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La Nestlé minaccia di lasciare la Svizzera

Qualora la Svizzera dovesse introdurre un tetto massimo per i salari dei manager, la Nestlé potrebbe decidere di trasferirsi all'estero. «Sarebbe l'inizio della fine», ha affermato lo stesso presidente della multinazionale alimentare Peter Brabeck in un'intervista al Sonntag.

«In questo caso saremmo costretti a chiederci seriamente se la Svizzera sia ancora il posto giusto per noi», ha dichiarato Brabeck, che invita la Confederazione «a non perdere i suoi punti di forza». La crisi che ha coinvolto l’UBS ha sollevato un nuovo polverone sulle retribuzioni dei dirigenti delle società quotate in borsa e un’iniziativa popolare restrittiva è al vaglio del Parlamento. Nelle ultime settimane, inoltre, in diversi paesi industrializzati è stata avanzata la proposta di introdurre un tetto massimo sui salari dei manager.

«La sicurezza giuridica, che prima era solida come un blocco di granito, si sta lentamente sgretolando», complici non solo le pressioni esterne ma anche alcune proposte populiste interne, prosegue il presidente della Nestlé. Secondo Brabeck, «i politici svizzeri hanno mancato di lungimiranza, perché le pressioni sulla piazza finanziaria elvetica erano prevedibili. Se avessimo reagito per tempo le cose non sarebbero andate così lontano».

La Neslté, che lo scorso anno ha realizzato un utile netto di 18 miliardi di franchi svizzeri, ha la sua sede principale a Vevey.


swissinfo.ch e agenzie

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