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La Migros si trasforma

Negli ultimi 60 anni, il fatturato del colosso Migros è passato da 70 milioni a 20 miliardi di franchi Keystone Archive

Il numero uno del commercio al dettaglio ha approvato una controversa riforma degli statuti, destinata a modernizzare le strutture dirigenziali.

Secondo i difensori dei principi del padre fondatore della Migros, Gottlieb Duttweiler, la gestione aziendale diventerà meno democratica.

Le strutture dirigenziali della Migros, la storica catena alimentare svizzera, verranno riformate. I cambiamenti sono tutt’altro che radicali, ma sollevano comunque un certo interesse, dal momento che l’azienda è rimasta ancorata da decenni ai valori di cooperativa democratica, lasciati in eredità da Gottlieb Duttweiler.

Sabato a Zurigo, i delegati della Federazione delle cooperative Migros (FCM) hanno accettato, con 95 voti favorevoli e 3 contrari, le modifiche degli statuti proposte dalla direzione.

La riforma, che entrerà in vigore immediatamente, prevede una nuova organizzazione ai vertici del gigante arancione. Viene innanzitutto abbandonato il principio di collegialità della direzione, considerato non più adeguato ai tempi attuali e alla dimensione dell’azienda.

Nuova direzione generale

La Migros sarà dotata in futuro di una direzione generale, incaricata della gestione operativa degli affari e di un consiglio amministrativo. Quest’ultimo sarà chiamato a definire le strategie e sorvegliare le attività della direzione generale.

I membri delle cooperative Migros non avranno più un diritto di iniziativa, né la possibilità di esprimersi in merito a scelte di fondo della FCM su scala nazionale. Viene invece mantenuto il diritto di voto a livello regionale per decisioni che riguardano le singole cooperative.

Crescita esponenziale

Secondo i suoi promotori, questa riforma era necessaria per permettere al colosso dell’alimentazione di salvaguardare la sua efficienza, dopo la crescita spettacolare degli ultimi decenni. Il fatturato della Migros è passato da 70 milioni di franchi nel 1942 ai 20 miliardi attuali.

Nel contempo, il personale è salito da 2’000 a 80’000 dipendenti, mentre il numero dei membri ha conosciuto un balzo da 75’000 a quasi 2 milioni di persone.

Basta tener conto di queste cifre, sostengono i dirigenti attuali, per capire la necessità di una trasformazione. La gestione aziendale è infatti diventata molto più complessa e le tradizionali votazioni sulla strategia delle Federazione sarebbero ormai impraticabili.

Perdita del dialogo con la base

La riforma era parzialmente combattuta dai sindacati Unia e Fcta che, tra parentesi, hanno appena raggiunto un accordo con la direzione per un aumento medio del 2 % della massa salariale a partire dall’anno prossimo.

Le resistenze maggiori sono giunte comunque dalla Fondazione Gottlieb e Adele Duttweiler, che veglia da molti anni sul rispetto dei principi del padre fondatore della Migros. In particolare, Pierre Arnold, presidente della Fondazione ed ex-numero uno della Migros ha aspramente criticato la riforma.

Secondo Arnold, la soppressione del diritto di voto dei membri rappresenta una perdita del dialogo con la base voluto da Duttweiler. Le modifiche della struttura dirigenziale comportano inoltre un’eccessiva concentrazione dei poteri.

Armando Mombelli, swissinfo

La riforma degli statuti è stata approvata da 95 delegati contro 3.
Il fatturato della Migros supera i 20 miliardi di franchi.
Le società cooperative danno lavoro a 80’000 persone.

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