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Le banche private assumono meno ma assumono ancora

Il cuore della piazza finanziaria elvetica: la Paradeplatz di Zurigo Keystone

Il rallentamento dell'economia mondiale e il ridimensionamento dei mercati azionari hanno imposto alle banche private svizzere un ripensamento a livello di politica del personale. Senza arrivare alle estreme conseguenze del gruppo ginevrino Union Bancaire Privée (UBP) gli altri istituti di credito hanno ridotto il ritmo delle assunzioni.

Complice l’apprezzabile crescita economica, negli ultimi tre anni le banche private svizzere si erano gettate sul mercato alla caccia di collaboratori. Nell’ultimo triennio, stando alle statistiche della Banca nazionale, questa corsa si è tradotta in un aumento delle assunzioni del 49%: si è passati dalle 2748 assunzioni del 1997 alle 4089 del 2000. Considerata la contrazione economica, nel settore regna attualmente una certa calma.

Tuttavia, ha affermato all’ats il responsabile della Fondazione Piazza finanziaria ginevrina François Gilliéron, «la situazione occupazionale rimane tesa poiché fanno difetto collaboratori specialisti». Un certo rallentamento non è di per sé negativo, precisa Gilliéron, «purché esso sia di breve durata e contenuto entro limiti accettabili».

Vi sono banche che per il momento hanno smesso di cercare nuovo personale. È il caso di Julius Bär, istituto di credito che venerdì scorso ha annunciato misure in tal senso. Tuttavia, altri istituti bancari continueranno ad assumere, ancorché a un ritmo inferiore rispetto agli anni scorsi, afferma Gilliéron. Per il 2001, afferma, è prevista un’espansione del 20,3%.

Ipotesi confermata dalla Banca Bordier & Cie di Ginevra – 110 impiegati – che ha aumentato gli effettivi negli ultimi anni un po’ più della media in relazione alla crescita della massa patrimoniale da gestire. Secondo Grégoire Bordier, «l’istituto di credito non è stato contagiato dall’euforia dell’anno scorso». I collaboratori – ha specificato – sono stati chiamati a fare uno sforzo di produttività supplementare. Attualmente, «assumiamo in funzione delle necessità pur rimanendo sottodotati a livello di personale».

Presso una della maggiori banche private ginevrine, Lombard & Cie che dà lavoro a 1700 collaboratori, l’incremento di personale per il 2001 si aggirerà attorno a un magro 6-8%, dopo i «fasti» del nel 2000 – 20% – ha precisato Frédérique Walthert, responsabile delle relazioni pubbliche presso l’istituto di credito.

L’evoluzione sfavorevole dei mercati è all’origine della prudenza attuale nella politica del personale. In particolare, ha affermato, Gilliéron, le grandi promesse legate alle nuove tecnologie non si sono avverate. I milionari diventati ricchi grazie alle biotecnologie sono rimasti una chimera.

Ciò non significa che la crisi sia dietro l’angolo, rassicura Gilliéron. Gli impiegati allontanati dall’UBP troveranno lavoro presso altre banche, «tanto più che la città di Ginevra è diventata il centro di competenza internazionale nel campo della gestione patriominale». Deutsche Bank ha fatto della città la propria testa di ponte internazionale in questo settore, come pure l’inglese Barclays.

Anche se non si possono escludere licenziamenti per l’autunno prossimo, «la situazione rimane globalmente positiva», ha dichiarato Marie-France Goy a nome degli impiegati di banca svizzeri. Se vi dovessero essere contrazioni di personale, esse interesseranno principalmente le banche private e le succursali delle banche estere: UBS e Credit Suisse hanno già provveduto alle «scremature» necessarie.

swissinfo e agenzie

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