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Lega dei Ticinesi in crisi: molto chiasso per niente?

I due combattenti della prima ora: "Nano" Bignasca e Flavio Maspoli. www.legaticinesi.ch

"In difesa dei Ticinesi e del Ticino!" Così nel 1991 nasceva la Lega, raccogliendo la voglia di ribellione nei confronti di "Berna". Ora, dopo un decennio, alcune crepe nel muro.

Crisi politica? Problemi di immagine? Il punto sulla situazione di un partito che si rilancia in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Si è tenuta mercoledì sera a Lugano, nella Svizzera italiana, la prima riunione generale in assoluto – a 12 anni dalla sua creazione – del partito politico Lega dei Ticinesi.

Al centro dell’incontro i problemi del movimento e le strategie per il futuro. Due le decisioni significative per questo partito di destra in crisi di immagine e in calo di consensi.

Si alla congiunzione delle liste elettorali con l’UDC – Unione democratica di centro, destra populista – per le elezioni nazionali di ottobre e la creazione di un segretariato permanente, per migliorare i rapporti tra vertice e base.

Un movimento allo sbando o problemi personali?

“Bisognerebbe chiudere tutti gli ecologisti in una cabina telefonica e farli fuori, come il primo ministro serbo Zoran Djindjic”. Così, in marzo, il particolare presidente a vita della Lega Giuliano Bignasca. Che si è beccato una tirata d’orecchi nazionale e ufficiale.

Poi, in aprile, il calo di consensi a scapito della Lega al rinnovo del Parlamento ticinese – a favore del movimento di destra populista Unione democratica di centro – seguito da quella che è stata definita una sorta di pesantissima mazzata per l’immagine del partito.

Parliamo dell’autogol e relativa autoesclusione dal movimento del vice presidente e padre fondatore della Lega Flavio Maspoli, che ha platealmente falsificato delle firme per un referendum.

Cosa non funziona

La crisi della Lega, con conseguente calo di consensi, è una questione di politica o di uomini? La situazione attuale non è più quella di 12 anni fa e quindi l’impressione resta piuttosto quella di una crisi fisiologica dove ogni tanto spiccano i cosiddetti “casi personali”. Ad esempio, viene contestata la carica presidenziale a vita di Giuliano Bignasca.

Tuttavia, la politica della Lega dei Ticinesi è restata più o meno la stessa degli inizi: difesa ad oltranza dei diritti della popolazione del Ticino di fronte allo “strapotere” della capitale – vedi la “Roma capitale ladrona” avversata dalla Lega Nord di Umberto Bossi in Italia – mentre, per quanto riguarda la politica estera, la Lega dei Ticinesi si è opposta allo Spazio economico europeo, ai trattati bilaterali, all’ONU.

No all’ingerenza europea in Svizzera, no all’abolizione del segreto bancario, basta con la tolleranza nei confronti di stranieri, richiedenti l’asilo, rifugiati e così via: questi i cavalli di battaglia della Lega che formano la base tuttora inalterata di questa forza contro gli altri partiti di governo Ticinesi.

Un po’ di storia

Nel 1991 sorprese la capacità di questa nuova forza di imporsi sulla scena politica in modo tanto rapido e importante. Non era mai capitato che un movimento rivendicativo nei confronti della capitale Berna riuscisse nel giro di poco tempo a conquistare il 18-20% delle simpatie.

Si era nel più profondo e lungo periodo di incertezza economica del dopoguerra in tutta la Svizzera, periodo che ha creato un nuovo scenario denso di incognite.

Si può così affermare che in Svizzera, in particolare in Ticino, è successo quanto capitato nella maggioranza delle democrazie occidentali, dove i processi di globalizzazione sono coincisi con lo sviluppo di movimenti populisti, regionalisti, nazionalisti, rimasti ai margini dei sistemi politici nei decenni precedenti.

E nel 1991 nasce la Lega dei Ticinesi. Un movimento di ribellione e di “difesa”.

I successi della Lega

Ne ha ricordati alcuni Flavio Maspoli, nel suo addio alla Lega: “Abbiamo cercato di risolvere i problemi della gente. Non sempre ci è riuscita, è vero, ma quello che abbiamo fatto in 12 anni è sotto gli occhi di tutti.”

Ad esempio, il mantenimento dell’Ospedale italiano e il sostegno all’Università della Svizzera italiana, gli sgravi fiscali e l’abolizione delle imposte di successione.

… e insuccessi,

riassunti nel commento di un avversario politico, dopo le infelici uscite di Bignasca a proposito degli ecologisti.

“ll danno fatto da Bignasca alla cultura politica e civile ticinese è ormai enorme. Sarebbe ora che tutta la classe politica e la sedicente élite culturale ed economica del Ticino si svegliassero da un sonno sempre più complice. Perché non basta più sperare che Bignasca in qualche modo esca prima o poi di scena da solo.”

Moralità in politica

Una fetta di terra all’estremo sud del Paese, con circa 300mila abitanti, confinante con l’Italia. Con Lugano quale terza piazza finanziaria svizzera, dal forte spirito imprenditoriale e turistico.

Questo è il Ticino che, nel corso degli ultimi anni, è stato sconvolto da una serie di scandali – dalla corruzione alla bancarotta ecc ecc – che hanno coinvolto politici, noti personaggi, funzionari statali.

Questa girandola di avvenimenti ha spinto i partiti di Governo ad incontrarsi in giugno, proprio per affrontare il tema della moralità in politica, col recentissimo esempio della bancarotta di Flavio Maspoli e dello scomodo “affaire” delle firme falsificate dallo stesso Maspoli.

Presente all’incontro anche la Lega: prima delle critiche, Giuliano Bignasca ha subito affermato che: “Maspoli è stato tradito dal suo maldestro rapporto con i denari e gli affari. Il caso è chiuso. Qui, comunque, comando io.”

E la Lega – Bignasca – va avanti imperturbabile come il Titanic, nella speranza di non farsi sorprendere dall’iceberg “finale”.

swissinfo, Maddalena Guareschi, Lugano

Tra cambiamenti internazionali, pressioni europee e globalizzazione galoppante la Svizzera degli anni ’90 entra in un’epoca densa di incognite.

In Ticino nasce il malcontento nei confronti della Capitale svizzera, dalla quale si sente trascurata.

Nel 1991 Giuliano Bignasca e Flavio Maspoli fondano la Lega dei Ticinesi, che raccoglie tutto il senso di frustrazione popolare.

Negli ultimi tempi scaramucce interne e scandali di immagine hanno offuscato il movimento, che resta tuttavia combattivo pur se molto criticato soprattutto per la terminologia esplicita usata nei confronti del Governo Cantonale e Federale, dell’Unione europea e di tutto ciò che esula dal contesto svizzero.

1991:nasce la Lega dei Ticinesi
Ricorda la Lega Nord italiana di Umberto Bossi
Il movimento di protesta raccoglie inatteso e duraturo successo
Negli ultimi tempi accusa stanchezza, tra scandali e normale usura

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