ di tutto, si legge sul La Regione Ticino, e si vedrà se e come riuscirà a conciliare la promessa di una Francia più dinamica con i timori di una Francia timorosa di perdere il suo generoso sistema di garanzie sociali. Gli elettori gli hanno affidato questa missione, né semplice né scontata.

Al riguardo, i due quotidiani neocastellani “L’Express” e “L’Impartial” sono piuttosto scettici e predicono che la rottura tanto annunciata non sopravviverà alla “realtà del potere”. “Non possiamo che rallegrarcene”, affermano nel loro editoriale comune, evocando il margine di manovra ristretto di ogni presidente francese. “Al massimo ci si può aspettare qualche misura spettacolare che non cambierà profondamente la vita dei francesi”, scrivono.

Ma non sono i soli ad avere dei dubbi. La Basler Zeitung ad esempio prevede che nel caso in cui le riforme saranno realmente applicate, molte persone saranno pronte a scendere in piazza. La “Neue Zürcher Zeitung” evoca dal canto suo il “risveglio brutale” che attende i francesi.

swissinfo, Anna Passera

Nicolas Sarkozy, esponente del partito conservatore UMP, ha ottenuto il 53% dei voti al secondo turno delle presidenziali francesi di domenica.

Ha sconfitto l’avversaria socialista Ségolène Royal, che ha dovuto accontentarsi del 47% delle preferenze.

La partecipazione al voto (84% circa) è stata massiccia, la più alta degli ultimi quarant’anni.

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