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Mühlemann: “Al CSG c’è ancora molto da fare”

Risponde alle critiche rivedendo i suoi compiti esterni: Lukas Mühlemann, patron di Credit Suisse Group Keystone Archive

Il presidente del Credit Suisse risponde alle critiche in un'intervista. Abbandonerà fra l'altro la Swiss Re per concentrarsi sui problemi della sua banca.

Lukas Mühlemann, presidente della direzione e del consiglio di amministrazione (cda) del Credit Suisse Group (CSG), manterrà il suo doppio ruolo all’interno del numero due del settore bancario elvetico.

Il cumulo di funzione esecutiva e di controllo non sarebbe in contrasto con l’organigramma aziendale. I veri compiti amministrativi sarebbero già delegati ad altri membri della direzione. Lo ha detto egli stesso in un’intervista alla «Neue Zürcher Zeitung» (NZZ). Si ritirerà invece da altri mandati diventati “scomodi”.

Abbandono del cda di Swiss Re

In primo luogo rinuncerà al seggio nel comitato d’amministrazione del gigate assicurativo Swiss Re. In questo modo Mühlemann intende conformarsi alla volontà della banca di evitare mandati incrociati negli organi di sorveglianza.

«Non sarò candidato per una rielezione alla prossima assemblea generale di Swiss Re», ha dichiarato Mühlemann. Lascerà così un gruppo di cui era stato presidente della direzione fino al 1996, prima di passare al Credit. «Ho preso questa decisione già da qualche mese», ha aggiunto nell’intervista.

Ritiro da altri fronti caldi

Lukas Mühlemann a fine gennaio aveva già annunciato il ritiro dal cds dell’argentino Banco General de Negocios (BGN), implicato in una vicenda di fuga di capitali e riciclaggio.

Il presidente del CSG ha fatto parte anche del cda di Swissair fino all’inizio di ottobre dello scorso anno. Si era poi ritirato per evitare conflitti di interesse.

Nell’intervista ha inoltre smorzato ogni possibile speculazione su una possibile riduzione del suo raggio d’azione in seno al CSG. Piuttosto il nuovo spazio conquistato con la rinuncia agli incarichi, gli permetterà di occuparsi in maniera più mirata alla strategia futura dell’istituto finanziario. “C’è ancora molto da fare”, ha affermato Mühlemann, segnalando la sua intenzione di rimanere ancora a lungo alla testa del gruppo.

Crisi presso CS First Boston

Un’ampia sezione dell’intervista è dedicata alla difficile situazione della sezione investment, la Credit Suisse First Boston (CSFB). La bancarotta dell’americana Enron, come punta di una serie di partecipazioni e impegni infelici, pesa sui bilanci e sull’immagine.

Mühlemann ha annunciato un impegno particolare per ridare vigore alla sezione, che sarebbe cresciuta troppo in fretta. Fra le prime conseguenze ci sarà la riduzione d’organico e il miglioramento della redditività.

Salari alle stelle?

A proposito di superstipendi, Mühlemann ha rivelato alla NZZ che i membri della direzione del gruppo hanno percepito nel 2000 – che era stato un anno fruttuoso, 6,1 milioni di franchi a testa. Per il 2001 i bonus (legati alle prestazioni) in seno al CSFB sono calati in media del 49 per cento e di oltre il 20 per cento sulla scala del gruppo.

swissinfo e agenzie

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