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La ricetta dei radicali per la politica sanitaria

Da sinistra a destra, i quattro rappresentanti del Plr che hanno presentato il programma: Christine Beerli, Felix Gutzwiller, Christiane Langenberger e Trix Heberlein Keystone

I radicali presentano un programma in 10 punti per garantire prestazioni di qualità ad un prezzo accessibile a tutti i cittadini.

Il sistema sanitario svizzero è certamente di buon livello, ma molto costoso. Il regime di finanziamento delle prestazioni sanitarie, introdotto nel 1996 dalla nuova legge sull’assicurazione malattia (Lamal), non è riuscito finora a mettere sotto controllo il tasso di crescita dei costi, che supera di parecchio l’inflazione.

Le richieste di modifica del meccanismo, per renderne più sopportabile il costo alle famiglie con reddito medio-basso, sono sfociate anche in iniziative popolari di destra e di sinistra, che, se accolte, trasformerebbero profondamente il quadro attuale del sistema.

Il sistema sanitario “non è in crisi”

L’iniziativa del Ps (aumento dell’Iva), secondo la consigliera agli Stati e capogruppo del Plr, Christine Beerli, porterebbe “ad una deresponsabilizzazione finanziaria degli assicurati”; mentre quella dell’Udc (divisione dell’assicurazione di base) “è illogica e gioca con il fuoco”.

Il Plr ha invece presentato venerdì una riforma “concreta, duratura e rapida” da attuare nell’ambito della revisione in corso della Lamal. “Una cosa è sicura”, ha detto la signora Beerli, “il nostro sistema sanitario non è in crisi”. L’impegno del personale “è esemplare”, la sua formazione è molto buona, le attrezzature mediche sono ben ripartite sul territorio e la ricerca e lo sviluppo ricevono grande attenzione.

Per meglio controllare l’evoluzione dei costi della salute, i radicali avevano già proposto nuove misure di finanziamento ospedaliero, la soppressione dell’obbligo di contrattazione nel settore ambulatoriale e la limitazione dei premi. Tuttavia, ha precisato Christiane Langenberger, collega losannese della signora Beerli al Consiglio degli Stati, “queste misure sono insufficienti per tentare di controllare i futuri aumenti causati dall’invecchiamento demografico e dai progressi scientifici”.

Più concorrenza e responsabilità degli assicurati

Di qui le nuove proposte del Plr, mirate a “garantire la qualità dei trattamenti ma anche la responsabilizzazione degli assicurati”. In concreto, i radicali hanno riscritto il proprio programma di riforma del sistema sanitario, fissandolo in dieci punti.

Il primo è una nuova libertà di contrattazione tra assicuratori e prestatori di servizi sanitari. Questa sarebbe “la sola misura che permetta di controllare meglio i costi a medio e lungo termine”.

Il secondo punto, è il sovvenzionamento dei trattamenti ospedalieri onerosi e dei premi degli assicurati economicamente sfavoriti, invece che quello degli ospedali. Questi ultimi sarebbero così spinti a ridurre le sovraccapacità ed a collaborare tra loro per razionalizzare l’offerta.

Il terzo punto è un modello assicurativo basato su tre pilastri:

a) la responsabilità personale: franchigia minima più alta (da fr. 230.- a fr. 400.- all’anno), con una partecipazione ai costi che dovrebbe aumentare, per i casi meno onerosi, dal 10 al 20 per cento fino ad un massimo di fr. 1’000.- (ma il Plr pensa anche ad una franchigia proporzionale al reddito);

b) un’assicurazione di base che comporti principalmente la libera scelta del medico (o di uno studio medico collettivo), prestazioni mediche di qualità, prescrizione giustificata di medicinali (originali e generici), l’accesso alla medicina specialistica dopo consultazione del medico di famiglia (o dello studio collettivo);

c) un ampio ventaglio di assicurazioni complementari. I premi dovrebbero essere fissati secondo criteri assicurativi e non “politici”.

L’importanza del lavoro legislativo

Gli altri punti concernono tutta una serie di provvedimenti tecnici che riguardano la compensazione sociale (sovvenzione dei premi), le condizioni quadro della concorrenza (libero passaggio), il controllo dei premi, la compensazione dei rischi, la trasparenza delle informazioni per la scelta dell’assicurazione, l’organizzazione sanitaria, e la creazione di un Consiglio nazionale della sanità che formuli le strategie della politica in questo settore.

È con questo tipo di proposte complesse e complete, cioè “con il lavoro legislativo, che si può procedere” nella riforma del sistema sanitario, e non “con la presentazione e persino con l’annuncio di iniziative popolari grossolanamente definite” ha detto ancora la signora Beerli. L’attuale revisione in corso della Lamal offre l’occasione buona da cogliere.

Silvano De Pietro

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