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La lotta dell’acciaio

La sala delle consultazioni nella sede ginevrina dell'Organizzazione del commercio Keystone

La Svizzera, l'Unione europea e due paesi asiatici denunciano gli USA per infrazioni al libero commercio. Dazi esagerati impediscono l'accesso dell'acciaio al mercato statunitense.

La Svizzera ha chiesto lunedì all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) di istituire un gruppo speciale per esaminare la vertenza con gli Stati Uniti sulle importazioni americane di acciaio. È la prima volta che Berna ricorre alla WTO per arbitrare un litigio commerciale.

La stessa domanda è stata avanzata per la seconda volta dall’Unione europea e per la prima volta dalla Corea del Sud e dal Giappone. Si prevede che la Cina compirà lo stesso passo venerdì.

Le consultazioni bilaterali avviate con Washington non hanno prodotto risultati, ha spiegato all’ats il rappresentante permanente aggiunto della Svizzera presso la WTO Didier Chambovey. «Finora non siamo riusciti a risolvere la vertenza in modo amichevole», ha dichiarato.

Domande sotto la lente

Conformemente alle procedure previste dall’organo di regolamento dei contenziosi (Orc), la domanda elvetica sarà discussa assieme a quelle presentate da altri Paesi, nel corso della prossima riunione in agenda il 14 giugno, ha precisato il diplomatico.

Il gruppo di esperti, di cui la Svizzera ha sollecitato oggi la creazione, esaminerà la conformità delle misure di salvaguardia adottate dagli Stati Uniti in marzo, ossia l’aumento dei dazi doganali sulle importazioni di acciaio. Berna calcola che colpiscono le esportazioni svizzere negli Stati Uniti per un totale di circa 20 milioni di dollari.

Anche i Quindici oggi hanno ribadito la loro domanda di creare un gruppo speciale per esaminare il litigio. La prima volta gli Stati Uniti vi si erano opposti. Ma oggi la richiesta dell’Ue è stata accettata automaticamente. Un Paese non può infatti opporsi per due volte consecutive. L’Ue stima a 3,8 miliardi di dollari le perdite possibili.

Il gruppo di esperti dispone al massimo di 15 mesi, comprese le procedure d’appello, per determinare se i dazi – che vanno dall’8 al 30 per cento su una decina di tipi d’acciaio più comunemente importati negli Stati Uniti – imposti da Washington per salvaguardare la produzione americana siano legali. La decisione è vincolante per i membri della WTO, che se non vi si conformano incorrono in sanzioni oppure sono costretti ad accettare misure di compensazione.

Liti ricorrenti

Dalla nascita della WTO, nel 1995, circa 260 litigi sono stati sottoposti all’Orc. La prima tappa prevede consultazioni fra i governi interessati. Questi hanno 60 giorni di tempo per raggiungere un’intesa. Se in questa prima fase non è trovata una soluzione – come nel caso specifico – la parte che si ritiene lesa può domandare la creazione di un gruppo speciale (panel). Questo è composto di tre fino a cinque esperti indipendenti, in linea di principio designati d’intesa con le parti. In assenza di accordo da parte di queste ultime, spetta al direttore generale della WTO il compito di scegliere gli esperti.

Il gruppo deve essere formato entro 45 giorni. Ha in seguito sei mesi di tempo per esporre un rapporto alle parti e tre settimane supplementari per presentarlo a tutti i membri della WTO. Le parti possono avanzare i loro argomenti. Il rapporto diventa una decisione dopo 60 giorni. Le parti possono allora fare appello. Questo è esaminato da un apposito organo permanente, i cui sette membri sono nominati per quattro anni. L’organo di appello ha in linea di principio 60 giorni e al massimo 90 giorni per pronunciarsi. In seguito l’Orc dispone di 30 giorni per accettare o respingere il rapporto.

swissinfo e agenzie

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