Prospettive svizzere in 10 lingue

Legge sul lavoro: troppa protezione per i giovani?

I giovani devono poter disporre di sufficiente tempo libero Keystone

La prevista revisione della legge sul lavoro vuole abbassare il limite di età per la protezione giuridica dei giovani.

Sindacati, organizzazioni giovanili e partiti di sinistra respingono il progetto. Datori di lavoro, associazioni padronali e partiti di destra sono favorevoli.

La legge sul lavoro è entrata in vigore solo 4 anni fa ma c’è già chi la vorrebbe modificare per scopi economici abbassando il limite dell’età di protezione dei giovani lavoratori.

Oggi questa legge protegge fino a 19 anni i giovani in formazione e fino a 20 coloro che già lavorano. Ciò significa che essi non possono essere costretti a lavorare di notte, di domenica, o a fare gli straordinari.

Sotto la pressione del settore alberghiero e della ristorazione e con l’apppoggio dell’Unione delle arti e mestieri e dei partiti di destra, il ministro dell’economia Joseph Deiss ha proposto una revisione della legge sul lavoro che abbasserebbe il limite di età a 18 anni.

Destra ed economia per un abbassamento

L’attuale procedura di consultazione si conclude fra poco, il 15 di febbraio. La prima procedura, avviata nell’agosto del 2002, aveva dimostrato che in vari ambienti il limite di 19/20 anni veniva giudicato inutile e controproducente.

I partiti radicale, democristiano e i democratici di centro si erano detti favorevoli ad un abbassamento del limite di età. Anche la maggior parte dei cantoni approverebbe una revisione della legge sul lavoro.

L’Unione svizzera delle arti e mestieri aveva perfino dichiarato che il divieto di far lavorare i giovani di notte o di domenica era incomprensibile di fronte al fatto che i giovani passano notti in bianco, frequentando una festa dopo l’altra.

Bisogna proteggere i giovani

“È un’argomentazione tirata per i capelli”, dichiara a swissinfo Mario Antonelli, responsabile per la gioventù alla Società svizzera degli impiegati di commercio. “Dimostra che queste persone conoscono ben poco la realtà giovanile”.

Indignati anche i sindacati, che venerdì in una conferenza stampa hanno difeso il loro punto di vista, ma anche i movimenti giovanili, le Chiese, i direttori dell’istruzione pubblica e i partiti di sinistra.

In effetti, abbassando il limite di età a 18 anni i giovani apprendisti, che oggi hanno in media 17 anni e mezzo quando iniziano il tirocinio, non godrebbero più di alcuna protezione durante il loro periodo di formazione.

“Ma in questo particolare periodo della loro vita bisogna proteggere i giovani”, continua Mario Antonelli, “è un compito legale e sociale”.

Già oggi, rileva la Società svizzera degli impiegati di commercio, in alcuni cantoni, di fronte alla mancanza di posti di tirocinio, le norme giuridiche di protezione dei giovani non vengono rispettate.

Una minaccia per il sistema

Secondo Mario Antonelli la proposta di abbassare il limite di età “minaccia seriamente tutto il sistema professionale svizzero”.

Uno studio effettuato nel 2002 da alcune università svizzere ha dimostrato che le condizioni di lavoro hanno delle ripercussioni sulla qualità dell’apprendistato e sull’attrattività di quest’ultimo.

Inoltre, dal punto di vista sociale, proteggere i giovani significa proteggerne l’integrità fisica e psichica nonché i bisogni in materia di formazione.

Non va dimenticato a questo proposito che i giovani sono più facilmente vittime di infortuni sul lavoro e rischiano maggiormente di diventare tossicodipendenti o di essere isolati socialmente.

Secondo Mario Antonelli è assolutamente contraddittorio parlare da un lato della mancata integrazione dei giovani nel mondo degli adulti e dall’altro lato cercare di obbligarli a lavorare in modo irregolare.

“Si sa che l’integrazione passa attraverso i contatti sociali e le attività sportive o di gruppo, che non si possono certo fare lavorando di notte o di domenica”.

swissinfo e agenzie

La competitività della piazza economica va stimolata con investimenti nella formazione, non mediante un allentamento della rete di protezione giuridica destinata ai giovani lavoratori.

È l’opinione dell’Unione sindacale svizzera (USS) che venerdì ha espresso un chiaro no al progetto del Consiglio federale di abbassare dai 20 ai 18 anni l’applicazione delle norme contenute nella Legge sul lavoro, previste per i ragazzi che esercitano un’attività lucrativa.

La presa di posizione dell’USS cade a due giorni dalla fine della procedura di consultazione, lanciata dal ministro dell’economia Joseph Deiss.

Per i sindacati, certe proposte mettono in pericolo uno dei pilastri sui quali si regge l’economia svizzera: l’apprendistato.

La legge attuale prevede una protezione per i giovani fino a 19 anni quando studiano e fino a 20 quando sono apprendisti.
La prevista revisione vuole abbassare il limite di età a 18 anni per tutti.
Contravvenendo alla legge, già oggi il 46% dei ragazzi sotto i 20 anni lavora più di 12 ore al giorno, invece delle nove previste.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR