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Moritz Leuenberger non esclude che Swisscom possa passare in mani straniere

Non sarebbe molto grave, per Leuenberger, se capitali stranieri assumessero il controllo di Swisscom Keystone

In un'intervista pubblicata dal «Bund» e dal «St. Galler Tagblatt», il consigliere federale difende i progetti del governo per l'azienda di telecomunicazioni.

Il fatto che Swisscom cada in mani straniere non sarebbe «particolarmente grave». La svizzera BBC, rilevata dalla ABB, non ha perso la sua importanza per il mercato interno, ha dichiarato Leuenberger.

Il Consiglio federale intende comunque evitare il ripetersi di un nuovo affare Adtranz. Il governo dovrà quindi avere un diritto di veto sulle decisioni considerate di interesse nazionale, ha sottolinetao il capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC). In questo modo un’offerta pubblica di acquisto (OPA) ostile su Swisscom potrebbe essere scongiurata.

Grazie alle decisioni di principio adottate martedì, il Consiglio federale ha espresso il suo desiderio di poter vendere una parte del pacchetto di azioni di Swisscom per accrescere la libertà di manovra dell’operatore e permettere così la creazione di una banca postale.

Lo scopo dichirato del governo non sono la liberalizzazione e la privatizzazione in quanto tali, ma il mantenimento del servizio pubblico, ha proseguito il consigliere federale. «Che siano i privati o lo Stato a garantire questi servizi non mi pone alcun probblema di natura ideologica», ha detto.

Leuenberger non esclude quindi processi di privatizzazione in altri settori dell’eonomia parastatale. Se la tassazione dei mezzi pesanti commisurata alle prestazioni fosse stata respinta dal popolo, il consigliere federale avrebbe avuto altri assi nella sua manica, come la privatizzazione delle strade nazionali e il loro finanziamento con delle tasse.

swissinfo e agenzie

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