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Miglior protezione dei giovani contro il lavoro notturno

Tra interessi economici e protezione dei giovani: un equilibrio difficile da trovare Keystone

L'Unione sindacale svizzera vuole proteggere i giovani contro il lavoro notturno e limitare la loro settimana lavorativa a 40 ore.

In seguito all’abbassamento dell’età di protezione nella legge sul lavoro, l’USS chiede un’ordinanza efficace per tutelare i lavoratori minorenni.

L’Unione sindacale svizzera (USS) si oppone alla revisione dell’ordinanza 5 relativa alla legge sul lavoro. La revisione conduce ad un abbassamento della protezione degli apprendisti di meno di 18 anni, autorizzando in molti casi il lavoro notturno e domenicale.

Secondo la volontà del legislatore, l’abbassamento dell’età di protezione non dovrebbe avere delle conseguenze negative sui giovani salariati, ha dichiarato Jean Christophe Schwaab, presidente della Commissione giovani dell’USS giovedì a Berna davanti alla stampa.

Promesse disattese

Per far passare il progetto alle Camere, Joseph Deiss, allora ministro dell’economia, aveva fatto balenare la proposta di una protezione più mirata per i giovani sotto i 18 anni. “Ma i primi progetti per l’ordinanza numero 5 mostrano che non se ne farà niente e che i giovani rischiano di essere lo zimbello della compagnia”, ha proseguito Schwaab.

Il progetto prevede a suo avviso troppe eccezioni al divieto di lavoro notturno e domenicale a partire dall’età di 16 anni (e talvolta anche di 15). Il Segretariato di Stato dell’economia (seco) ha aggiunto varie professioni – tra cui quelle di informatico, di giardiniere, d’impiegato dell’industria alimentare e della vendita – all’elenco delle eccezioni.

Deroghe così ampie sono inaccettabili, ha affermato Doris Bianchi, segretaria centrale dell’USS. Secondo l’organizzazione sindacale, simili condizioni di lavoro possono avere delle conseguenze sulla salute e la sicurezza dei giovani. Il rischio di malattie e incidenti sul lavoro è inoltre particolarmente elevato fra i giovani.

Formazione a rischio

L’argomento avanzato dai datori di lavoro per giustificare lo smantellamento della protezione dei giovani, vale a dire che senza tale flessibilizzazione le imprese non potranno più assumere apprendisti, è solo un pretesto, ha proseguito Doris Bianchi

Per i giovani socialisti, anche loro presenti alla conferenza stampa, una protezione efficace della gioventù passa per un’offerta sufficiente di posti d’apprendistato di buona qualità.

Secondo la Federazione svizzera delle associazioni giovanili (FSAG), il lavoro notturno e domenicale impedisce l’integrazione dei giovani nelle organizzazioni giovanili, che sono spesso un elemento importante per l’integrazione degli stranieri.

La reazione del padronato

“I datori di lavoro non utilizzano i loro apprendisti come manodopera a buon mercato”, ha reagito immediatamente l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). L’organizzazione difende le deroghe al divieto di lavoro notturno e domenicale per gli apprendisti con la necessità di far conoscere loro le vere condizioni di lavoro nel loro settore.

Inoltre, il lavoro notturno non sarebbe più necessario solamente per le infermiere e i panettieri. Secondo l’USAM, anche settori come l’informatica e l’industria alimentare ne hanno bisogno.

swissinfo e agenzie

Nel 2006, il Parlamento ha deciso di abbassare da 20 a 18 anni l’età di protezione nella legge sul lavoro. Così facendo, ha autorizzato il lavoro notturno e domenicale per gli apprendisti e i giovani lavoratori.

Per far passare il progetto davanti alle Camere, Joseph Deiss, allora ministro dell’economia, aveva promesso una protezione più mirata per i giovani sotto i 18 anni.

Questa decisione, che mirava ad armonizzare la normativa svizzera a quella dell’Unione europea, aveva suscitato aspre polemiche a sinistra. Tuttavia non era stato lanciato un referendum, per carenza di mezzi.

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