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La reazione del personale di Swisscom

I dipendenti Swisscom, travestiti anche da Babbo Natale, sono scesi nelle strade Keystone

Se il parlamento accetterà il progetto governativo per privatizzare Swisscom, il personale dell'ex regia federale impugnerà l'arma del referendum.

I dipendenti del principale operatore telecom svizzero hanno consegnato martedì una risoluzione al Dipartimento delle finanze.

Se il parlamento dovesse confermare le decisioni del Consiglio federale, sarà dunque referendum, avvertono il Sindacato della comunicazione e quello cristiano dei servizi pubblici e del settore terziario della Svizzera (Transfair).

È la prima presa di posizione del personale dalla decisione del governo di privatizzare l’impresa.

Gli impiegati temono una riduzione degli effettivi e un dumping salariale, indica un comunicato dei sindacati.

Nel corso di una riunione aziendale il personale si è opposto all’unanimità alla cessione delle azioni detenute dalla Confederazione e, pure all’unisono, ha deciso il lancio del referendum.

Secondo la risoluzione adottata, “la partecipazione maggioritaria della Confederazione finora non ha ostacolato le attività o lo sviluppo dell’impresa”. Anzi, ne è stata il motore ed il garante.

Dal 1998 al 2004, la Swisscom ha versato circa 12 miliardi di franchi nelle casse federali (1.7 miliardi all’anno).

Non sacrificare la “mucca migliore”

Secondo il personale, il popolo approfitta a due livelli della partecipazione pubblica al capitale: da una parte con le entrate nelle casse pubbliche, dall’altra con la garanzia di un servizio di telecomunicazione universale. Non vi sarebbe dunque “alcuna ragione per svendere la mucca migliore”.

La risoluzione è stata consegnata da un centinaio di persone che hanno scandito slogan ed innalzato cartelloni contro i due consiglieri federali Hans-Rudolf Merz e Christoph Blocher.

Lunga battaglia

Giorgio Pardini, vice presidente del sindacato della comunicazione, ha spiegato che molti dipendenti hanno lavorato per Swisscom durante 10, 20 o 30 anni. “Hanno dunque tutte le ragioni per far sentire la loro voce”.

Secondo i sindacati, ci si trova alla vigilia di una lunga battaglia contro la privatizzazione.

In caso di referendum, i collaboratori di Swisscom avrebbero buone chances di spuntarla.

Stando ad un sondaggio pubblicato martedì dal settimanale Coop e realizzato dall’istituto Link, la metà degli svizzeri è contraria ai piani del Consiglio federale.

Soltanto un terzo degli interrogati si è detto a favore della liquidazione della partecipazione pubblica a Swisscom.

swissinfo e agenzie

Swisscom, il maggiore operatore telecom del paese, impiega 15’288 persone.
Negli ultimi 7 anni, sono stati tagliati 6’800 impieghi. Per il 2006 è previsto il taglio di ulteriori 260 posti.
Il governo, che detiene una partecipazione del 66.1% nel capitale di Swisscom, ha recentemente annunciato di voler privatizzare l’azienda.

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