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Le banane online non fruttano

Lavoro in una centrale logistica dell'e-commerce Keystone

LeShop, il primo supermercato svizzero online, chiude i battenti alla fine dell'anno.

Motivo della chiusura, la mancanza di profitti e le cifre in rosso. 69 i dipendenti che perdono il lavoro.

Acquistare il pane cliccando su uno schermo, scegliere il formaggio desiderato, passando in rassegna i nomi che sfilano sul nostro computer?

Una possibilità che convince poco gli svizzeri, a differenza di inglesi e francesi.

LeShop, unità del gruppo Bon Appétit specializzata nella vendita al dettaglio via internet e principale portale in questo campo, ha deciso di chiudere i battenti alla fine dell’anno per mancanza di clienti e profitti.

e-commerce.ch

Operativo da tre anni, LeShop aveva investito 30 milioni di franchi nell’esperimento. Alla fine del 2002 chiuderà tuttavia l’esercizio con una perdita di 40 milioni di franchi. 69 persone perderanno il posto di lavoro.

Il portale si era prefisso di uscire dalle cifre rosse entro il 2004: un obiettivo poco realistico, vista l’evoluzione dello shopping via internet.

Nel 2001 LeShop ha realizzato una cifra d’affari di 11,5 milioni di franchi, la Migros, di 5 milioni e l’altra grande concorrente, la Coop, di soli 1,2 milioni. Va però precisato che quest’ultima è entrata sul mercato al dettaglio online solo nell’estate del 2001.

Poco popolare

A cosa attribuire questo insuccesso? Da un lato l’acquisto di generi alimentari via internet in Svizzera non è molto popolare. Secondo uno studio dell’università di San Gallo 99 persone su 100 optano per gli acquisti in negozio e non via internet.

Gli svizzeri spendono infatti 36 miliardi di franchi all’anno per generi alimentari acquistati nei supermercati e negozi, ma solo 20 milioni di franchi per prodotti ordinati via internet.

Inoltre, i prodotti in vendita non si prestano per far fiorire il commercio. “La consegna di una cassa di acqua minerale, ad esempio, è troppo cara, non rende”, spiega a swissinfo il professor Thomas Rudolph, autore dello studio dell’università di San Gallo.

Secondo Rudolph bisognerebbe puntare in modo mirato su una categoria di persone disposte a pagare di più per la consegna: “12 franchi per il servizio a domicilio è troppo poco”. La Coop chiede ancora meno, 10 franchi, se l’ordinazione non supera i 120 franchi.

I vantaggi del negozio

La Migros, che invece fa pagare al cliente 15 franchi per acquisti fino a 200 franchi, deplora l’uscita di scena del concorrente LeShop. “Ci preparavano il terreno. Hanno investito molto nel marketing”, precisa Urs Peter Naef, portavoce del grande distributore, a swissinfo.

Naef ammette che per la Migros l’online shopping è un canale di vendita supplementare, per il quale non viene fatta una grande pubblicità.

“I clienti vogliono toccare i pomodori che comprano”, dice Naef e ammette che anche in futuro la vendita di alimentari via internet sarà difficile.

Un’osservazione che fa anche Mattheus Nast, redattore alla rivista dei consumatori: “Alla gente piace andare nei negozi, guardare gli articoli esposti, toccarli”, dichiara a swissinfo.

Dare tempo al tempo

Rolf Zeller è meno pessimista. Secondo il responsabile delle vendite online alla Coop, questo settore racchiude un potenziale che può essere sviluppato con una pubblicità mirata.

Anche il redattore Mattheus Nast non ritiene che l’online shopping sia stato un fallimento. “LeShop ha sbagliato pensando di poter uscire dalle cifre rosse già nel 2000 o 2001, invece che nel 2004. Ci vuole semplicemente tempo, come per l’acquisto di libri via internet”.

Tuttavia, se i grandi distributori si dibattono in difficoltà di vario tipo, i piccoli, invece, non si lamentano. La pasticceria Sprüngli di Zurigo, celebre per i suoi deliziosi cioccolatini, realizza ottimi guadagni con la vendita online.

Il professor Thomas Rudolph non si stupisce: “Sprüngli è un ottimo esempio di negozio che colma una lacuna sul mercato e si indirizza ad un pubblico ben preciso, disposto a pagare di più per la consegna a domicilio”.

Anche nel settore della vendita online vale dunque la pena di specializzarsi!

Elena Altenburger, swissinfo

Il fallimento di LeShop evidenzia il ricorso minimo dell’acquirente all’online shopping in Svizzera.

Il negozio virtuale frequentato da un solo acquirente su cento.

Comperare alimentari col computer non entra nel costume degli svizzeri.

L’online shopping è invece realtà di mercato in altri Paesi europei e non.

36 miliardi di franchi, la borsa della spesa annuale degli svizzeri
20 milioni, la quota di mercato dell’online shopping interno

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