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Micheline Calmy-Rey per un’adesione «light»

Svizzera e Unione europea: all'orizzonte ancora diverse opzioni Keystone

La ministra svizzera degli esteri ritiene che la Svizzera dovrebbe prendere in considerazione l'opzione di un'adesione «light» all'Unione europea.

Le dichiarazioni della responsabile della diplomazia elvetica arrivano ad un giorno di distanza da quelle del ministro degli interni Pascal Couchepin.

«Dovremmo ancorare istituzionalmente gli accordi tra la Svizzera e l’Unione europea»: è una delle idee espresse dalla responsabile del dipartimento degli esteri (DFAE) in un’intervista accordata al giornale domenicale SonntagsZeitung.

Secondo Micheline Calmy-Rey un comitato comune Svizzera-Ue potrebbe inoltre chiarificare alcuni punti degli accordi bilaterali già esistenti.

In politica estera, la Svizzera e l’Ue potrebbero in questo modo anche definire i propri interessi comuni. Ma la consigliera federale precisa che non vuole parlare di «politica estera comune» a Bruxelles.

Adesione «light»

Un accordo quadro con l’Ue è una delle opzioni. La seconda, nonostante Bruxelles sia ostile a questa idea, specifica Calmy-Rey, sarebbe quella di un’adesione «light».

Un’adesione light, in cui la Svizzera conserverebbe ad esempio la propria moneta, avrebbe come vantaggio l’accesso totale al mercato europeo. Irrealistico, per la responsabile della diplomazia elvetica, è invece il mantenimento dello status quo, perché tra Svizzera e Unione europea nascono di continuo nuove questioni.

Già durante la settimana Micheline Calmy-Rey aveva ricordato che dal 1992 sono stati conclusi con Bruxelles 18 accordi bilaterali, citando questa cifra come esempio del fatto che la Svizzera non è rimasta ferma a guardare.

Forse tra dieci anni

Sabato, in un’intervista pubblicata dal popolare quotidiano svizzero tedesco Blick, il ministro degli interni Pascal Couchepin aveva invece escluso un’adesione della Svizzera all’Unione Europea per almeno i prossimi dieci anni.

Il consigliere federale aveva sottolineato che il governo ha iniziato solo da poco a parlare di «opzione a lungo termine» e non più di «obiettivo strategico» per l’adesione.

Una sfumatura terminologica che è stata annunciata mercoledì dal Consiglio federale al termine di una seduta speciale dedicata proprio alla politica europea.

Il Consiglio federale non prenderà comunque decisioni prima di aver letto il rapporto speciale in cui si descrivono vantaggi e inconvenienti delle varie opzioni, in relazione ad esempio all’Iva o all’esercizio dei diritti politici, rapporto atteso non prima dell’estate 2006.

swissinfo e agenzie

La domanda svizzera d’adesione all’Unione europea (UE) non sarà ritirata.

La Svizzera l’ha depositata nel maggio del 1992.

Bruxelles l’ha congelata nel dicembre dello stesso anno, dopo che il popolo svizzero aveva rifiutato l’adesione allo Spazio Economico Europeo (SEE).

Mercoledì scorso il governo ha approvato l’apertura di un ambasciata dell’Unione Europea in Svizzera.

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