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La guerra dei fanghi

Fanghi di depurazione: pregiato concime o veleno per l'ambiente? www.stadtentwaesserung-goettingen.de

Vietare l'impiego dei fanghi di depurazione come concimi per l'agricoltura - la proposta dell'ufficio dell'ambiente suscita veementi proteste fra gli operatori del settore.

La depurazione delle acque sporche, raccolte nelle canalizzazioni, è un processo che genera rifiuti. In grande quantità. Basti pensare che, nella sola Svizzera, vi sono oltre 900 centrali di depurazione che producono, ogni anno, qualcosa come 4 milioni di metri cubi di fanghi. Vale a dire 200’000 tonnellate di materiale disidratato.

Buona parte di questo materiale viene bruciato in impianti speciali, nei cementifici e negli impianti d’incenerimento dei rifiuti. Il resto, circa 80’000 tonnellate, finisce invece a concimare campi e prati. Perché i fanghi di depurazione sono ricchi, tra l’altro, di fosforo e azoto, due elementi molto preziosi per la crescita delle piante.

Sostanze pericolose

Ma i fanghi che risultano dalla depurazione delle acque contengono anche sostanze pericolose per l’ambiente. Per esempio, vi si trovano tracce di inquinanti organici persistenti quali il bifenile policlorato PCB. E pure diossine e altre sostanze organiche come residui farmaceutici, sostanze odorose, ormoni naturali e artificiali.

Per questo, l’Ufficio federale dell’ambiente, in collaborazione con quelli dell’agricoltura e di veterinaria, propone di vietare, a partire dal 2003, l’impiego di fanghi di depurazione come concimi nella produzione di foraggi e ortaggi. E di estendere, fra due anni, il divieto a tutti i terreni.

Meglio prevenire che curare

“La revisione dell’ordinanza sulle sostanze, che regola l’impiego dei concimi, si trova ora in consultazione presso i cantoni e gli organismi competenti”, spiega Georg Karlaganis, dell’Ufficio dell’ambiente, “e le autorità adatteranno la nostra proposta sulla base delle prese di posizione che giungeranno entro la metà di agosto”. E se tutto procede come previsto, il divieto di concimare con i fanghi entrerà in vigore all’inizio dell’anno prossimo”.

Anche se in realtà, ammette il funzionario federale, non esiste un pericolo immediato. “Ma noi vogliamo agire secondo il principio della prevenzione, rompendo questo ciclo degli inquinanti” sostiene Georg Karlaganis. “Anche perché non sappiamo quali potranno essere, alla lunga, gli effetti di certi inquinanti nel terreno”.

Contrari i gestori dei depuratori

L’idea di incenerire la totalità dei fanghi di depurazione non piace però affatto ai gestori degli impianti. I quali hanno ora creato un’associazione per contrastare l’introduzione del divieto, tramite campagne di sensibilizzazione del pubblico e dei politici. “Gli impianti di depurazione hanno investito centinaia di milioni di franchi per l’utilizzo dei fanghi a scopi agricoli”, afferma Stefan Simmen, direttore della neo-costituita Venör, l’Associazione per lo sfruttamento durevole delle risorse ecologiche, “e adesso tutti questi soldi verrebbero buttati dalla finestra. Inoltre i contadini non potrebbero più risparmiare sul concime”, continua l’ingegnere agronomo, “ma dovrebbero di nuovo comperare concime chimico.”

Stefan Simmen ammette che i fanghi possono contenere sostanze pericolose. “È verissimo, nei fanghi si trova traccia di tutto. Ma anche nell’aria e nel terreno si trova di tutto. Perché sono tutte sostanze che provengono dalle attività umane”, sostiene il direttore di Venör. “Sostanze contenute nei prodotti cosmetici che adoperiamo ogni giorno, negli alimenti, nell’aria che respiriamo”.

Combattere l’inquinamento alla fonte

Di inquinanti, insomma – e questa non è una scoperta della Venör – ne vengonocontinuamente immessi nell’ambiente in gran quantità. E solo in una seconda fase finiscono nelle acque sporche. “E in buona parte”, insiste Stefan Simmen, “queste sostanze pericolose non vengono nemmeno trattenute negli impianti di depurazione. Prova ne siano i casi di malformazione di organismi che vengono scoperti a valle”.

Più importante, secondo il direttore dell’Associazione per lo sfruttamento durevole delle risorse ecologiche, sarebbe piuttosto combattere l’inquinamento alla fonte – evitando che sostanze pericolose vengano immesse nell’ambiente. E questo è certamente anche uno degli obbiettivi dell’Ufficio dell’ambiente.

“Intanto però”, afferma Georg Karlaganis, “il nostro ambiente è sempre più invaso da agenti chimici. E uno dei pochi strumenti di cui disponiamo attualmente per eliminare, almeno in parte, queste sostanze inquinanti, è proprio quello della depurazione delle acque”.


Fabio Mariani

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