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La stampa svizzera accoglie tiepidamente il Cavaliere

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I giornali elvetici commentano con un certo scetticismo la netta affermazione del centro-destra alle elezioni italiane, pur individuando alcuni segnali positivi in proiezione futura.

«Il risultato delle elezioni parlamentari dello scorso finesettimana non porta a credere che il fatale blocco delle riforme in Italia possa essere superato», scrive il quotidiano zurighese Neue Zürcher Zeitung.

Secondo il commentatore, il fatto che Berlusconi diventerà presidente per la terza volta non lascia presagire nulla di nuovo.

«Durante i sei in cui è stato al potere, Berlusconi ha soprattutto tentato di schivare le accuse dei magistrati e di proteggere il proprio impero economico. La modernizzazione dell’Italia, promessa al momento del suo insediamento, è quindi rimasta lettera morta».

La Neue Zürcher Zeitung rileva comunque alcuni aspetti beneauguranti: la diminuita frammentazione dello scacchiere politico e l’apparente disponibilità di vincitori e sconfitti a cooperare.

«Le riforme nella Penisola saranno possibili soltanto se cambierà il rapporto tra maggioranza e opposizione. Un rinnovamento in profondità delle istituzioni statali potrà essere raggiunto soltanto se vi saranno dialogo e collaborazione tra i due schieramenti. Berlusconi e Veltroni hanno affermato di essere pronti a questo passo. Ora spetta a loro dimostrarlo con i fatti».

«Un paese disperato»

Secondo il Tages-Anzeiger, «l’Italia è un paese disperato», confrontato all’emergenza dei rifiuti, a una situazione economica disastrata e al fallimento della classe politica.

La vittoria di Silvio Berlusconi, scrive il quotidiano, deve dunque essere letta alla luce di questo particolare contesto. Il Cavaliere, infatti, «si è sempre presentato come un politico contro corrente, dimostrando nel contempo il suo disprezzo per le istituzioni statali».

Il Tages Anzeiger non è ottimista circa il futuro: «La coalizione berlusconiana – che va dai separatisti della Lega Nord ai fascisti dichiarati – condurrà il paese verso polemiche ancora più accese e contrasti maggiori».

Incognita leghista

Secondo Le Temps, «il Cavaliere deve parte del suo successo elettorale alle Lega Nord, partito populista, secessionista e anti-europea. Tuttavia, l’alleato di oggi potrebbe rivelarsi una palla al piede domani».

In merito alle motivazioni che hanno spinto l’elettorato a scegliere Berlusconi, il giornale osserva: «Gli italiani hanno votato contro chi ha governato durante gli ultimi due anni, senza riuscire a migliorare la loro vita quotidiana».

Dal canto suo, 24Heures sottolinea che, «visto da lontano, Berlusconi poteva sembrare discreditato e datato. Tale analisi non tiene tuttavia conto del profondo radicamento del suo movimento nella popolazione, la sua capacità di proporre un discorso abbastanza demagogico per sedurre le sensibilità più diverse».

«Un governo che faccia e decida»

«La maggioranza degli italiani ha fatto due scelte fondamentali», scrive il commentatore del Corriere del Ticino. «La prima scelta è propria di un’Italia esasperata da mali antichi e recenti e per questo diventata irriconoscibile, un’Italia reduce dall’agonia continua di due anni di governo Prodi, a tal punto fallimentare da essere respinto dai suoi stessi compagni di partito».

«L’assegno staccato questa volta in favore di Silvio Berlusconi – continua l’articolista – risponde non solo a una necessità di riscatto di fronte ad un’incapacità del centrosinistra di tradurre le parole in fatti, ma alla consapevolezza che occorresse dare carta bianca ad un’alternativa di centrodestra, dalla quale ora gran parte degli italiani si attende che dia vita non ad un super governo ma semplicemente ad un governo che faccia e decida».

La seconda scelta fondamentale fatta dagli italiani, nel centrodestra come nel centrosinistra, è – secondo il Corriere del Ticino – «quella di rafforzare il sistema bipolare (forse non ancora il sistema bipartitico) premiando in questo il voto utile invocato sia da Berlusconi che da Veltroni».

«Successo doppio»

In uno dei suoi commenti, il Corriere della Sera rileva: «Per Berlusconi si tratta di un successo doppio. Non si assiste soltanto al suo ritorno prevedibile a Palazzo Chigi. La novità è che la reinvestitura avviene dopo una campagna elettorale nella quale non ha promesso miracoli; né lasciato intravedere soluzioni indolori in economia. Seppure fra le solite battute e battutacce, si è presentato nella veste dell’imprenditore chiamato a fronteggiare un periodo di grave crisi».

Secondo il quotidiano, «il suo miracolo è stato quello di farsi accettare anche nella nuova veste di premier senza bacchetta magica; e di interpretare una voglia prepotente di sicurezza. L’affermazione vistosa della Lega la riflette, senza tuttavia averne l’esclusiva».

Infine, conclude l’editorialista, «la metamorfosi del Cavaliere ha avuto successo per i suoi meriti e, in buona parte, grazie ai limiti degli avversari. Per il Pd la sconfitta è netta quanto la vittoria berlusconiana. Walter Veltroni ha svuotato l’estrema sinistra; ma non è riuscito a sottrarre consensi al centro, mancando la scommessa di conquistare i voti moderati».

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Silvio Berlusconi tornerà a Palazzo Chigi per la terza volta. Il Popolo della Libertà e i suoi alleati – Lega Nord e Movimento per l’autonomia – hanno infatti ottenuto un’ampia maggioranza sia alla Camera dei deputati che al Senato.

Per la Camera, il centrodestra si è attestato al 46,6% dei voti. Una percentuale che significa 340 seggi. Lo schieramento di centrosinistra guidato da Walter Veltroni, che ha ammesso la sconfitta, ha dal canto suo ottenuto il 37,7% dei suffragi, pari a 239 seggi.

Il vantaggio è ancora più consistente al Senato: il centrodestra ha raggiunto il 47,2% dei voti, contro il 38,1% del Partito democratico.

Battuto in Italia, il Partito Democratico (PD) di Walter Veltroni ha conquistato una chiara vittoria in Svizzera.

Il nuovo schieramento dell’ex sindaco di Roma ha raccolto, secondo risultati provvisori, il 43% dei voti per la Camera dei deputati e il 47% delle preferenze per il Senato.

Soltanto il 30 e il 31% dell’elettorato italiano nella Confederazione si è invece espresso in favore del Popolo della libertà (Pdl) di Silvio Berlusconi.

Per l’insieme degli italiani dell’estero l’esito è più equilibrato, con il 34,2% per il PD e il 32,8% per il Pdl.

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